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Onde elettromagnetiche. Il WiFi è pericoloso?

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Il WiFi è pericoloso?

Prima di dare una risposta (che più che una risposta è una considerazione alla luce degli studi ad oggi effettuati, ma potremmo venir smentiti) vediamo bene questo grafico  in testata.

fonte : [Immagine: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/co…it.svg.png]

Il grafico rappresenta lo spettro elettromagnetico nel quale possiamo notare le radiazioni caratterizzate da una lunghezza d’onda molto piccola (alta frequenza) che sono le più pericolose e sono dette ionizzanti  (ultravioletto, ai raggi X e ai raggi gamma).

I router Wi-Fi trasmettono informazioni utilizzando radiazioni non ionizzanti: ciò significa che la lunghezza d’onda è maggiore (frequenza minore) di quella della luce (spettro ottico, visibile) ed, in questi casi, non vi sono rischi di alterazione delle cellule.
Vediamo ora alcune FAQ tratte dall’Istituto Superiore di Sanità

Un’antenna WiFi posizionata nella tromba delle scale, che quindi fornisce il segnale a più piani, può causare danni alle persone e in particolare ai bambini?

Non ci sono evidenze scientifiche di danni alla salute dei campi elettromagnetici a radiofrequenza generati dai sistemi WiFi . Inoltre, i livelli di esposizione sono molto inferiori ai limiti di esposizione raccomandati a livello internazionale e a quelli in vigore in Italia. Questo è vero anche nel caso di antenne che servano diversi appartamenti o ambienti. Si deve anche osservare che le pareti attenuano notevolmente il segnale.

Sulla base dei dati scientifici disponibili, esistono rischi per la salute da esposizione alle radiazioni delle antenne wireless? Quale distanza minima e quale tempo massimo di esposizione è consigliato nell’uso di un computer?

Non ci sono evidenze scientifiche di danni alla salute dei campi elettromagnetici a radiofrequenza generati dai sistemi wireless, né è stato identificato alcun meccanismo di interazione con il corpo umano che li possa far prevedere.
Non esiste quindi nessuna base logica per raccomandare distanze limite dalle sorgenti (siano queste il computer o il router), o per limitare il tempo di esposizione. (Raccomandazioni del genere potrebbero anzi essere interpretate come un’ammissione di rischio e creare preoccupazioni ingiustificate.)

A conforto di quanto sopra esposto interviene questo documento dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di cui riporto la conclusione:

“Considerati i livelli di esposizione molto bassi e i dati accumulati fino ad oggi, non c’è nessuna evidenza scientifica che i deboli segnali prodotti dalle stazioni radio base e dalle reti wireless possano provocare effetti nocivi per la salute”.

A questo aggiungo che un router Wi-Fi non è mai posto troppo vicino al corpo o addirittura si trova in un altro locale. A scopo precauzionale può essere ragionevole non sedersi a meno di un metro di distanza dal router Wi-Fi e non tenere, ad esempio, il portatile appoggiato sulle gambe mentre lo si utilizza. E comunque la potenza del segnale WiFi diminuisce rapidamente in base a quanto ci si distanzia dal router o access point, in base alla legge dell’inverso del quadrato


Se da un lato le precedenti considerazioni “ridimensionano” il Pericolo WiFi, non può altrettanto dirsi per i cellulari.

Infatti l’OMS nè delinea questo profilo (pur precisando che servono ancora studi più approfonditi e specifici)

I campi elettromagnetici prodotti dai telefoni mobili sono stati classificati dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro come possibilmente cancerogeni per l’uomo.
Sono in corso studi finalizzati a valutare in modo più completo i potenziali effetti a lungo termine dell’uso dei telefoni cellulari.

Decisamente prudenti i Francesi che in uno studio della loro Agenzia Sanitaria per la Sicurezza all’Ambiente precisano che:

Bambini-Ragazzi-Adulti. Tre diverse autodifese del corpo

Sull’importante questione relativa al livello di rischio per i bambini, il rapporto del 2001 concludeva in questi termini: “I differenti dati portano il gruppo di esperti a raccomandare un atteggiamento di prudente evitamento, senza ritenere che i dati scientifici attuali giustifichino norme stringenti.” Pochi elementi nuovi si sono resi disponibili dopo quella data, malgrado la realizzazione di diversi studi, essenzialmente di tipo dosimetrico. Oggi si sa che le modifiche delle proprietà dielettriche dei tessuti e della morfologia della testa sono di poco conto dopo l’età di due anni.
La conclusione del gruppo di esperti è dunque che, in attesa di nuovi dati scientifici e alla luce dei cambiamenti d’uso già percettibili e corrispondenti ad un allontanamento del telefono dalla testa, la conclusione del rapporto del 2001 è sempre valida e che bisogna intensificare la ricerca su questo tema.

In base al Principio di Precauzione di matrice Europea (in assenza di altri studi specifici) Si tratta dunque di evitare ogni esposizione inutile o superflua e questo soprattutto nel caso dei telefoni mobili.

Quindi la miglior risposta al quesito iniziale si chiama Buon Senso.

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