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L’ITALIA E’ OF-LINE

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L’ITALIA E’ OF-LINE

BANDA LARGA? QUI NON E’ L’ERA DELL’ACCESSO di (JEREMY RIFKIN),  MA L’ERA DELL’OSCURANTISMO, IL PAESE HA LIVELLI DI COPERTURA INTERNET DA TERZO MONDO.

NEL 2014 IL 32% DELLA POPOLAZIONE TRA I 16 E I 74 ANNI NON SI È MAI CONNESSA A INTERNET, STATISTICHE CHE MOSTRANO UN PAESE NEL MEDIO EVO PIU’ PROFONDO.

Da uno studio della Commissione Europea, in Italia solo il 21% delle famiglie ha accesso all’Internet veloce, il dato di copertura più basso tra i vari membri della Comunità Europea. Una connessione più lenta significa servizi più arretrati,             siti di e-commerce meno sicuri, servizi e piattaforme che stentano a decollare…

Una Pubblica Amministrazione on line che non potrà mai diventare veramente 2.0, perdendo l’ennesimo appuntamento con la digitalizzazione globale e con la semplificazione della P.A. e di tutti quei progetti pubblicizzati dai governi rampanti, con idee vincenti ma spesso ostacolate da interessi lobbistici o burocratici. Eppure la filiera corta della pubblica amministrazione potrebbe veramente dare connotati vincenti a questo paese. Perché stenta a decollare? per il ritardo dell’Agenda Digitale.

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Oggi se non sei on-line non sei nessuno e non lavori con nessuno. I colossi americani guidati dalle alte tecnologie della silicon valley, stanno fagocitando tutti i mercati ed i business, in barba alla vecchia europa e la preistorica italia.

Prima di ragionare su internet a due velocità, in Italia è il caso di discutere di velocità e basta. Quella delle connessioni alla Rete è bassa: nel terzo trimestre 2014 la media è 5,5 Megabit al secondo, secondo l’ultimo rapporto Akamai. Tradotto in attività quotidiane, significa ad esempio che per scaricare un film acquistato su un negozio online ci vogliono trenta minuti, mentre in altri Paesi ne bastano quattro o cinque.

SATELLITI GOOGLE IN ORBITA PER PORTARE INTERNET IN TUTTO IL MONDO

Colpa di una infrastruttura tecnologica ancora non allineata agli standard dei Paesi più avanzati: la sorpresa non è tanto che a batterci in velocità sia la Svizzera (15,5 Mbps) o che prima al mondo sia la Corea del Sud (25,3 Mbps), ma che nella classifica mondiale siamo pari con l’Uruguay.

I dati di Akamai, come tutte le rilevazioni, sono opinabili, ma i numeri rimangono sconfortanti da qualunque fonte provengano: per la Commissione Europea, ad esempio, in Italia solo il 21% delle famiglie ha accesso all’Internet veloce, il dato di copertura più basso tra i vari membri della Comunità.

LA TARGA IEEE, NEL  LUOGO DI NASCITA DI INTERNET

                                       CONNETTIVITA’ E’ SVILUPPO SOCIALE

Una connessione più lenta significa servizi più arretrati e più scomodi da usare, siti di e-commerce meno sicuri, servizi e piattaforme che stentano a decollare. La pubblica amministrazione, le banche e le scuole online, ad esempio. O la televisione su internet, e questo non vuol dire solo lo streaming di film e programmi tv, ma pure la vendita di televisori (si calcola che una smart tv su due non sia mai stata collegata in Rete).

Più che i televisori, però, contano le persone: secondo Eurostat, l’Istituto Europeo di statistica, nel 2014 in Italia il 32 per cento della popolazione tra 16 e 74 anni non si è mai connessa a Internet, non ha mai mandato una mail, non usa Whatsapp, non ha mai comprato oggetti o servizi online.

Il grande controsenso è che nonostante si registrino  questi enormi Gap, a livello connettività e velocità di banda, Tra L’italia e gli Stati Uniti, l’Italia annovera un maggior numero di utenti, ed in crescita, nell’accesso ai social. Siamo più social  ma con una banda molto più bassa e molto meno diffusa. Questo significa che se venissero accelerati i processi di sviluppo di una diffusione capillare di accesso alla rete, (la famosa agenda digitale).  Immaginate gli enormi vantaggi della connessione nelle scuole di campagna, dove non lo usano per problemi di linea. Alle aziende non competitive perchè non presenti sui social e nei canali e-commerce, dove si sta svolgendo la vera partita globale del vero e-business. Immaginate i musei italiani molto spesso costretti a non sviluppare sitemi di e-commerce per la vendita dei biglietti on-line perchè non serviti da una rete veloce, perdendo così, la prevendita on-line dei tours operators americani e internazionali.

Peggio di noi la Romania, dove però chi si connette ha una velocità media ben più alta: il doppio, secondo Akamai, addirittura otto volte per Ookla.net, uno dei siti più usati in tutto il mondo per testare la velocità di collegamento. Siamo messi meglio con la rete mobile: le connessioni internet via smartphone e tablet crescono, la velocità è nella media della Comunità europea. Sarà un telefonino a salvarci? Speriamo: portando la spesa per il digitale del 4,8 per cento del Pil al 6,6 per cento, secondo Confindustria potrebbero nascere 700 mila posti di lavoro da qui al 2020.

Agenda Digitale, ricordate questo nome.

Alessandro Sicuro

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