Occhi puntati da tutto il mondo sulle elezioni italiane. Mentre i media italiani rispettano il silenzio elettorale imposto dalla legge, le principali testate internazionali si interrogano sul risultato che uscirà dal voto.Quale nuovo governo sarà a guidare il paese se sarà raggiunta la maggioranza operativa? un governo che porterà un nuovo presidente della repubblica, un nuovo presidente del consiglio, nuovi ministri.
Spazio anche per Beppe Grillo, definito “il principe-clown della politica italiana”.
La Bbc predilige la chiave economica per spiegare ai propri lettori cosa c’è in ballo alle urne : “L’Italia vota alle elezioni chiave per far ripartire l’economia”. “Il voto è tenuto sotto stretta osservazione dall’eurozona – spiega l’articolo – in particolar modo per gli impegni futuri del governo riguardo alle misure sull’austerity che verranno sottoposte ad un esame accurato”. Allan Johnston, inviato nella capitale, si addentra in un giudizio politico: “Dall’idea che mi sono fatto, è molto difficile trovare qualcuno che parli bene di Berlusconi. Ma la sua promessa di tagliare le tasse e di restituire i soldi alle tasche degli italiani avrà presa in un significativo numero di elettori”.
Anche i mercati attendono l’esito dell’apertura delle urne: il timore, non nascosto, e’ quello di una sostanziale ingovernabilita’ che metterebbe un freno alle riforme, quelle avviate dal Governo Monti, che hanno riportato il paese ad emettere titoli di debito con maggior credibilita’ e quindi risposta positiva dei mercati. Domani le urne chiuderanno alle 15 e ci saranno i primi exit pool. Ma per sapere come e’ andata, e quale sara’ la risposta dei mercati, bisognera’ attendere l’apertura di Piazza Affari di martedi’, quando il risultato sara’ conclamato. Poi mercoledi’ l’appuntamento con la prima emissione post elettorale: il Tesoro mandera’ in asta a fine mese Btp a 5 e 10 anni. L’attesa intanto non ha fatto certo bene alle contrattazioni.
Un tema, quello delle riforme, su cui batte anche Bruxelles che ha raccomandato al futuro esecutivo di andare avanti evitando una perdita di slancio che potrebbe minare il rimbalzo della crescita e dei posti di lavoro. Ma al di la’ dell’Italia e’ un po’ tutta l’Europa che arranca di fronte alla crisi economica. Escludendo la Germania che resta ancorata alla sua crescita, sebbene modesta ma positiva, la Francia deve fare i conti con lo sforamento del deficit e la Spagna ha un disavanzo a doppia cifra. A questo si e’ aggiunto anche il fatto che, dopo Parigi, anche il Regno Unito ha perso la prestigiosa ‘tripla A’. Ad abbattersi su Londra e’ stata la scure di Moody’s. Un taglio, dettato da una crescita troppo debole e da rischi di esposizione elevati, che potrebbe indebolire la sterlina nei confronti di dollaro, yen ed euro. Ora, dunque, nel club dei ‘virtuosi’ nel Vecchio Continente restano solo in quattro: Olanda, Finlandia Lussemburgo e la Germania. La speranza e’ che, proprio, la locomotiva tedesca prosegua nel tenere il passo. Un segnale, in tal senso, e’ arrivato dalla l’indice Ifo (che misura la fiducia delle imprese tedesche) che, questa settimana, e’ salito ai massimi da dieci mesi. L’economia reale dell’eurozona stenta comunque a ripartire.