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La Medicina del futuro è già quì. Mappatura del Genoma Umano, Cellule Staminali, Nanotecnologie

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La mappatura del Genoma Umano,

Le Cellule Staminali, le Nanotecnologie

Mentre in Italia si faceva guerra ai titolari del  caso Stamina, nei laboratori di tutto il mondo la ricerca di base in ambito medico e quella destinata alle applicazioni cliniche facevano passi da gigante. Anche nei laboratori di casa nostra, sebbene non se ne sia accorto quasi nessuno, visto che l’attenzione era tutta per il controverso metodo Stamina e le sue vicende politiche e giudiziarie, speriamo che tra dieci anni, ci si accorga, magari perchè pubblicati da importanti riviste scientifiche inglesi o americane, come è accaduto per il caso Di Bella, che era tutto lavoro di ricerca ottimo.                                                           

Abbiamo inserito una salamandra per le sue particolari caratteristiche. Se perde la coda o una zampa, ne genera una nuova di zecca e perfettamente funzionante. Lo stesso accade alle pinne del pesce zebra. Altri vertebrati, come gli uccelli, i mammiferi e la specie umana, hanno perduto questa straordinaria capacità nel corso della loro storia evolutiva. Ma non è detta l’ultima parola: il programma genetico che controlla la ricostruzione degli arti è ancora scritto nel loro, e nel nostro, Dna e un gruppo di ricercatori del Salk Institute di La Jolla, in California, lo ha decodificato e riattivato. Come? Il genetista Juan Carlos Izpisúa Belmonte e i suoi colleghi hanno portato a termine uno straordinario esperimento: hanno rimosso l’ala di un embrione di pollo e, stimolando le cellule residue, ne hanno fatta crescere una nuova, completa di ossa, muscoli, pelle e vasi sanguigni.”

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“La ricerca medico-scientifica non ha mai percorso un cammino così ricco di nuove conoscenze come nell’ultimo quarto di secolo, e oggi sono molte le aree di frontiera e le strategie nuove di questo ambito di scientifico”. 
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Tra i protagonisti di questa rivoluzione annunciata, anche se non ancora compiuta, ci sono le cellule staminali. Come spiegano nel loro articolo Luciano Conti, ricercatore all’Università degli Studi di Milano, ed Elena Cattaneo, professore ordinario di farmacologia all’Università degli Studi di Milano e senatrice a vita, attualmente le staminali sono un valido strumento di cura solo in ambito ematologico e nel trattamento di alcuni epiteli. Il resto deve ancora passare il vaglio di una fase di sperimentazione.

Una classe di staminali promettenti sono le pluripotenti indotte, ottenute ri-programmando cellule adulte (iPS), come ha scoperto nel 2006 il giapponese Shinya Yamanaka, il quale nel 2012 èstato premiato con il Nobel per la medicina proprio per i suoi studi pionieristici sulle iPS. L’arco temporale della vicenda delle staminali pluripotenti indotte (sei anni tra la scoperta e il massimo riconoscimento) è esemplificativo della velocità con cui si muove oggi la ricerca biomedica. Tutto questo sarebbe stato impensabile senza quella grande impresa scientifica che è passata alla storia come Progetto Genoma Umano. Tuttavia, il sequenziamento completo del DNA della nostra specie, annunciato nel 2000 in una cerimonia alla Casa Bianca dall’allora presidente Bill Clinton insieme a Francis Collins e Craig Venter, non ha ancora portato alla moltitudine di applicazioni biomediche promesse e soprattutto alla cosiddetta medicina personalizzata. In realtà, come spiega l’articolo di Stephen Hall, giornalista che segue il Progetto Genoma Umano fin dagli albori, la strategia della ricerca dei geni alla base delle malattie è sempre valida. Finora sono state le tecniche a latitare, ma quelle di nuova generazione dovrebbero finalmente far progredire gli studi che indagano sulle basi genetiche delle principali patologie.

La tutela della salute passa anche per i vaccini, altro ambito di ricerca in cui l’Italia ha un ruolo di primo piano nel contesto globale. Una delle innovazioni più interessanti è la reverse vaccinology, grazie a cui si progettano vaccini partendo dal genoma di un patogeno. È una strategia che promette vaccini più sicuri ed efficaci per malattie non prevenibili con l’attuale metodo di produzione, ed è stata sviluppata nei laboratori di Siena diretti da Rino Rappuoli, autore di un articolo sull’argomento insieme alla biologa Lisa Vozza.

E poi ci sono tanti altri settori emergenti della ricerca raccontati nella quarta uscita di Frontiere, dalla medicina rigenerativa all’uso delle nanotecnologie nella somministrazione di farmaci. Dagli organi artificiali alla terapia genica (altro vanto per l’Italia, con i risultati ottenuti dal gruppo di Luigi Naldini dell’Istituto Telethon-San Raffaele per la terapia genica). Con una menzione speciale per un altro autore italiano, Mauro Giacca, direttore della sede italiana dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology, che ha scoperto come riparare cuori infranti, ovvero come stimolare la proliferazioni delle cellule contrattili del cuore. Un risultato promettente per la cura delle cardiomiopatie.

Alessandro Sicuro

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