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Moda e Arte: 10 mostre da non perdere nel 2017

Firenze 18 Maggio 2016 Museo Ferragamo Exhibition “Tra Arte e Moda” “Ottocento alla Moda” Sala del Fiorino Palazzo Pitti © 2016 Guglielmo de’ Micheli per Salvatore Ferragamo

M.A.M.
Moda Arte Musei

LO SCHEMA VINCENTE ADOTTATO DAI MAGGIORI MUSEI INTERNAZIONALI SI DIFFONDE  OVUNQUE.
ED’ E’ SUBITO TENDENZA QUELLA DI ASSOCIARE LA MODA E LA SUA STORIA AGLI AMBIENTI MUSEALI UN TEMPO CONSIDERATI SANCTA SANCTORUM INVIOLABILI.

I MUSEI DI TUTTO IL MONDO ADOTTANO  LO SCHEMA M.A.M.

Il 2017 sarà un anno ricco di opportunità e suggestioni per gli amanti della moda e dell’arte. Se poi si tratta di mostre che mettono al centro di tutto la moda in ogni sua sfumatura, il 2017 non potrebbe iniziare meglio di così, circondati di storia e bellezza. Partiamo da Palazzo Morando a Milano, dove dal 15 dicembre, fino al 2 luglio 2017, è aperta al pubblico “Ricami di luce. Paillettes e lustrini nella moda di Palazzo Morando 1770-2004” a cura di Gian Luca Bovenzi, Barbara De Dominicis e Ilaria De Palma. Una piccola ma accurata selezione fra gli oltre 4000 capi raccolti dal palazzo storico milanese: un affascinante viaggio sui celebri piccoli dischetti di luce, prima in metallo poi in gelatina e PVC, fino al modernissimo poliestere.


Sempre a Palazzo Morando, giovedì 26 gennaio debutterà nelle Sale Museali “Manolo Blahnik. The art of shoes“, una retrospettiva volta a illustrare il complesso mondo dello “scultore delle scarpe”. Una selezione di oltre 80 disegni originali, 200 scarpe provenienti da ogni angolo del mondo e 20 scatti esclusivi dei più rinomati fotografi, (tra i quali Helmut Newton) che hanno immortalato le iconiche scarpe nei contesti più vari.

Dal 18 gennaio al 1 maggio si terrà invece a Settimo Torinese la mostra “Pirelli in 100 immagini”: un percorso articolato in 6 diverse sezioni con fotografie dei più grandi artisti degli ultimi decenni, tra cui Bruce Weber, Helmut Newton, Herb Ritts, Annie Leibovitz e un incredibile inedito di Peter Lindbergh scattato proprio nella città piemontese.Un evento di rilievo, che si inserisce all’interno del programma per Settimo Torinese città capitale della cultura 2018.


Il 9 gennaio ha aperto i battenti a Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini, “Fashion in Florence through the lens of Archivio Foto Locchi”. La mostra racchiude 100 rarissimi scatti in cui viene raccontata la storia della moda a Firenze dagli anni ’30 ai ’70 del Novecento: un progetto che nasce dall’incontro tra l’Archivio Storico Foto Locchi, il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt, il Centro di Firenze per la Moda Italiana e la casa editrice Gruppo Editoriale, con l’intento di rendere omaggio al legame storico tra la città e la moda.

Voliamo poi a Parigi, dove l’8 marzo verrà inaugurata al Musée Bourdelle “Balenciaga, l’œuvre au noir”: un omaggio al couturier concepito dal Palais Galliera come mostra extra-murale. Il percorso risuonerà del tono nero che tanto ha ispirato “l’alchimista” della haute couture, tra i ricordi della tradizione folkloristica spagnola durante l’infanzia e la sua evoluzione concettuale, in cui il non colore diventa simbolo di trascendenza e infinite possibilità di plasmare la materia. Una retrospettiva vibrante, dal “palloncino” del 1950 all’abito crêpe del 1964, sulle visioni di colui che, come disse Christian Dior, “aveva come unica religione gli abiti”.

Sempre a partire dall’8 marzo, la Ville Lumière continuerà a stupire parigini e non con la mostra “Travaux de dame” al Musée des Arts Décoratifs. La tematica raggruppa non solo le attività artistiche alle quali le donne sono state confinate fino all’inizio del XX secolo, ma ne mette in luce i primi segnali, che hanno rappresentato il lungo cammino verso l’emancipazione e l’ottenimento del pieno statuto di artista. Non solo moda, ma anche fotografia, disegno e arti grafiche, con opere di Elsa Schiaparelli, Sonia Delaunay, Charlotte Perriand, Kristin McKirdy, Hella Jongerius, Rei Kawakubo e molte altre.

Ad Antwerpen, in Belgio, il MoMu presenterà dal 31 marzo al 27 agosto 2017 una prima, inedita esposizione delle collezioni disegnate da Martin Margiela per la maison Hermès: un omaggio che esplora i legami con le collezioni del suo marchio tra decostruzione innovatrice, recupero delle materie e lusso senza tempo, dal 1997 al 2003. Quello celebrato in “Margiela – Les années Hermès” è l’approccio concettuale del couturier, che ha cambiato le regole del fashion system dalla creazione alla comunicazione.

Come dimenticare la capitale britannica della moda, Londra? A Kensington Palace, dal 24 febbraio 2017 va in mostra “Diana: Her Fashion Story”. A vent’anni dalla scomparsa della Principessa, viene celebrata la sua vita pubblica attraverso i look che hanno contribuito a crearne il mito, dall’indimenticabile l’abito indossato per ballare con John Travolta alla Casa Bianca alla blusa di Emanuel del fidanzamento con Carlo. La mostra permetterà al grande pubblico di sbirciare nel guardaroba di Diana, tra abiti glamour e tenute più sobrie da lavoro, fino ad alcuni bozzetti originali di abiti pensati esclusivamente per lei.

Il 26 maggio invece, il Fashion and Textile Museum aprirà le porte di “The World of Anna Sui”, la fashion designer americana che da Detroit a New York ha reinventato la pop colture delle ultime generazioni. Dalla sua prima collezione del 1991 l’irriverente stilista ha presentato e sconvolto con il suo rock n’roll intriso di romanticismo diverse figure “archetipiche”, dai surfer agli hippie, fino agli intramontabili punk. Questa è la prima retrospettiva dedicata ad una designer americana nel Regno Unito.

Infine, impossibile non citare  dal 1 ottobre 2017 al MoMa. Una selezione di 99 capi d’abbigliamento, dai pezzi basic agli accessori, esplorati seguendo un filo rosso tanto semplice quanto intricato:  l’impatto degli indumenti avuto sulla storia e sulla società tra il XX secolo e il XXI, ovvero come una semplice t-shirt bianca, o ancora i Levi’s 501 o la petite robe noire, abbiano avuto il potere di creare intere correnti e definire identità. Un percorso di ricerca che mette in luce i risvolti culturali delle scelte, decisive per intere generazioni, dei designer attraverso la sperimentazione.
                               
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