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IL MULTITASKING E’ ADATTO AL NOSTRO CERVELLO ? ADAM GAZZALEY & LARRY ROSEN

THE DISTRACTED MIND di ADAM GAZZALEY & LARRY ROSEN

 

“Il Multitasking è fatto per i nostri cervelli o li stiamo letteralmente violentando e regredendo anziche’ farli progredire”…

“Il testo brillante e pratico, proprio quello di cui abbiamo bisogno in questi tempi tecno-umani.” – Jack Kornfield, autore di The Wise Heart

La maggior parte di noi ammetterà liberamente che siamo ossessionati dai nostri dispositivi. Siamo orgogliosi della nostra capacità di multitasking: leggere l’email di lavoro, rispondere a un testo, controllare Facebook, guardare un video clip. Parlare al telefono, inviare un SMS, guidare un’auto. Godersi la cena in famiglia con uno smartphone luminoso accanto ai nostri piatti.

Possiamo fare tutto, 24 ore su 24, 7 giorni su 7! Non importa gli errori nell’e-mail, i mancati incidenti sulla strada e la conversazione inaudita al tavolo. In The Distracted Mind, Adam Gazzaley e Larry Rosen – un neuroscienziato e uno psicologo – spiegano perché i nostri cervelli non sono costruiti per il multitasking e suggeriscono modi migliori per vivere in un mondo high-tech senza rinunciare alla nostra tecnologia moderna.

“Gli autori spiegano che i nostri cervelli sono limitati nella loro capacità di prestare attenzione”. Non siamo realmente in multitasking ma piuttosto passiamo rapidamente da un task all’altro. Le distrazioni e le interruzioni, spesso legate alla tecnologia – indicate dagli autori come “interferenze” – si scontrano con le nostre capacità di definizione degli obiettivi. Vogliamo finire questo foglio / foglio di calcolo / frase, ma il nostro telefono segnala un messaggio in arrivo e rilasciamo tutto. Anche senza un avviso, decidiamo di “dover” controllare immediatamente i social media.

Gazzaley e Rosen offrono strategie pratiche, supportate dalla scienza, per combattere la distrazione. Possiamo cambiare il nostro cervello con la meditazione, i videogiochi e l’esercizio fisico; possiamo cambiare il nostro comportamento pianificando la nostra accessibilità e riconoscendo la nostra ansia di essere fuori dal mondo anche brevemente. Non suggeriscono che abbandoniamo i nostri dispositivi, ma li usiamo in modo più equilibrato. Da leggere e poi riflettere su come porre rimedio all’eccesso…

 

 

 

 

Alessandro Sicuro

    

 

 

 

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