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UN’ALTRA AZIENDA CHE SE NE VA’ ALL’ESTERO A PAGARE LE TASSE, DISTRIBUIRE REDDITO E CONOSCENZA MADE IN ITALY

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BIFRANGI

PREPARA LE VALIGIE PER TRASFERIRSI IN CARINZIA, DOVE LO ASPETTANO A BRACCIA APERTE. IN 24 ORE GLI HANNO FATTO AVERE:    IL TERRENO,  FINANZIAMENTI A FONDO PERDUTO, APERTURA CONTI CORRENTI  E LE LICENZE. 24 ore…

La sede nel Vicentino, Bifrangi la famosa azienda  di stampaggio a caldo di componenti per auto, quasi 400 dipendenti, «Verrà lasciata morire di vecchiaia». A settembre i cantieri del nuovo stabilimento in Carinzia: «Qui ci avrei messo 10 anni dichiara».        La sconvolgente dichiarazione dell’industriale costretto a scappare dal bel paese moribondo, dove i politici trovano soldi e risorse per banche, f35 e  rimborsi elettorali ma non investono in sviluppo.

MUSSOLENTE (Vicenza) — «Apro uno stabilimento in Carinzia. Non voglio più esser vittima di questo sistema che non funziona, delle lungaggini burocratiche. Per l’Italia l’imprenditore è solo un delinquente. Non vedo l’ora di scappare da qui». Francesco Biasion, il vulcanico titolare della Bifrangi Spa di Mussolente, l’azienda vicentina tra i leader mondiali nello stampaggio a caldo dell’acciaio per auto, macchine agricole e movimento terra, delocalizza, in Austria. Nel «miracolo» Austria, dove «sono bastati pochi giorni per ottenere il terreno – a prezzi stracciati – autorizzazioni, partita Iva e conti correnti, quando in Italia ci sarebbero voluto un decennio».

E Biasion sa bene cosa significhi essere ostacolato dalla burocrazia, lui che ha combattuto anni per ampliare la sua fabbrica, per installare il maglio più grande del mondo, 55 mila tonnellate, e che ha finito per dirottarlo a Houston, Texas. Lui che, per le stesse ragioni, ha aperto una sede nel Regno Unito, con 300 operai e una pressa a vite tra le poche al mondo. Milioni di investimenti, centinaia di posti di lavoro. Di un italiano, all’estero. Ora è la volta della Carinzia. «È già tutto definito», fa sapere il presidente dell’industria che nel 2012 ha fatturato 180 milioni di euro, di cui 116 realizzati a Vicenza. Con clienti come Toyota e Caterpillar. «A settembre cominceranno a costruire lo stabilimento, 30 mila metri quadrati, che potrebbero arrivare a 100 mila – chiarisce il 74 enne – Quello di Mussolente, con 400 dipendenti, lo lascerò morire di vecchiaia, (quasi un monito e un ricordo da lasciare agli italiani), senza più assumere e investire in macchinari. Ho lavorato una vita come un deficiente, non voglio più sopportare questa situazione, soprattutto considerando quello che ho dato al paese. Qui andiamo ancora a cavallo, quando all’estero vanno sulla luna: possiamo solo essere tagliati fuori», sentenzia Biason.

Il sindaco di Mussolente, Maurizio Chemello.

Quando, qualche mese fa, l’agguerrito imprenditore aveva annunciato che avrebbe spostato la produzione in Austria, la sua suonava più come l’ennesima provocazione. Ora però è una triste certezza visti gli elementi snocciolati dal 74 enne, in fabbrica tra gli operai anche i sabati d’agosto, simbolo dell’imprenditore che si è fatto da sé. Che ora fugge oltre confine. «Se la mia azienda avesse le ruote sarebbe già lontana – dichiara Biasion che spiega di essere stato corteggiato dalla Svizzera e da vari Paesi dell’Est . Lo stabilimento di Mussolente rimarrà fino a quando dureranno gli impianti: qualche anno». Determinato, e senza rimpianti. Si dice pronto ad investire in Austria, nei prossimi 3-4 anni, capitali per 40-50 milioni, «ricevendo anche una percentuale a fondo perduto», e ad assumere nei primi step 2-300 dipendenti, «personale che mi formano gli enti locali». L’inizio della produzione è prevista già per la primavera 2014. «Ho sempre amato il mio Paese ma ora non vedo l’ora di lasciarlo – dichiara il «grillino», pentito, che critica la condanna inflitta a Berlusconi «perché come me paga regolarmente le tasse». «Sarò solo felice di non dare più lavoro a casa mia. E quello che amministrazioni locali, burocrazia e magistratura mi hanno costretto a fare. E qui non vedono l’ora che tolga il disturbo», chiosa Biasion, che ottiene la secca replica del sindaco di Mussolente: «Il Comune non ha cercato di ostacolarlo, ha solo applicato le leggi – spiega Maurizio Chemello -. Se delocalizza è solo drammatico…

 Alessandro Sicuro

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