Aprile 25, 2024

ALESSANDRO SICURO COMUNICATION

FREE PRESS & CULTURE ON LINE

Il comparto moda Italia 67mila aziende e 88 miliardi di euro di fatturato asset primario dell’economia .

Confindustria moda è la nuova “casa” di tutte le diverse anime del settore, fatto di oltre 67mila aziende e che vale 88 miliardi di euro di fatturato.

Confindustria Moda entra in azione: «Non saremo solo un manifesto»

Definire Confindustria Moda come l’insegna-ombrello sotto cui trovano rifugio il tessile-abbigliamento di Smi, le scarpe di Assocalzaturifici, le borse di Aimpes, gli occhiali di Anfao, le pellicce di Aip, i gioielli di Federorafi e, infine, la pelle di Unic, può essere riduttivo. Confindustria moda infatti è la nuova “casa” di tutte le diverse anime del settore, fatto di oltre 67mila aziende e che vale 88 miliardi di euro di fatturato.

«Non siamo un semplice manifesto o una campagna di comunicazione, ma un contenitore di servizi e, anche, di idee». A rivendicare questo ruolo strategico dell’associazione, nata il primo di gennaio 2018 unendo le otto federazioni preesistenti, sono i due co-direttori: Gianfranco Di Natale, anche direttore generale di Smi, e Astrid Galimberti che ricopre lo stesso ruolo in Anfao. «Abbiamo fatto tutto in tempi rapidissimi – riassume Di Natale a cui è andata la responsabilità per gli affari istituzionali -: in due anni siamo passati dall’atto costitutivo al trasloco nella nuova sede».

La nuove sede, in questione, è quella in via Riva Villasanta a Milano, a due passi dalla sede Rai di corso Sempione, un ex azienda di cravatte, dove vivranno fianco a fianco tutti i soci fondatori (ma con quote diverse e con Smi che da sola pesa per il 47%) e le relative manifestazioni fieristiche di riferimento, in qualità queste ultime di soci indiretti.

In tutto, oltre 100 professionisti. Ma a cosa lavorerà la squadra guidata per i primi due anni dal presidente Claudio Marenzi, che poi passerà il testimone a Cirillo Marcolin, attuale vice, all’interno di una governance che prevede mandati biennali e alternati tra associazioni. «Come primo step – fa il punto Galimberti, che ha la delega per gli affari interni – Confindustria Moda offrirà ai propri associati servizi di consulenza legale, gestione delle relazioni industriali e un centro studi».

«L’attività dell’ufficio studi – prosegue di Natale – sarà potenziata – e seguirà tutti i comparti con l’ambizione di imporsi come la voce più qualificata di informazione economica del settore». Le singole associazioni (e i rispettivi presidenti ed executive) però non scompaiono e mantengono la loro autonomia operativa su temi verticali e specifici di ciascun settore, come ad esempio gli eventi di promozione all’estero e le fiere.

«Anche se – anticipano i due co-direttori – siamo certi che da questa co-abitazione nasceranno una serie di collaborazioni spontanee specie sul fronte delle fiere in giro per il mondo, della convegnistica e della comunicazione». «Certo – fa notare Di Natale – non è detto che ci si muova sempre in blocco, le sinergie potranno riguardare alcune associazioni e non altre a seconda dei casi».

Ma il primo obiettivo della nascita di Confindustria Moda resta quello di dare al tutto il settore moda allargato rilievo maggiore all’interno del sistema confindustriale, dove il comparto è sempre stato considerato importante, ma secondario rispetto ad altri. «Insieme -concludono i due dirigenti – siamo diventati la seconda associazione di Confindustria. E questo porterà a una considerazione maggiore anche da parte del governo, quando arriverà il momento di portare avanti le nostre istanze».

E, infine, alla domanda su quali saranno queste istanze Di Natale e Galimberti glissano, ma assicurano. «Ve ne accorgerete molto presto».

0ccbdf629zfzy6i   schermata-2017-01-16-alle-21-05-12

Scopri di più da ALESSANDRO SICURO COMUNICATION

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading