Dicembre 8, 2023

ALESSANDRO SICURO COMUNICATION

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BEPPE GRILLO DAL PRESIDENTE ECCO I COMMENTI DI SCANZI E D’AGOSTINO

Ho estratto i due punti di vista piu’ significativi e obiettivi, a mio parere, relativi alla visita di B. Grillo M5S da Napolitano stamani. Nonostante i due opinionisti abbiano posizioni contrapposte riconosco una certa schiettezza nelle loro dichiarazioni e opinioni.

images-1Il commento di Dagostino, Dagospia, Oltre ai principali giornali italiani sulla visita di Grillo al Quirinale:

GRILLO SALVA-ITALIA MOLESTA BELLA NAPOLI CON MOLTE IDEE MA CONFUSE: “TORNIAMO ALLE URNE” (ANCORA COL PORCELLUM?)

“C’è un’urgenza incredibile, non un minuto da perdere”. Poi però le riforme “non si possono fare a fine luglio, con la gente in vacanza, lo dice anche Napolitano”

– “Votiamo!”. Ma senza riforme, un altro parlamento inutile?

– “Noi fermiamo la gente che vuole prendere i fucili.

1. NUTI ALLA META
(ANSA) – “Sulle riforme istituzionali il Presidente della Repubblica è d’accordo con noi: no a provvedimenti presi a maggioranza e no a discutere modifiche della Costituzione ad agosto”. Lo dice il capogruppo M5S alla Camera, Riccardo Nuti, durante la conferenza stampa con Beppe Grillo.

BEPPE GRILLO AL QUIRINALEBEPPE GRILLO AL QUIRINALE

2. GRILLO DA NAPOLITANO: “L’ITALIA È IN MACERIE. HO DETTO AL PRESIDENTE DI TORNARE ALLE URNE”
Da www.repubblica.it

BEPPE GRILLO AL QUIRINALEBEPPE GRILLO AL QUIRINALE

Si è concluso dopo quasi due ore l’incontro tra Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale. L’udienza era stata richiesta dallo stesso Grillo per discutere del “crollo del Paese” in atto e per chiedere alla prima carica dello Stato lo scioglimento delle Camere.

Il resoconto dell’incontro. “Ho ringraziato Napolitano per la gentile accoglienza e per la sollecitudine – ha detto Grillo in conferenza stampa al Senato subito dopo il colloquio -. Gli ho espresso la mia preoccupazione per la condizione economica, sociale e politica del paese. I politici stanno chiusi nei palazzi a fare annunci e rinviare decisioni”. I toni sono allarmistici e rispuntano i fucili, Grillo si racconta come un mediatore che evita il degenerare della protesta sociale: “La gente vuole prendere i fucili – dice l’ex comico – i bastoni e sono io a dire proviamo ancora con i metodi democratici. Noi vogliamo buttare fuori i partiti con metodi democratici, però poi ci stuferemo”.

GIORGIO NAPOLITANOGIORGIO NAPOLITANO

Rivolto al capo dello Stato, spiega: “Napolitano è diventato uno scudo, un parafulmine dei partiti che non sono capaci di fare scelte. Doveva e poteva dire no al secondo mandato”. Poi rivolge al presidente un attacco diretto: “Chi oggi è al governo del paese- aggiunge- è responsabile dello sfacelo. Sono gli stessi che hanno distrutto l’economia. Il governo delle larghe intese è stato voluto fortemente dal capo dello Stato e tutela solo lo status quo e gli interessi di Silvio Berlusconi”.

beppe grillo gambaroBEPPE GRILLO GAMBARO

Parlando poi ai giornalisti li accusa di essere corresponsabili dello sfacelo: “Dovreste vergognarvi perchè parte dello sfacelo è colpa vostra. Se siamo un Paese semilibero è anche colpa della vostra informazione. E minaccia: “Uno dei problemi maggiori dell’Italia è la stampa. La Rai. Siete complici del sistema. Ma siete i primi precari che pagherete questa situazione perché i vostri giornali e le vostre tv chiuderanno”.

Sul perché non sia nato un esecutivo Pd-M5S, Grillo risponde: Non c’è mai stata un’offerta seria, Bersani non voleva fare un governo o collaborare con noi, faceva solo scouting: voleva solo i nostri voti”.

“Il paese è in macerie – continua il leader dei 5 Stelle- è una pentola pronta a scoppiare. Occorrono misure urgenti e straordinarie pari a quelle di un’economia di guerra. Non si può aspettare oltre, neppure un giorno. Non abbiamo più tempo”. Se la prende con l’Europa: “Il debito ci sta divorando. Possiamo rimanere nell’euro solo se ricontrattiamo le condizioni o attraverso gli eurobond che è una storia già vecchia o, in alternativa, con la ristrutturazione del debito pubblico”.

Beppe GrilloBEPPE GRILLO

“Con questo Parlamento – attacca Grillo – non si possono realizzare davvero dei cambiamenti e se le cose restano così noi usciremo (metaforicamente parlando, come precisa in seguito, ndr), continueremo a lavorare fuori: nelle carceri, nei cantieri della Tav o davanti all’Ilva. Vogliamo portare il Parlamento dove serve perchè dentro i palazzi l’operato dei nostri eletti è snobbato”. E conclude: “Ho detto a Napolitano che si deve abrogare l’attuale legge elettorale, che è incostituzionale. Gli ho chiesto di sciogliere le Camere e tornare al voto se necessario. E gli ho suggerito di andare in tv, a reti unificate, e dire la verità al Paese. L’autunno è vicino, e lì i problemi politici diventeranno sociali. Non c’è più tempo”.

La richiesta del colloquio. L’incontro era stato fissato dagli uffici della presidenza per venerdì scorso, ma l’ex comico aveva chiesto un rinvio per “precedenti impegni”. Nei giorni scorsi Grillo e famiglia sono stati fotografati in vacanza in Sardegna, le lussuoso resort Cala di Volpe.

Casaleggio inatteso. A sorpresa al Quirinale si è presentato anche Gianroberto Casaleggio, guru dei 5 Stelle, oltre ai due capigruppo di Camera e Senato, Riccardo Nuti e Nicola Morra. Il Colle aveva precisato di poter ricevere assieme al capo politico quasiasi personalità, purché fosse chiaro il ruolo ricoperto nel Movimento.

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UnknownIl commento di Andrea Scanzi sulla visita di Grillo al Quirinale:                                                                                                                                                                                                                                                      Ho ascoltato con attenzione la conferenza stampa di Beppe Grillo dopo l’incontro con Napolitano. Qualche considerazione.

1) L’ho trovato incazzato, ma lucido. Efficace.
2) Mi fa sorridere chi lo trova troppo rabbioso. Io, in tutta onestà, ho paura di chi in questa situazione riesce a essere – o si vanta di essere – troppo calmo. La gente (politici e no) che non sa indignarsi è pericolosissima. Nonché maggioritaria in Italia.
3) Quando Grillo attacca (facendo distinguo) Pd, berlusconiani che lo votano ancora perché “vogliono galleggiare” e il sistema di informazione italiano, è a sua volta inattaccabile.
4) Se il centrosinistra italiano avesse combattuto Berlusconi come ha fatto e fa il M5S, il centrodestra sarebbe stato definitivamente sconfitto da almeno quindici anni. Altro che Boccia, Fioroni e Gentiloni.
5) Il giochino del “Non avete fatto il governo col Pd” fa acqua da tutte le parti. Non siate ulteriormente ridicoli cari piddini oltranzisti, su. Chi voleva, sapeva già com’è andata. Bastava sentire la Sereni da Vespa o Bersani a Cremona. E basta vedere oggi cosa ha fatto in Parlamento il Pd (uno dei punti più bassi della sua storia bassissima). Fa poi sorridere come i video in cui Grillo diceva “Bersani, restituisci i rimborsi e vota l’ineleggibilità di Berlusconi e Rodotà al Quirinale: faremo un percorso insieme”, siano stati rimossi dal passato. Sembra che nei primi tre mesi di legislatura l’unica cosa fatta dal M5S sia stato lo streaming in cui la Lombardi ha fatto la splendida (va be’) con Bersani. Quel governo del cambiamento non c’è stato perché i primi a non volerlo erano proprio dentro il Pd. Su cosa avrebbero convenuto i parlamentari 5 Stelle M5S e quei gerarchi(ni) piddini che oggi hanno interrotto i lavori in solidarietà a Berlusconi per gli “attacchi” della Costituzione? Su nulla.
6) Grillo, quando parla di Italia, può farlo perché la visita in lungo e in largo. Tocca con mano i territori. E’ sin troppo concreto (e magmatico nella narrazione: dice 34 concetti e 78 cifre in una frase). Gli altri, del paese, troppo spesso non sanno nulla. Non vivendolo.
7) Oggi, con una sola conferenza stampa, Grillo ha riconquistato la scena, guadagnato credibilità e fugato alcune perplessità. Non frequentare la tivù (italiana) è comprensibile e per lui coerente, ma politicamente masochistico. Un italiano su tre, o quasi, non naviga. A Grillo non basta la politica sul territorio: se facesse tivù, anche solo ogni tanto, sbancherebbe. E toglierebbe molte armi agli avversari, che anche oggi manipoleranno le sue dichiarazioni con titoli furbini e che in sua assenza hanno buon gioco a tratteggiarlo come uno Stalin pingue, che fa il bagno in Costa Smeralda e uccide i dissidenti usandoli poi come balsamo concentrato per i riccioli di Casaleggio.
8 ) Nell’ultimo mese il M5S ha fatto opposizione costruttiva efficace, dando la sensazione di un movimento che dopo due mesi di assestamento (pieni di errori, come ha ammesso Grillo) sta trovando la sua strada. Se fosse un calciatore, sarebbe un atleta che dopo mesi di panchina e sostituzioni ha trovato lo stato di forma a dicembre, prima del girone di ritorno. Il Pd è infortunato (dalla nascita), il Pdl era e resta l’arbitro (Gasparri il pallone. Bucato).
9) Se Pd e Pdl continuano a fare obbrobri e schifezze immorali come oggi, il M5S non torna al 25% abbondante ma ci va vicino. Già oggi, con questa buffonata cafona ed eversiva, Pd & Pdl gli hanno regalato centinaia di migliaia di voti. Sono proprio (arrogantemente) grulli: fanno sempre, sempre, sempre gli stessi errori.
10) Conosco non pochi pentiti di aver votato M5S. Ma non ne conosco mezzo, di quei pentiti, che oggi sceglierebbe Pd. E dubito che, così facendo, il Pd interromperà un’erosione che sembra quasi renderli felici. E probabilmente è così, perché il patto è chiaro: Berlusconi comanda, loro sopravvivono (fingendo di indignarsi due o tre volte l’anno).
Buona catastrofe.

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Beppe Grillo

Ecco il punto di vista dal diretto interessato Beppe Grillo:

=> La seconda parte della conferenza stampa con le domande dei giornalisti è disponibile  => qui.

“Al Presidente della Repubblica Italiana” 

ho chiesto questo incontro, di cui la ringrazio per la sollecitudine, per esprimerle direttamente le mie preoccupazioni sulla situazione economica, sociale e politica del Paese convinto che misure urgenti e straordinarie, pari a quelle di un’economia di guerra, non possano più aspettare oltre, neppure un giorno.
L’Italia si avvia verso la catastrofe. Chi è oggi al governo del Paese è responsabile dello sfacelo, sono gli stessi che ne hanno distrutto l’economia. Questa classe politica non è in grado di risolvere alcun problema. E’ essa stessa il problema. Il Governo delle Larghe Intese, voluto fortemente da lei, tutela soltanto lo status quo e gli interessi di Berlusconi, che in qualunque altra democrazia occidentale non sarebbe ammesso ad alcuna carica pubblica, e tanto meno in Parlamento. La Nazione è una pentola a pressione che sta per saltare, mentre, ormai da mesi, il Governo Letta si balocca con il rinvio dell’IMU e la cancellazione di un punto dell’IVA senza trovare una soluzione. I numeri dello sfacelo sono sotto gli occhi di chiunque voglia vederli, e sono drammatici. Il tasso di disoccupazione più alto dal 1977, il crollo continuo della produzione industriale, che si attesterà a meno tre per cento nel 2013, la continua crescita del debito pubblico che è arrivato a 2.040 miliardi di euro, il fallimento delle imprese che chiudono con il ritmo di una al minuto, una delle tassazioni più alte d’Europa, sia sulle imprese che sulle persone fisiche, gli stipendi tra i più bassi della UE, il crollo dei consumi, persino degli alimentari, l’indebitamento delle famiglie. E’ una Caporetto e sul Piave non c’è nessuno, sono tutti nei Palazzi a rimandare le decisioni e a fare annunci. Il Parlamento è espropriato dalle sue funzioni, la legge elettorale detta Porcellum è incostituzionale e i parlamentari sono stati nominati a tavolino da pochi segretari di partito. Il Governo fa i decreti legge senza che sia dato il tempo minimo per esaminarli e il Parlamento approva a comando. Non siamo più da tempo una repubblica parlamentare, forse neppure una democrazia.
Il debito pubblico ci sta divorando, paghiamo di interessi circa 100 miliardi di euro all’anno, che crescono ogni giorno. Solo quest’anno per non fallire dovremo vendere 400 miliardi di euro di titoli. Le entrate dello Stato sono di circa 800 miliardi all’anno, un euro su otto serve a pagare gli interessi sul debito. Né Berlusconi, né Monti, né Letta hanno bloccato la spirale del debito pubblico, checresce al ritmo di 110 miliardi all’anno. Gli interessi sul debito e la diminuzione delle entrate fiscali, dovute al fallimento di massa delle imprese, alla disoccupazione e al crollo dei consumi, rappresentano la certezza del prossimo default.
Non c’è scelta. Il debito pubblico va ristrutturato. Gli interessi annui divorano la spesa sociale, gli investimenti, la ricerca. E’ come nella Storia Infinita, dove il Nulla divorava la Realtà: l’interesse sul debito sta divorando lo Stato Sociale. Si può rimanere nell’euro, ma solo rinegoziando le condizioni. O attraverso l’emissione di eurobond che ritengo indispensabile o, in alternativa, con la ristrutturazione del nostro debito, una misura che colpirebbe soprattutto Germania e Francia che detengono la maggior parte del 35% dei nostri titoli pubblici collocati all’estero. Non possiamo fallire in nome dell’euro. Questo non può chiederlo, né imporcelo nessuno. A fine 2011 i titoli di Stato italiani presenti in banche o istituzioni estere erano il 50%, le nostre banche grazie al prestito della BCE dello scorso anno, prestito garantito dagli Stati e quindi anche da noi, si sono ricomprati circa 300 miliardi dall’estero, tra titoli in scadenza e rimessi sul mercato, questo invece di dare credito alle imprese. E siamo scesi al 35%. E’il miglior modo per fallire. Quando ci saremo ricomprati tutto il debito estero e non avremo più un tessuto industriale collasseremo e la UE rimarrà a guardare, come è successo in Grecia. Ora disponiamo di un potere contrattuale, ora dobbiamo usarlo.
L’Italia ha l’assoluta necessità di aiutare le imprese con misure come il taglio dell’Irap, una tassazione al livello della media europea, con servizi efficienti e meno costosi, con la protezione del Made in Italy assegnato solo a chi produce in Italia e con l’eventuale applicazione di dazi su alcuni prodotti. Allo stesso tempo è urgente l’introduzione del reddito di cittadinanza, nessuno deve rimanere indietro. Ci preoccupiamo dei problemi del mondo quando non riusciamo ad assistere gli anziani e non diamo possibilità di lavoro ai nostri ragazzi che devono emigrare a centinaia di migliaia.
Reddito di cittadinanza e rilancio delle PMI sono possibili da subito con il taglio ai mille privilegi e alle spese inutili. Ne elenco solo alcuni.
Eliminare le province, portare il tetto massimo delle pensioni a 5.000 euro,tagliare finanziamenti pubblici ai partiti e ai giornali, riportare la gestione delle concessioni pubbliche nelle mani dello Stato, a iniziare dalle autostrade, perché sia l’Erario a maturare profitti e non aziende private come Benetton o, dove questo non sia possibile, ridiscutere le condizioni, eliminare la burocrazia politica dalle partecipate dove prosperano migliaia di dirigenti, nazionalizzare il Monte dei Paschi di Siena, eliminare ogni grande opera inutile come la Tav in Val di Susa e l’Expo di Milano, ridurre drasticamente stipendi e benefit dei parlamentari e di ogni carica pubblica, cancellare la missione in Afghanistan,fermare l’acquisto degli F35. Potrei continuare a lungo. Queste misure non possono essere prese dall’attuale classe politica perché taglierebbe il ramo su cui si regge.
Questo Parlamento non è stato eletto dagli italiani, ma dai partiti e dalle lobby. Non può affrontare una situazione di emergenza nazionale, di economia di guerra, perché deve rispondere ai suoi padrini, non ai cittadini.
Le chiedo perciò di fare abrogare l’attuale legge elettorale in quanto incostituzionale, di sciogliere il Parlamento e di ritornare alle urne. L’autunno è alle porte insieme al probabile collasso economico. I problemi si trasformeranno da politici a sociali, probabilmente incontrollabili. Non c’è più tempo. Lei ha volutamente tenuto sulle sue spalle grandi responsabilità quando avrebbe potuto e forse dovuto declinarle. Lei è ormai diventato lo scudo, il parafulmine di partiti che non hanno saputo né governare, né riformarsi e da ritenersi, nel migliore dei casi, degli incapaci. Non è questo il suo compito, ma quello di rappresentare gli interessi del popolo italiano.”

Beppe Grillo

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