
ROUBINI: “ALTRO CHE FISCAL COMPACT, QUI SERVE UN GROWTH COMPACT, UN PATTO PER LA CRESCITA”.
“Il rigore aggrava di giorno in giorno la situazione. Serve una circolazione di monete più ampia per rilanciare i consumi. Se la Merkel vince le elezioni le posizioni della Germania si ammorbidiranno. E poi usiamo gli eurobond per un massiccio piano contro la disoccupazione giovanile”…
Eugenio Occorsio per “la Repubblica”
«L’affermazione di forze antagoniste alle scelte europee e la frammentazione del sistema politico italiano, premessa alla formazione di un governo che comunque sarà debole, sono conseguenze dirette della crisi e dell’austerity che questa crisi sta aggravando, imposta dall’Europa».
Ma come si fa a convincere Berlino, Bruxelles, Francoforte, che è urgente cambiare registro?
«Non è semplice almeno fino alle elezioni tedesche d’autunno, che sono abbastanza incerte anche se è probabile che Angela Merkel vincerà pur di misura. Dopodiché verosimilmente i socialdemocratici entreranno nella coalizione. E allora c’è la ragionevole speranza, che mi hanno confermato personalmente nei giorni scorsi alcuni esponenti politici tedeschi di primo piano, che la Germania ammorbidirà alcune delle sue posizioni.
E non è neanche escluso che si arrivi alla proroga di cui parlavo a favore dei Paesi più in difficoltà, compresa l’Italia, per tutto il pacchetto di risanamento fiscale, dal pareggio di bilancio sia strutturale che nominale (cioè quello che comprende nelle uscite anche gli interessi, ndr) per inseguire il quale si sta imponendo un carico di tasse insopportabile, fino al taglio dei rapporti fra Pil e deficit e debito.
«La Bce dev’essere più aggressiva. Intanto abbattendo i tassi a zero, permettendo una riduzione dell’euro del 10-20% e ridando fiato all’export. L’hanno fatto l’America, il Giappone, la Gran Bretagna, non si vede perché solo l’Europa non debba farlo. E poi vanno intraprese operazioni di monetary e di credit easing.
Le prime sono estensioni delle Omt (outright monetary transaction) lanciate da Draghi. Occorre cogliere qualsiasi opportunità per ampliare la massa di denaro circolante, senza paura dell’inflazione che è un pericolo lontanissimo né preoccupazioni di vincoli di statuto che possono essere rispettati pur ampliando la capacità operativa. Il tutto per sostenere la domanda, i consumi, i redditi, proprio quelle voci che l’austerity sta mortificando.
«Bisogna congegnarle bene. Per il credit easing va prevista una garanzia diretta del Fondo salva stati che riduca al 10-20% le possibilità di fallimento di queste obbligazioni. Così l’operazione sarebbe accettabile per Berlino. Sono misure d’emergenza, ma serve realismo: l’intera costruzione europea è in pericolo, e se crolla tutto anche per Berlino è un disastro.
Ma la Germania, essendo uno dei pochi Paesi in surplus, e guarda caso la maggiore economia europea, deve pure favorire i consumi interni tagliando le tasse, e avviare programmi di investimenti infrastrutturali in grado di rilanciare la domanda. Anche l’Europa ha bisogno di un piano di infrastrutture coordinato dalla Banca europea degli investimenti e finanziato con emissioni apposite di obbligazioni. Il debutto degli eurobond, da utilizzare anche per altre operazioni».
«Per sovvenzionare un massiccio programma rivolto ai giovani. Sono inaccettabili i livelli di disoccupazione giovanile. Serve un progetto europeo di prestiti speciali a lungo termine e bassi tassi, alle aziende che assumono e formano i giovani. Penso a un progetto da 50 miliardi per prestiti da 10mila euro o da 100 miliardi per prestiti da 20mila: sarebbe possibile assumere 5 milioni di giovani. Vede, a queste iniziative l’Europa deve pensare, e invece ci si è ristretti all’aspetto fiscale. Altro che fiscal compact, qui serve un growth compact, un patto per la crescita».