Lusso: colossi in ripresa, da LVMH a Richemont
La ripresa della domanda del lusso in generale viene del resto evidenziata da una serie di analisti in particolare in Cina, col contenimento della diffusione dei contagi da Covid-19, mentre è più lenta in Europa, ma aiutata dal commercio elettronico, e nelle Americhe è tormentata dalla lotta per tenere sotto controllo il Covid-19.
La holding di Ginevra dell’alta orologeria e gioielleria, che conta una capitalizzazione in ripresa a circa 35 miliardi di franchi svizzeri (quasi 33 miliardi di euro), aveva toccato il minimo degli ultimi sei mesi in Borsa a Zurigo lo scorso 16 marzo a 49,4 franchi, rispetto al massimo del 17 gennaio a 80,9 e ha chiuso la settimana a 62,6.
Nell’alta gioielleria a fare storia a sé c’è pure Tiffany, che anche durante il picco della pandemia ha visto oscillazioni ben più contenute di altri marchi, scendendo a marzo a 111,2 dollari, a fronte del massimo di 134,3 di metà febbraio e degli attuali 121,3, pur con le vendite del primo trimestre, al 30 aprile, diminuite del 45% a 556 milioni di dollari.
In decisa ripartenza LVMH, con marchi del calibro di Dior, Bulgari, Fendi, la stessa Tiffany e ovviamente Vuitton, che conta una capitalizzazione di 202,3 miliardi di euro, in risalita quindi dai circa 172 miliardi del marzo scorso, a fronte dei 210 miliardi di gennaio. Il titolo dell’impero francese di Bernard Arnault ha terminato la settimana a 400,7 euro a Parigi, a fronte dei 439 di gennaio e dei 287 di marzo.
Lo stesso per Kering, a cui fanno capo Gucci e Saint Laurent, sui 63 miliardi di capitalizzazione, mentre a marzo era scesa sotto i 60 miliardi rispetto agli oltre 72 miliardi di gennaio. A Parigi le quotazioni l’hanno portato a 499,7 euro, più vicino ai massimi del 17 gennaio di 610,2 e più distante dal minimo di 357,6 di marzo. A Hong Kong e in Germania, Prada, capitalizzazione di circa 7,7 miliardi di euro, ha recuperato altrettanto, così come Capri Holdings, che racchiude marchi come Michael Kors e Versace, che capitalizza 2,3 miliardi di dollari a fronte dei 5,36 di gennaio.
Guardando in Italia, Moncler, che a giugno ha annunciato per il primo trimestre 2022 il lancio del suo primo profumo, con un accordo di licenza esclusivo a livello mondiale con la francese di alta gamma Interparfums, capitalizza circa 8,8 miliardi di euro e anche nel suo caso emerge un recupero in Borsa, con la settimana chiusa a Milano a 34,1 euro, a fronte del minimo di 26,8 di marzo e del massimo di 42,7 di gennaio. Più lenta Ferragamo, 1,9 miliardi di capitalizzazione e chiusura a Piazza Affari a 11,5 euro, non troppo distante dal minimo di 9,5 di marzo e invece lontano dal massimo di 18,8 di gennaio. Ancora più distante dai massimi d’inizio anno a 40,7 euro Tod’s, 0,8 miliardi di capitalizzazione, che ha terminato la settimana a 24,2 euro, a fronte del minimo di 22,3 di marzo.
Alessandro Sicuro
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