
MILANO UN’ALTRA INIZIATIVA CHE CI PIACE MOLTISSIMO E’ IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE DISMESSE, AMBIENTI E RUDERI DIVENUTI ORMAI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE CHE SARANNO RIMESSI CON IL METODO DEL RECUPERO DELLE WAREHOUSES STILE NEW YORK E LONDRA.
ecco l’articolo di Milena Bello:
Sono oltre due milioni i metri quadrati a Milano e hinterland interessati dalle grandi opere di riqualificazione. Da Human Technopole a via Bramante con la nuova sede Adi, fino ai sette ex scali, ecco la nuova mappa della città.
C’è una Milano prima di Expo e una dopo. Quella prima racconta di una città che per molto tempo ha mantenuto quasi inalterata la sua immagine. Quella dopo è il ritratto di un territorio che sta pian piano rimodellando alcune delle sue zone, nel solco di quello che è stato il grande progetto di riqualificazione dell’area di Porta Nuova e che ha rappresentato, soprattutto a livello di immagine, un successo a livello internazionale del capoluogo. Il restyling, ora, è però ben più esteso. I nuovi cantieri che trasformeranno il volto della città si estenderanno per oltre due milioni di metri quadrati distribuiti tra l’area che ha ospitato Expo 2015, la zona di via Bramante attorno al Cimitero Monumentale e tutte le superfici attualmente occupate dagli ex scali ferroviari. I tempi di realizzazione sono piuttosto lunghi (alcuni di questi lavori sono appena partiti, e solo una piccola parte di questi cantieri sarà smantellata già dal prossimo anno, burocrazia permettendo), ma attorno a questi progetti si sta già crendo un clima di attesa sulle potenziali ricadute positive dal punto di vista immobiliare e di business per tutto l’indotto commerciale e cittadino.
L’EREDITÀ DI EXPO
Uno dei progetti faraonici che coinvolgerà l’hinterland di Milano è la riqualificazione degli spazi dove si è tenuto Expo 2015. Qui nascerà un un hub tecnologico senza pari nel Vecchio continente, disteso su oltre un milione di metri quadrati che ospiterà uffici privati, sedi di rappresentanza, negozi, gallerie d’arte, lo Human Technopole, i dipartimenti scientifici dell’Università Statale di Milano e l’Ospedale Galeazzi. I terreni di proprietà di Arexpo, per il prossimo secolo, saranno gestiti dal consorzio guidato dal gruppo australiano di real estate LendLease per 671 milioni euro in 99 anni che, con una inflazione presunta del 2%, diventeranno circa 2 miliardi. Ad aggiudicarsi il masterplan per la trasformazione dell’area da un milione di metri quadrati è stato lo studio di architettura Carlo Ratti Associati con un maxi progetto che include un Parco della Scienza, del Sapere e dell’Innovazione (ora ribattezzato con il nome Mind) con uffici, centri di ricerca, università, residenze e spazi culturali, aree per l’agricoltura urbana e il primo quartiere al mondo progettato per veicoli a guida autonoma. Human technopole, l’istituto dedicato allo studio delle scienze della vita in campo biomedicale, sarà la prima struttura a vedere la luce. Occuperà circa 30mila metri quadri in prossimità dell’Albero della vita. Includerà tre edifici esistenti (Palazzo Italia, Unità di Servizio 6, Cardo Nord-Ovest) e due di nuova costruzione che ospiteranno sette centri di ricerca e quattro strutture scientifiche. Qui vi lavoreranno 1.500 persone e sarà a regime entro il 2023. Con lo scorso dicembre sono iniziati i primi trasferimenti all’interno di Palazzo Italia, che sarà ristrutturato entro la seconda metà del 2018, mentre ora sarà avviata la progettazione dei nuovi edifici.
Un rendering dello spazio che accoglierà la Collezione storica del Compasso d’Oro progettato da Migliore, Servetto e Lupi
IL NUOVO VOLTO DI VIA BRAMANTE
Nell’area di 32mila metri quadrati di fronte al Cimitero Monumentale, a qualche centinaio di metri dalla Fabbrica del Vapore, verso la fine dell’Ottocento il Comune di Milano stipulò con Edison una prima “convenzione tranviaria” per garantire una progressiva elettrificazione delle linee milanesi. Tutta quest’area è ora oggetto dell’altro grande progetto di riqualificazione, questa volta nel semicentro della città. L’intervento è eseguito da Immobiliare Porta Volta, proprietario dell’area, nell’ambito del Programma integrato di intervento insistente sulle aree tra via Ceresio, via Bramante e via Procaccini. Qui saranno realizzati quasi 13mila metri quadrati di edilizia residenziale, un nuovo hotel che ha già aperto i battenti (l’hotel Viu, in via Fioravanti) e una piazza arredata a verde di 6mila metri quadrati. Punta di diamante del progetto sarà la nuova sede dell’Adi (Associazione per il disegno industriale) che occuperà l’edificio in stile liberty chiamato Tram a cavalli. Il complesso si sviluppa su una piazza di circa 8mila metri quadri, di cui 5.988 ad uso pubblico concessi in uso per 35 anni all’Adi dal Comune di Milano (a Palazzo Marino sono state cedute da Immobiliare Porta Volta le aree di pubblico interesse). Il progetto per Porta Volta è curato dagli studi Bodini di Roma e Perotta di Milano che si occupano anche della ristrutturazione dell’edificio che ospiterà l’Adi e la Collezione storica del Compasso d’Oro Adi. Solo per questo immobile l’investimento stanziato per la ristrutturazione si aggira sui 5-6milioni di euro che permetteranno di costituire un complesso con impianti e finiture di massima. L’apertura della nuova sede è prevista per luglio 2019.
EX SCALI, LA PROSSIMA SFIDA
Oltre 675mila metri quadrati di verde, 97 milioni di euro per la nuova linea Circle Line (una rete di trasporto pubblico che percorre la cintura di Milano, utilizzando una struttura in parte già esistente), il 32% delle volumetrie per funzioni non residenziali, 3.400 alloggi per le fasce sociali più deboli. Sono i numeri che raccontano come cambierà Milano nei prossimi 20 anni. Si tratta del progetto sicuramente più ambizioso, il più grande piano di rigenerazione urbana che riguarderà Milano, quello per la riqualificazione degli ex scali ferroviari, sette in tutto per una superficie complessiva di 1,2 milioni di metri quadrati circa, di cui circa 200mila rimarranno a funzione ferroviaria. Il progetto coinvolgerà le aree di Farini (618.733 metri quadrati), Greco (73.526), Lambrate (70.187), Porta Romana (216.614), Rogoredo (21.132), Porta Genova (89.137) e San Cristoforo (158.276) per le quali è stato definito a giugno un Accordo di programma tra il Comune di Milano, Regione Lombardia, Ferrovie dello Stato Italiane e Savills Investment Management Sgr (proprietaria di una porzione di area all’interno dello scalo Farini). Il piano prevede la realizzazione, tra le altre cose, di 2.600 alloggi in housing sociale per una superficie di 155mila metri quadrati di cui 2/3 (100mila metri quadrai) realizzati negli scali centrali di Farini, Romana e Genova. Il primo a vedere la luce sarà lo scalo Farini. In questi mesi si avvierà l’iter per la definizione del masterplan che disegnerà l’asset urbanistico definitivo, mentre la prima pietra è prevista per il 2021. Tra i progetti già definiti che riguardano lo scalo c’è lo spostamento progressivo di alcune attività (già esterne) dell’Accademia di Brera in quello che diventerà il nuovo Campus delle arti. In un secondo momento saranno presentati i masterplan degli altri scali, in particolare Romana e Porta Genova. Per quanto riguarda Greco-Breda, lo scalo è stato iscritto al bando internazionale ‘Reinventing Cities’ per la rigenerazione di siti urbani degradati e il progetto vincitore sarà selezionato entro gennaio 2019. In attesa che inizino i lavori di riqualificazione, e nell’ottica di restituire fin da subito le aree alla fruizione pubblica, sono stati pubblicati i bandi per gli usi temporanei degli scali. Il primo sarà Porta Genova dove saranno creati spazi per attività culturali, didattiche, ricreative, sportive e di socializzazione.
credit by PamBianco News
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