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LA BCE VUOLE CHIUDERE LE BANCHE CHE NON FUNZIONANO IN ITALIA CHI SI SALVERA’?

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BANCHE KAPUTT! AVVISATE LA VIGILANZA DI BANKITALIA CHE LA BCE VUOLE IL POTERE DI CHIUDERE GLI ISTITUTI BANCARI IN ITALIA SARA’ STRAGE!

L’esponente tedesco nel board della Bce, Joerg Asmussen, torna alla carica sul potere di decidere l’eventuale chiusura delle banche

– Parte uno “stress test” su 130 istituti europei

– Le banche italiane soffrono per i troppi crediti inesigibili

– Ghizzoni: “Non interessati a Commerzbank..”

-Puo’ essere anche una buona idea se prima gli verrà imposto di restituire tutti i derivati fasulli venduti agli investitori ignari…

Marika De Feo per “Corriere dellra Sera

La Banca centrale europea torna alla carica sul potere di «decidere l’eventuale chiusura delle banche». Una decisione, ha spiegato ieri Joerg Asmussen, che «dovrebbe essere presa esclusivamente dal supervisore bancario», vale a dire, in futuro, dalla Bce, per poter «decidere e agire, velocemente e in modo coordinato».

BANCA_CENTRALE_EUROPEA  L’esponente tedesco nel board di Eurotower era intervenuto così, ieri, suggerendo a Bruxelles di «migliorare» le proposte sul tappeto, nel corso del suo intervento al convegno sul «cambiamento delle banche» internazionali, organizzato dal quotidiano Handelsblatt e ritenuto un barometro per la strategia degli istituti bancari dopo la pausa estiva.

Per settimana prossima i banchieri attendono il via libera del Parlamento europeo al regolamento sull’autorità unica di vigilanza europea, le cui competenze spetteranno alla Bce e che dovrebbe entrare in vigore nel 2014.

JOERG ASMUSSEN   Ma prima, ha spiegato Asmussen, «la Bce vuole sapere come stanno le banche sulle quali dovremo vigilare», e per questo organizzerà un terzo stress test, sui circa 130 grandi istituti europei. E sta mettendo a punto i dettagli di metodologia insieme all’autorità Eba di Londra, che saranno resi noti fra alcune settimane.

E ieri, parlando al Convegno dopo Asmussen e il co-ceo di Deutsche Bank Ansu Jain, l’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni, ha detto di «non (essere) preoccupato» per i test della Bce. Aggiungendo, anzi, di ritenere che “il settore bancario europeo riuscirà a passare gli stress test” e «svolgerà un ruolo fondamentale nel sostenere la nostra economia».

EUROTOWER   Tuttavia, per il manager italiano, a causa delle nuove regole sul capitale (di Basilea 3), «le banche non saranno più in grado di fornire credito con la stessa intensità del passato». Ma a proposito dei timori, soprattutto tedeschi, sui crediti inesigibili degli istituti italiani Ghizzoni ha ammesso che sì, «il totale dei crediti classificati è eccessivamente alta», anche se, ha aggiunto, «questa dinamica sta rallentando, e questo fa sperare che inverta presto la tendenza».

FEDERICO GHIZZONI A BAGNAIA   Ma comunque bisogna tenere conto che «il modo di classificazione dei crediti in Italia», ad esempio quelli ristrutturati”, è più rigido che in altri paesi, e che quindi «nei parametri ci avviciniamo alla media europea». Per questo, ha concluso Ghizzoni, è «importante una omogeneità delle regole».

Comunque sia, l’ad di Piazza Cordusio si è detto «fiducioso» nella crescita italiana futura, e per questo «la stabilità politica è indispensabile» in questo momento. Perché «vediamo nelle attività di business dei segnali di ripresa», che inizierà nell’ultimo trimestre, con un segno positivo – lo 0,1% in più rispetto ai tre mesi precedenti.

COMMERZBANK  E secondo Ghizzoni ci sono in Italia le risorse per la ripresa, «con un settore privato tutto sommato robusto, un livello di risparmio alto, abbiamo avuto segnali positivi di domanda di mutui, mentre il settore manifatturiero tiene». Nel frattempo, ha aggiunto con una punta di ottimismo, «ci sono tante aziende che vogliono crescere» e anche «le banche sono in posizione di assistere i clienti».

E in termini di strategia, acquisterebbe la concorrente tedesca Commerzbank? «Non siamo interessati», ha risposto Ghizzoni, a margine del congresso. E sul rinnovo del patto di Mediobanca? «Mi risulta che tutti gli azionisti siano soddisfatti del piano industriale».

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