Paris Fashion Week, nella sfilata di Balenciaga A/I 2022-23, il dramma della guerra, il set e i colori in segno di solidarietà con l’Ucraina, la maison ha azzerato i post della bacheca Instagram per dare spazio all’unica immagine, la bandiera giallo e blu invitando a sostenere i corridoi umanitari.
Nella storia con una lettera firmata dal direttore creativo: “La guerra in Ucraina ha fatto riemergere in me il trauma che mi porto dietro dal 1993, quando la stessa cosa è successa nella mia terra e sono diventato per sempre un rifugiato. Per sempre, perché è una condizione che non ti abbandona. La paura, la disperazione, la consapevolezza che nessuno ti vuole. Ma ho anche realizzato ciò che conta davvero nella vita: la vita stessa e la compassione umana” scrive Demna, che spiega quanto sia stato difficile per lui, durante gli ultimi giorni, lavorare alla sfilata. “In momenti come questo la moda perde rilevanza e il diritto di esistere. La Fashion Week suona come un’assurdità. Così ho pensato di annullare lo show per cui io e il mio team avevamo lavorato duramente. Poi ho capito che cancellarlo avrebbe significato arrendersi al male che mi affligge da quasi trent’anni. Ho deciso di non sacrificare una parte di me a causa di questa guerra di ego senza senso e senza cuore”.
La sfilata sotto la neve
E così lo show è iniziato. Aperto da una voce fuori campo che recita in ucraino. Allestito in un contesto che parla da solo: all’interno del palazzo del ghiaccio, con il vento e la neve sparati conto i modelli che arrancano con i piedi nel ghiaccio. Le borse sono voluminosi sacchi dell’immondizia, ricolmi e con il filo per chiuderne la sommità utilizzato come manico. Riportano inevitabilmente agli attimi in cui gli sfollati raccolgono pochi averi in fretta e furia prima di abbandonare le proprie case.
IL LOOK FINALE DELLA SFILATA AUTUNNO INVERNO 2022-23 DI BALENCIAGA.
Un motivo solenne, al pianoforte, accompagna il passo di chi sfila, arrancando, nella tormenta: con i cuissardes e i tacchi che calpestano la neve, gli abiti e i capelli scossi dalle folate. Il nero regna sovrano, interrotto solo da qualche tocco di bianco e dalle borse dell’immondizia blu che sia alternano a quelle nere. I codici stilistici sono quelli iconici di Balenciaga sotto Demna: ci sono i motivi floreali delle prime collezioni, gli abiti neri, i leggings, i trench e le faux fur over e i maxi piumini. Non c’è spettacolarità, se non negli stivali a gamba larga: il focus è un concentrato essenziale del Dna contemporaneo della maison.
Il bombardamento
Poi il soundrtack varia improvvisamente. È un brano techno che si evolve in martellanti suoni techno-rave a ritmo di un urlo “Ra-ta-ta-ta-ta-ta-ta” accompagnato da scoppi di luce che sembrano esplosioni lontane di ordigni. L’ultimo outfit è un abito azzurro con una coda lunga che sventola come una bandiera. Il finale è nel buio totale. Si sentono solo lo scroscio degli applausi e la voce straniera fuoricampo che torna a ripetere: “Io sono Ucraino”.
“Questo show non ha bisogno di spiegazioni. È una dedica al coraggio, alla resistenza e alla vittoria dell’amore e della pace”, conclude la lettera.
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