Lo show di Versace è stato un’immersione digitale nella Versacepolis, un mondo utopico creato su un fondo marino, dove la carismatica Gorgone, cacciata da Atena, regna sovrana su uomini e donne forti e sicuri di sé: uno scenario di fantasia, per far capire l’evoluzione creativa post covid della Maison.
A dirlo è stata la stessa Donatella Versace prima che iniziasse la sfilata primavera-estate 2021, facendo accomodare in sala tutti i dipendenti dell’azienda.
Tra rovine di templi, colonne rovesciate ed effigi della Medusa, ha sfilato una collezione dirompente, in sintonia con ciò che abbiamo vissuto e ciò che desideriamo sognare, in vista di un nuovo futuro fatto di colori sgargianti e creature fantastiche, nel quale possiamo tutti coesistere pacificamente.
D’altro canto, Donatella ha voluto dare valore a quella che ritiene sia la sua famiglia allargata, tutte le persone che hanno lavorato duramente in questo periodo. “Per questo ho pensato di invitare il mio team e farlo sedere in prima fila – ha raccontato la designer -. È difficile esprimere quanto io sia felice di sapere che queste persone erano lì a guardare il risultato del loro lavoro e che, anche solo per un momento, hanno vissuto il sogno che hanno aiutato a creare. Non c’è bisogno di dire che tutti i presenti hanno acconsentito a fare lo swab test e ad attenersi a tutte le misure di sicurezza, per garantire una location sana”.
Un discorso molto bello, che ci fa pensare a un momento creativo vivace, dovuto alla consapevolezza del proprio heritage, mescolata a un forte ottimismo nel proiettare il marchio verso una nuova dimensione sognante. Un modo non per fuggire dalla realtà, ma per ridare alla parola moda la capacità di soddisfare un desiderio forse fittizio, ma innegabilmente reale e umano.
La scelta dell’acqua come elemento purificatore che dà sollievo, rinfresca e deterge dalle impurità, intende far comprendere alle giovani generazioni una nuova valenza estetica del concetto di vestirsi.
Ecco allora gli orli a onda, i volant, gli abiti che si ispirano al movimento del mare. L’iconica stampa Trésor de la Mer, raffigurante creature marine e creata da Giann Versace negli anni’90, non deve essere letta come citazione, ma essere considerata l’emblema di un inedito stile anticonvenzionale, in grado di creare un ensemble che gioca sulle diverse espressioni del brand.
Il tema marino si sviluppa su una selezione di look, dal formale all’abbigliamento da spiaggia. Le maglie da surfista sono audaci e grafiche. Canalizzano uno spirito giovanile e atletico, riportandoci con la mente all’estate e ai momenti di relax.
Allo stesso modo va letto l’uso dei tessuti, che si basano su un principio di sostenibilità: dal jersey al piqué realizzati in cotone organico, al poliestere e poliammide riciclati per l’abbigliamento swimwear.
La palette colori è esuberante, le stampe piccanti e audaci. La pelle viene mostrata come richiamo all’iconica sensualità di Versace. La natura, l’atleticità, la seduzione e la fantasia si mescolano in un insieme di gioie della vita.
Non poteva che chiamarsi Medusa la nuova linea di borse del brand, lanciata questa stagione, che fa parte della storia della maison fin dalle sue origini, proposta in una pelle pregiata, con tracolla Greca, in un caleidoscopio di colori pop ma con la fodera di colore lilla in tutti i modelli.