
A Londra in Carnaby street, come del resto in tutta la city si respira un’aria di tendenza tipicamente anni 60.
Nelle strade, nei negozi, tra i giovani londinesi il look è quello dei Moods e dei Rockers quello stile tipico dei Beatles, dei Rolling Stones, gli Who che con il loro Quadrophenia hanno influenzato generazioni di giovani.
A dire il vero la via è presente nelle carte topografiche della capitale inglese da oltre tre secoli, ma è all’inizio degli anni ‘60 che Carnaby street, lunga nemmeno duecento metri e fino a quel momento piuttosto insignificante, diviene un simbolo. Simbolo di benessere crescente, di voglia di vivere, di modernità, di cultura giovanile.
La strada si popola di boutique alla moda, di caffè alla moda, di personaggi alla moda. Nasce, non solo qui
Il mezzo di locomozione “alternativo” tipico del periodo è lo scooter italiano, nelle due versioni Vespa e Lambretta, prediletto dai Mods, i giovani “ribelli di tendenza” di quegli anni londinesi. I Mods, che già nel nome dichiarano la loro voglia di moda e modernità, sono figli del boom economico che cercano esperienze nuove, soprattutto estetiche ma anche di ribellione, pescando spesso dalla Francia e dall’Italia oggetti-simbolo che li distinguano. A chi ha vissuto quel periodo il nome dei Mods richiama subito alla mente quello dei Rockers, il gruppo rivale.
In Italia, il fenomeno Mods arriva alle cronache nel 1965, grazie a una canzone, “Uno dei Mods”, cantata da Ricky Shayne. Non si sa per precisa volontà degli autori e della casa discografica o per una disattenzione, ma nel testo la realtà delle due bande contrapposte è travisata se non addirittura ribaltata. Il cantante, che si proclama appunto “uno dei Mods”, veste sulla copertina come un Rocker, forse perché a un ribelle si confà molto di più il giubbotto di pelle nera
Inoltre, a voler essere pignoli, le due bande vengono trasferite dalla loro originaria Londra a Liverpool: forse per suggestione del nome, forse solo per una questione di metrica del testo. Ma non importa, sono dettagli, il mito, soprattutto quello moderno, vive di immagini, icone, simboli.
E tornando ai simboli a due ruote di cui si è parlato sopra, le foto di queste pagine mostrano una testimonianza del persistere, a Carnaby street e non solo, di quel gusto un po’ libertario un po’ esclusivo che oggi si esprime soprattutto attraverso raduni nostalgici e gite in scooter.
Rigorosamente Vespa e Lambretta.
Alessandro Sicuro