A Londra in Carnaby street, come del resto in tutta la city si respira un’aria di tendenza tipicamente anni 60.
Nelle strade, nei negozi, tra i giovani londinesi il look è quello dei Moods e dei Rockers quello stile tipico dei Beatles, dei Rolling Stones, gli Who che con il loro Quadrophenia hanno influenzato generazioni di giovani.
Londra celebra i cinquant’anni di Carnaby street con una festa che attraverserà tutto l’anno, con mostre, concerti, proiezioni e happening di vario genere.
A dire il vero la via è presente nelle carte topografiche della capitale inglese da oltre tre secoli, ma è all’inizio degli anni ‘60 che Carnaby street, lunga nemmeno duecento metri e fino a quel momento piuttosto insignificante, diviene un simbolo. Simbolo di benessere crescente, di voglia di vivere, di modernità, di cultura giovanile.
La strada si popola di boutique alla moda, di caffè alla moda, di personaggi alla moda. Nasce, non solo qui ma soprattuto qui, il primo consumismo del dopoguerra, mescolato a movimenti artistici e culturali, e la colonna sonora è opera di musicisti, soprattutto gruppi, che lasceranno i loro nomi nella storia della musica del ‘900, dai Beatles ai Rolling Stones ai Pink Floyd.
Il mezzo di locomozione “alternativo” tipico del periodo è lo scooter italiano, nelle due versioni Vespa e Lambretta, prediletto dai Mods, i giovani “ribelli di tendenza” di quegli anni londinesi. I Mods, che già nel nome dichiarano la loro voglia di moda e modernità, sono figli del boom economico che cercano esperienze nuove, soprattutto estetiche ma anche di ribellione, pescando spesso dalla Francia e dall’Italia oggetti-simbolo che li distinguano. A chi ha vissuto quel periodo il nome dei Mods richiama subito alla mente quello dei Rockers, il gruppo rivale.
Le due formazioni esprimevano, in modi diversi, lo stesso disagio giovanile e la stessa voglia di cambiare il gusto corrente. Siamo ancora lontani dalla rivolta di carattere sociale e politico che darà vita al ’68, siamo sulle strade di Londra e il fenomeno ha una dimesione più locale, ma i giovani di tutto il mondo occidentale vivono con partecipazione le vicende di questi movimenti. I Mods hanno un abbigliamento più “modaiolo”, mentre i Rockers vestono in pelle e adottano vistose spille metalliche; i Rockers si muovono su vistose e rombanti motociclette, mentre i Mods, come abbiamo visto, prediligono lo scooter. Ma un altro punto
importante di distinzione è la musica: nonostante vi siano punti di contatto fra i due gruppi, i Rockers sono più legati al rock and roll degli anni ’50, i Mods si orientano invece verso le nuove espressioni musicali che, sempre partendo dal rock and roll, prenderanno strade diverse: si guarda anche alla musica “nera”, dal jazz al rhythm and blues al soul, e poi alla musica ska, sempre in nome della ricerca di quella originalità, venata di snobismo, che il movimento esprime.
Gli Who celebreranno nel 1979 la cultura Mod con la rock-opera Quadrophenia. Nel film sono raccontati anche gli scontri che avvennero in quegli anni fra Mods e Rockers. Varie volte le due bande si fronteggiarono in modo violento, per esempio a Brighton e a Hastings, anche se quest’ultima battaglia non ha certo l’importanza storica di quella omonima che nel 1066 segnò la conquista del suolo inglese da parte dei Normanni, guidati da Guglielmo il Conquistatore.
In Italia, il fenomeno Mods arriva alle cronache nel 1965, grazie a una canzone, “Uno dei Mods”, cantata da Ricky Shayne. Non si sa per precisa volontà degli autori e della casa discografica o per una disattenzione, ma nel testo la realtà delle due bande contrapposte è travisata se non addirittura ribaltata. Il cantante, che si proclama appunto “uno dei Mods”, veste sulla copertina come un Rocker, forse perché a un ribelle si confà molto di più il giubbotto di pelle nera che non gli abitini ricercati che indossavano i Mods.
Inoltre, a voler essere pignoli, le due bande vengono trasferite dalla loro originaria Londra a Liverpool: forse per suggestione del nome, forse solo per una questione di metrica del testo. Ma non importa, sono dettagli, il mito, soprattutto quello moderno, vive di immagini, icone, simboli.
E tornando ai simboli a due ruote di cui si è parlato sopra, le foto di queste pagine mostrano una testimonianza del persistere, a Carnaby street e non solo, di quel gusto un po’ libertario un po’ esclusivo che oggi si esprime soprattutto attraverso raduni nostalgici e gite in scooter.
Rigorosamente Vespa e Lambretta.
Alessandro Sicuro
What a fascinating look at the history (past and present) of Carnaby Street. Carnaby is well know in most corners of the world especially being known for it’s unique culture, music, trendy cafes and boutiques. All age groups feel at home on Carnaby Street. It is also interesting to note the use of the scooter (never heard before of the MODS). But it looks like fun, even to try it one time.
The comparison between the two worlds (Rockers and Mods) is equally fascinating to learn of the differences and distinctions between both. As long as they tolerate each other, even with the differences in musical tastes and styles
It will be interesting to hear the Who’s rockopera.
The entire article is fantastic and I learned more history about Carnaby Street that I was sketchy on
BRAVA
L’ha ribloggato su .
L’ha ribloggato su GIUSEPPEPIRULLIPHOTOGRAPHYe ha commentato:
FANTASTICHE!!!!!!!!!!!!!!!!!