La dieta dei Templari: ecco perché vivevano 30 anni più degli altri
Il regime alimentare era un obbligo per i cavalieri del Basso Medioevo. Alcuni vissero fino a 70 anni.
Pesce e legumi alla base dei loro pasti. La carne non più di tre volte alla settimana.
È quanto emerge dai documenti storici relativi all’epoca compresa tra l’XI e il XIV secolo, che portano a immaginare i Templari come agli ultracentenari di quel tempo. «È evidente che c’era una peculiarità nel loro stile di vita che li portava a vivere più a lungo degli altri, riconducibile in primo luogo alla loro alimentazione», sottolinea Francesco Franceschi, direttore del reparto di medicina d’urgenza al Policlinico Gemelli di Roma, che ha firmato una ricerca dal titolo «The diet of Templar Knights: Their secret to longevity?», da poco apparsa sulla rivista scientifica internazionale Digestive and Liver Disease.
«I rappresentanti dell’ordine dei Templari – spiega Franceschi – seguivano uno stile di vita sancito dalla “regola templare latina”, che includeva capitoli riguardanti l’alimentazione e l’igiene a tavola. Riguardo all’alimentazione – prosegue il professore – una regola vietava loro di mangiare carne per più di tre volte alla settimana. Questa era sostituita con pesce, verdure e soprattutto legumi, che rappresentano i più potenti
Rispetto all’alimentazione classica del tempo, prevalentemente a base di carne (specialmente per le classi agiate), i Templari prediligevano quindi un modo di mangiare a ridotto contenuto di grassi, che allontanava il rischio di tumori del tratto digestivo e di sindrome metabolica, che da sempre costituisce un terreno fertile per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, diabete e tumori.
Anche l’igiene in tavola aveva la sua importanza. I rappresentanti dell’Ordine dei Templari nutrivano infatti attenzioni particolari alla pulizia e alla qualità degli alimenti: mangiavano solo in refettori curati e su tovaglie pulite, avevano l’obbligo di lavarsi le mani prima di mangiare e vietavano a chi faceva lavori manuali – ad esempio ai maniscalchi o ai contadini – di servire il cibo in tavola, in modo da mantenere la giusta igiene durante i pasti.
Il cibo consumato era inoltre sottoposto a stretti controlli che interessavano tutta la filiera, così che venivano portati in tavola alimenti di buona qualità e privi di potenziali rischi di trasmissione di malattie virali o parassitarie. Inoltre, sottolinea Franceschi: «I Templari furono i precursori della piscicoltura e quindi allevavano il pesce che mangiavano. In più era vietato loro il consumo di cacciagione, mentre la carne e altri prodotti che mangiavano provenivano esclusivamente dall’Europa e quindi erano più sicuri e di qualità».
ALCOL «DILUITO»
Dai documenti storici traspare che anche il loro modo di bere era migliore. In sostituzione al vino classico, ad
L’acqua inoltre era spesso insaporita con agrumi, che oltre a disinfettarla fornivano vitamina C e licopene, elementi utili sul piano metabolico e nella prevenzione di numerose patologie. «In conclusione – afferma Franceschi – la dieta e le abitudini di vita potrebbero essere la spiegazione per la straordinaria longevità dei Templari: se questo è il caso, il motto “imparare dal passato” non è mai stato così appropriato».