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LE PMI TORNANO AD ESSERE IL CENTRO TRAINANTE DELL’ECONOMIA DELLA MODA

nella foto Alessandro Dell’Acqua  by VeAn Fashion

 

LE PMI TORNANO AD ESSERE VALORIZZATE

SITUAZIONE FAVOREVOLE PER LE PICCOLE IMPRESE CHE TORNANO AD ESSERE L’ELEMENTO TRAINANTE  DEL SETTORE MODA.

LO STUDIO REALIZZATO DA MEDIOBANCA CONFERMA LA TENDENZA DEL SETTORE A CRESCERE AGEVOLATO DALLA ACCELERAZIONE E LA VISIBILITA’ CHE OFFRE INTERNET ATTRAVERSO I MOTORI DI RICERCA, IL SOCIAL MEDIA MARKETING E L’E-COMMERCE.

La filiera italiana torna a essere il fattore portante della crescita del settore moda. È quanto emerge dall’ultimo rapporto che stila annualmente l’Area Studi di Mediobanca sul settore moda, che conferma come il profondo mutamento socio-economico imposto da Internet, stia favorendo il radicamento sul territorio, e quindi riesca a valorizzare anche aziende di medio-piccole dimensioni, caratteristiche del made in Italy.

In particolare, secondo lo studio, nel quadriennio 2012-2016, il campione delle medie aziende nazionali del settore moda (denominato, nello studio, Aziende Moda Italia) ha battuto in modo piuttosto netto quello delle Top15 nazionali.  Il campione comprende 146 società con sede in Italia (incluse le Top15 Moda), operative nella filiera della moda con un fatturato di almeno 100 milioni di euro nel 2016, di cui 129 manifatturiere e 17 di distribuzione al dettaglio. Ebbene, l’universo delle 129 manifatture moda ha registrato un incremento del fatturato pari al 23,3% contro una progressione dei big ferma al 18,6 per cento.

C’è poi un altro aspetto interessante che emerge in merito alla filiera italiana. La fase di difficoltà di inizio millennio, quando la dimensione medio-piccola è stata messa profondamente in crisi dalla congiuntura globale (e dall’incapacità di delocalizzare), si è tradotta in un passaggio di proprietà spesso terminato con l’ingresso di capitali esteri. In base all’azionariato, si legge nel report, nel campione Aziende Moda Italia, 88 sono di proprietà italiana e 58 straniera. E, tra queste, spicca la forza di invasione francese: 23 aziende sono in mano ai gruppi d’Oltralpe. Non a caso, Kering e i cugini di Lvmh, da anni, investono proprio sulla capacità produttiva territoriale italiana, perché elemento differenziante rispetto alle sterminate capacità produttive del Far East.

L’analisi fa poi una previsione di crescite super accelerate dell’e-commerce nei prossimi anni. Le vendite mondiali online nel 2016 valgono circa 18 miliardi e rappresentano ormai un mercato di valore pari a quello della Cina. Il web si caratterizza per essere il canale di vendita con le più elevate attese di ulteriore sviluppo pari al 24% nel 2017 (7% circa è il valore complessivo delle vendite online del lusso).

 

   
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