Aprile 19, 2024

ALESSANDRO SICURO COMUNICATION

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Sergio Marchionne launches plant sharing the rent of the European factories of the group to deal with excess production capacity installed

Managers rampant,
slogan is: does not take prisoners. And employees? are expendable on the altar of profit. Marchionne He has gone to America to produce its cars badged Carthage, “they are so innovative…,” after he and his predecessors have bled Italy to the sound of cassa integration work and now that the country would need to produce wealth what says: hello ‘. Just when it could produce cheap hybrid cars, electric cars, or economic, or those with Tesla technology, virtually zero power consumption, what does it do ‘?! Calls on the east to come to produce in Italy. He should return the keys to the Italian state and the Italians. So my vision could become reality ‘I see our children to work in our factories 18 hours a day, with owners and managers ChineseITALY, BUT YOU WANT TO WAKE UP!?”Alessandro Sicuro

from agency news: Repubblica

Come to produce in our factories”Marchionne: ready to rent the facilities Marchionne launches plant sharing the rent of the European organization of the group to deal with excess production capacity installed

From our correspondent PAUL GriseriVENICE –

Sergio Marchionne launches plant sharing the rent of the European factories of the group to deal with excess production capacity installed. The Fiat plant in Europe, says the manager of Turin, “are available for those who want to use them to produce.” Faced with declining demand in the Old Continent and the risk that “the disintegration of the euro could bring down the European market under 10 million cars sold” (today, 13 million), the CEO of Fiat-Chrysler moves so a proposal clamorous renting it to use the installed capacity to produce cars of other brands. The first hypothesis is that the Mazda, which recently announced a manufacturing agreement with the Lingotto: “I told everyone – responding Marchionne – other foreigners, not just Mazda.”The solution of the plant sharing, Fiat’s rent, is the way an alternative to the manager of the Turin has tried to beat in recent months: the project of a European plan of incentives to reduce production capacity at the continental level, “as had happened years ago for the steel industry. ” The reference is to the huge reduction planproduction that was started in the eighties by the Czech, the European Coal and Steel. Europe paid on that occasion, the early retirement of tens of thousands of employees in the industry with a system of incentives to companies in proportion to the tons of steel that is committed not to produce.You could apply that pattern to self today with an extensive early retirement plan paid from Brussels? Unlike what happened to the steel, this time the Germans believe they are only marginally affected by the crisis in the four wheels, and thus oppose the stimulus plan. Hence the idea of sharing plant, already practiced by Fiat in Poland, the plant that produces both the 500 and Ford Ka. Marchionne said today that this could happen even in the Italian plants. Would it be possible, in essence, that one or more lines at Mirafiori were leased to Mazda or some other manufacturer, and that would happen in Cassino and Pomigliano. Or even more daring hypothesis, which was a rented facility such as Termini Imerese, after a failed attempt to Risio.Early retirements, factories for rent, incentives Europeans: all roads to avoid or mitigate the social disaster that might occur with the drastic decision to close plants. Basically the same choice as Marchionne to try to produce at the Mirafiori suv for sale in the U.S., is an operation that serves to saturate the excess production capacity Italian. According to the calculations of ACEA, the association of European manufacturers, the overcapacity of the Old Continent is 20 percent. Translated into Italy the percentage is at least a large factory. The plan made provision for factory Italy in 2014 the full use of the Italian plant and the consequent production of 1.4 million cars. 20 percent of that figure is just under 300 thousand pieces, than it now produces an establishment as Melfi, and those who should produce Pomigliano. If these reduction plans are not successful, or if the euro would rule the storm of recent months? “Well, then – Marchionne answers – not the problem of one or two plants to saturate: the situation would become much more serious.”

italian version:

Per i manager rampanti, la parola d’ordine è: non si fanno prigionieri. Ed i dipendenti? sono sacrificabili sull’altare del profitto !

Lui (Marchionne & C.  se ne è andato in America a produrre le sue auto targate “Cartagine”, “tanto sono innovative…”, dopo che, sia lui che i suoi predecessori hanno dissanguato l’Italia a suon di cassa integrazione e adesso che il paese avrebbe bisogno di produrre ricchezza, con auto veramente innovative cosa dice: ciao!  Proprio quando potrebbe produrre auto ibride a basso costo, oppure auto elettriche economiche, oppure quelle con tecnologia Tesla, praticamente a consumo zero, cosa fa’?! invita gli orientali a venire a produrre in italia, nelle fabbriche Fiat, “tanto a lui non servono”. Con i soldi che ha avuto dalle sovvenzioni  dovrebbe restituire le chiavi allo stato italiano e quindi agli italiani. Cosi le mie visioni potrebbero diventare realta’, (spero di no),  ho sognato i nostri figli a lavorare nelle nostre fabbriche 18 ore al giorno, con proprietari e dirigenti cinesi.
ITALIA MA TI VUOI SVEGLIARE!?

Alessandro Sicuro

ecco il pezzo estratto da Repubblica:

“Venite a produrre nelle nostre fabbriche”

Marchionne:

pronti ad affittare gli impianti Marchionne lancia il plant sharing, l’affitto delle strutture europee del gruppo per far fronte all’eccesso di capacità produttiva installata

dall’ inviato PAOLO GRISERI

VENEZIA – Sergio Marchionne lancia il plant sharing, l’affitto delle fabbriche europee del gruppo per far fronte all’eccesso di capacità produttiva installata. Gli stabilimenti Fiat in Europa, dice il manager di Torino, “sono a disposizione di chi voglia utilizzarli per produrre”. Di fronte al calo della domanda nel Vecchio continente e al rischio che “la disintegrazione dell’euro possa far crollare il mercato europeo sotto i 10 milioni di auto vendute” (oggi sono circa 13 milioni), l’ad di Fiat-Chrysler avanza dunque una proposta clamorosa: utilizzare affittandola la capacità installata per produrre auto anche di altre marche. La prima ipotesi è quella della Mazda, che ha recentemente annunciato un accordo di produzione industriale con il Lingotto: “Ho detto chiunque – risponde Marchionne – anche altri stranieri, non solo Mazda “.

La soluzione del plant sharing, della Fiat in affitto, è la strada alternativa a quella che il manager della casa torinese ha provato a battere in questi mesi: il progetto di un piano europeo di incentivi per ridurre la capacità produttiva a livello continentale, “come era accaduto anni fa per la siderurgia”. Il riferimento è al gigantesco piano di riduzione
produttiva che venne avviato negli anni Ottanta dalla Ceca, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio. L’Europa pagò in quella occasione il prepensionamento di decine di migliaia di dipendenti del settore con un sistema di incentivi alle aziende proporzionale alle tonnellate di acciaio che si impegnavano a non produrre.

Si potrebbe applicare oggi quello schema all’auto con un vasto piano di prepensionamenti pagati da Bruxelles? A differenza di quanto accadde per l’acciaio, questa volta i tedeschi ritengono di essere toccati solo marginalmente dalla crisi del settore delle quattro ruote e dunque si oppongono al piano di incentivi. Ecco allora l’idea del plant sharing, già praticato dalla Fiat in Polonia, nello stabilimento che produce contemporaneamente la 500 e la Ford Ka. Marchionne spiega ora che questo potrebbe accadere anche negli stabilimenti italiani. Sarebbe possibile, in sostanza, che a Mirafiori una o più linee venissero affittate alla Mazda o a qualche altro costruttore, e che altrettanto accadesse a Cassino o Pomigliano. O addirittura, ipotesi più ardita, che venisse affittato uno stabilimento come quello di Termini Imerese, una volta fallito il tentativo di Di Risio.

Prepensionamenti, fabbriche in affitto, incentivi europei: tutte strade per evitare o attutire il disastro sociale che potrebbe verificarsi con la drastica decisione di chiudere stabilimenti. In fondo la stessa scelta di Marchionne di provare a produrre a Mirafiori i suv da vendere negli Usa, è una operazione che serve a saturare l’eccesso di capacità produttiva italiana. Secondo i calcoli dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei, la sovracapacità del Vecchio continente è del 20 per cento. Tradotta in Italia quella percentuale equivale almeno a un grande stabilimento. Il piano Fabbrica Italia prevedeva infatti per il 2014 il pieno utilizzo degli impianti italiani e la conseguente produzione di 1,4 milioni di auto. Il 20 per cento di quella cifra sono poco meno di 300 mila pezzi, quanti ne produce oggi uno stabilimento come Melfi e quanti ne dovrebbe produrre Pomigliano. Se questi piani di riduzione non avessero successo, o se l’euro non reggesse alla tempesta di questi mesi? “Beh, allora – risponde Marchionne – non sarebbe il problema di uno o due stabilimenti da saturare: la situazione diventerebbe molto più grave”.

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