Aprile 19, 2024

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Gli Effetti della Dieta Mediterranea

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Gli Effetti Benefici della Dieta  Mediterranea

Negli ultimi anni sono state pubblicate ampie e significative ricerche che danno importanti segnali dell’esistenza di un rapporto causale tra la Dieta Mediterranea e la riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari, tumori ed altre patologie gravi. Qui sotto proponiamo una selezione di alcuni tra i più importanti studi sull’influenza della Dieta Mediterranea su tali patologie.

CORRELAZIONE TRA DIETA E DIVERSE PATOLOGIE

Il progetto SUN

Il progetto SUN (Seguimiento Universidad de Navarra), dell’Università di Navarra in Spagna, ha studiato l’effetto della Dieta su ipertensione, sul diabete, sull’obesità, sulla malattia coronarica e su altre patologie. E’ uno studio ancora aperto, ma il reclutamento è iniziato nel 1999 ed ha raggiunto i 17500 soggetti circa. I risultati disponibili fino ad ora rilevano che:

  • vi sarebbe un’associazione inversa tra l’olio d’oliva o tra l’adesione a un modello alimentare mediterraneo e l’infarto del miocardio;
  • in particolare per gli uomini, dopo 28,5 mesi una dieta mediterranea ricca di olio d’oliva si associa a un ridotto rischio d’ipertensione;
  • dati relativi a circa 14000 soggetti hanno anche evidenziato che chi aderisce a una stretta dieta mediterranea presenta un rischio inferiore di sviluppare il diabete;
  • in più di 13600 soggetti è stata rilevata una minore probabilità di sviluppare eventi cardiovascolari per coloro che seguono una dieta di tipo mediterraneo;
  • l’assunzione di determinate vitamine, presenti in quantità consistenti nella dieta mediterranea, è inversamente associata alla depressione.

Lo studio SUN ha indicato la superiore qualità dei grassi assunti tramite la dieta mediterranea come possibile causa di questi effetti benefici.

Lo studio ATTICA

Lo studio ATTICA dell’Università di Atene è stato condotto negli anni 2001-2002, e vi hanno partecipato 3024 soggetti di età compresa fra 20 e 89 anni, per la maggior parte uomini della regione di Attica in Grecia. I partecipanti allo studio sono stati scelti perché non presentavano segni di malattia cardiovascolare e infezioni virali croniche al momento dell’arruolamento. Ai partecipanti è stato assegnato un punteggio, chiamato MedDietScore, che misura il livello di aderenza al modello tradizionale della Dieta Mediterranea. Lo studio ATTICA ha dimostrato che una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea riduce il rischio per lo sviluppo della disfunzione sistolica ventricolare sinistra nei pazienti affetti da sindrome coronarica acuta.

L’esatto meccanismo con cui questo tipo di dieta riduce il rischio di malattia cardiovascolare non è pienamente compreso, ma anche alla luce dello studio ATTICA si ipotizza che lo stile di vita mediterraneo contribuisca a una normalizzazione dei livelli plasmatici di colesterolo totale e del colesterolo delle lipoproteine a bassa densità (LDL). La Dieta Mediterranea contribuirebbe anche al controllo di altri fattori di rischio cardiovascolare come:

  • insulinoresistenza
  • disfunzione endoteliale
  • aggregazione piastrinica
  • stress ossidativo
  • infiammazione cronica

In particolare, si ascrive il miglioramento del profilo lipidico alla attività anti-ossidante dei composti polifenolici contenuti nel vino rosso, che provocherebbe anche il miglioramento del sistema di coagulazione e fibrinolisi, dell’aggregazione piastrinica e della funzione endoteliale. In sintesi, secondo un complicato processo, l’attività vasodilatatoria da parte dei polifenoli presenti nel vino si traducibile in un miglioramento del rischio cardiovascolare. Proprietà anti-ossidative e la capacità di ridurre i livelli di LDL si riscontrano anche nell’acido oleico, nei composti fenolici nella vitamina E presenti nell’olio d’oliva, mentre gli acidi grassi polinsaturi e gli acidi omega-3 dimostrano una capacità di ridurre i trigliceridi plasmatici e di ridurre il rischio e la mortalità cardiovascolare tramite un’azione antiaritmica.

DIETA MEDITERRANEA E CANCRO

Lo studio EPIC

Lo studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition, che significa “Investigazione prospettica europea sul cancro e la nutrizione) è il più vasto studio di popolazione condotto sui rapporti tra dieta e salute. E’ coordinato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro che appartiene all’Organizzazione Mondiale per la Sanità, e vi hanno preso parte 520000 persone provenienti da dieci paesi europei:

  • Danimarca
  • Francia
  • Germania
  • Grecia
  • Italia
  • Olanda
  • Norvegia
  • Spagna
  • Svezia
  • Regno Unito

Lo studio EPIC tenta di chiarire i rapporti tra dieta, fattori ambientali, stile di vita e incidenza di cancro e di altre malattie croniche. Gli autori dello studio hanno esaminato la relazione tra grado di aderenza alla dieta e incidenza di cancro un campione di 25623 soggetti. Per valutare il grado di aderenza alla Dieta Mediterranea tradizionale dei soggetti i ricercatori hanno utilizzato un questionario e assegnato un punteggio che va da 0 a 10. Un follow-up dopo quasi 8 anni ha rilevato 851 casi di cancro clinicamente confermati, e gli autori hanno potuto riscontrare che un più alto grado di aderenza alla dieta mediterranea si associa a una minore incidenza del cancro globale. In particolare, un incremento di due punti nel punteggio di aderenza alla Dieta corrisponde a una riduzione del 12% dell’incidenza di cancro. Lo studio EPIC ha inoltre evidenziato che l’interazione tra i componenti della Dieta potrebbe avere effetti di maggiore entità che l’assunzione di singoli componenti della Dieta. L’indagine dello studio EPIC, ancora in corso, fornirà preziose informazioni scientifiche sui rapporti tra alimentazione e malattie.

DIETA MEDITERRANEA E MALATTIE CARDIOVASCOLARI 

Gli studi Interheart e Predimed (Prevencion Dieta Medieterranea)

Il rischio di infarto del miocardio acuto è collegato quasi esclusivamente a nove fattori di rischio. Essi sono:

  • tabagismo
  • alti livelli di colesterolo
  • ipertensione
  • diabete
  • obesità addominale
  • stress
  • mancanza di consumo quotidiano di frutta e verdura
  • consumo di alcol
  • mancanza di esercizio fisico

Lo studio Interheart è un vasto studio che si concentra sui soggetti con infarto del miocardio. Sono stati arruolati soggetti in 52 paesi di tutti i continenti, per un numero totale di 15152 casi e 14820 controlli. Come casi, sono stati selezionati pazienti che avevano avuto un infarto del miocardio e che si presentavano in unità coronarica entro 24 ore dall’inizio dei sintomi. Come controlli sono stati selezionati pazienti comparabili per sesso ed età ma che non avevano avuto malattie cardiache. Lo studio Interheart ha concluso che le strategie di prevenzione della malattia coronarica possono essere basate su principi simili in tutto il mondo, dunque è necessario investire sui fattori di rischio, compresa l’alimentazione.

Lo studio Predimed (Prevencion Dieta Mediterranea), uno studio multicentrico di prevenzione primaria della malattia cardiovascolare, ha evidenziato che i fattori di rischio cardiovascolari possono migliorare se una dieta povera di grassi viene integrata con olio d’oliva o noci, seguendo la tradizione della Dieta Mediterranea.

Il Lyon Diet Heart Study e lo studio GISSI-Prevenzione

Il Lyon Diet Heart Study ha accertato se una dieta di tipo mediterraneo può diminuire il tasso di recidiva dopo un primo infarto miocardico. I risultati dello studio, di tipo randomizzato, mostrano che l’effetto protettivo della Dieta Mediterranea si mantiene fino a quattro anni dopo l’infarto. Lo studio GISSI-Prevenzione ha invece dimostrato che nei pazienti con infarto miocardico che sono riusciti a mettere in pratica alcuni consigli dietetici, che comprendevano l’aumento del consumo di cibi mediterranei, il rischio di morte precoce è diminuito indipendentemente da qualsiasi trattamento farmaceutico.

DIETA MEDITERRANEA E DECLINO COGNITIVO

Lo studio ILSA (Italian Longitudinal Sutdy on Aging) e lo studio HALE

L’ILSA (Italian Longitudinal Sutdy on Aging, ovvero “Studio Longitudinale Italiano sull’Invecchiamento”) ha, valutato l’impatto del consumo di alcool sull’incidenza di decadimento cognitivo lieve e la progressione verso la demenza. E’ emerso che i pazienti con lieve alterazione cognitiva che consumavano circa 15 grammi al giorno di alcol (bevitori moderati) hanno avuto un tasso di progressione minore verso la demenza dei pazienti astemi. Lo studio HALE (Health Aging: a Longitudinal Study in Europe, ovvero “Invecchiamento e salute, uno studio longitudinale in Europa”) ha valutato 3496 soggetti di 10 paesi europei, ed ha concluso che le analisi dei dati raccolti “portano a concludere che gli individui di età compresa tra i 70 e i 90 anni che seguono una dieta mediterranea presentano una riduzione della mortalità superiore al 50% per tutte le cause e per cause cardiovascolari e tumori”.

LA DIETA MEDITERRANEA E I GIOVANI

Lo Studio Multicentrico sulle Abitudini Alimentari dei Giovani

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto di Neuroscienze e la Sezione Clinica per lo studio dell’Invecchiamento di Padova hanno coordinato una ricerca sull’alimentazione dei giovani e l’obesità. La ricerca è stata condotta dall’Università di Padova, patrocinata dal Ministero per le politiche agricole e in collaborazione con l’Associazione Amici di Ostuni e i Comuni di Ostuni, Conegliano (Treviso) e Montichiari (Brescia). A questolink è disponibile il PDF dell’articolo sui dati raccolti pubblicato sulla rivista scientifica Nutrition Research.

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