e le mele Dop

Verdissima, ampia e protetta da giganti che superano i 3000 metri d’altezza. Sono le cime delle Dolomiti di Brenta, Patrimonio mondiale dell’Umanità-Unesco, con la Cima Brenta (3150 m) e la Cima Tosa (3173 m) a svettare sulle altre montagne; e quelle del Gruppo dell’Adamello-Presanella (la cima Presanella si innalza a 3558 m) e dell’Ortles Cevedale (con il monte Cevedale a toccare i 3769 m).I motivi per trascorrere in val di Sole uno spicchio d’estate (ma è fortemente consigliato andare oltre la porzione singola) sono tanti e tutti validi, dallo sport agli eventi. Noi ve ne diamo qualcuno che avvicina alla montagna anche i principianti e gli amanti della natura senza velleità da scalatori. Una montagna dolce.

UN TREKKING FACILE IN VAL DI PEJO, TRA I BOSCHI DELLO STELVIO
Per esempio nella val di Pejo, una valle laterale della val di Sole. Ci si può avvicinare alla val di Pejo senza nessuna difficoltà, in inverno come in estate grazie agli impianti di risalita che portano sino a 3000 metri. L’austera toponomastica vorrebbe che la valle si chiamasse Peio, ma che la consuetudine e il marketing hanno ormai allungato la i in J per le insegne dell’acqua minerale che qui sgorga e viene imbottigliata e distribuita ovunque.
Per una fresca passeggiata estiva si può prendere la telecabina “Tarlenta” a Pejo Fonti e in pochi minuti si dimentica il dislivello di 600 metri per trovarsi tra gli alpeggi della localiltà Tarlenta. Allungando lo sguardo sul gruppo montuoso dell’Ortles-Cevedale si intravedono tra le rocce nude le sparute macchie bianche dei ghiacciai. Quella è un’altra escursione (quella con molte E… per esperti). Per godersi senza particolari allenamenti, né attrezzature, l’atmosfera incantata della montagna della val di Pejo si imbocca invece uno dei sentieri che si addentrano nel parco nazionale dello Stelvio, tra prati di montagna, boschi fittissimi e corsi d’acqua che scrosciano sui pendii.

Volendo conoscere i segreti del bosco consigliamo una guida (basta una guida di media montagna) che vi accompagni tra pini, abeti, larici, e vi presenti uno ad uno gli abitanti che popolano l’area faunistica di Pejo, dove con molta discrezione e un po’ di fortuna si possono incontrare cervi e caprioli (in piena estate gli animali cercano il fresco in altura, quindi gli incontri si diradano, purtroppo).Il percorso che abbiamo fatto e che vi proponiamo dall’arrivo della funivia a Pejo 2000 è una passeggiata nel bosco fino laghetto-biotopo di Covel. Dopo una breve sosta alla Malga Covel, che ospita l’alpeggio estivo di pecore e capre, abbiamo ripreso il cammino in un paesaggio più aperto e panoramico, camminando prima su un pianoro verdissimo (dove si pratica anche l’arrampicata in falesia) e un secondo tratto un po’ più ripido che calca la pista da sci.
Prima di riprendere la funivia per Pejo fonti, non perdetevi un pasto al rifugio Scoiattolo. Una terrazza panoramica sulla valle, dove districarsi tra speck e casolet, canederli e selvaggina. Onnipresenti la polenta e il Trento doc, lo spumante metodo classico del Trentino (e guai a chi ordina Prosecco, ndr).

Come la val di Pejo, la val di Rabbi è un raggio verdissimo che parte dalla val di Sole per inoltrarsi nel cuore del parco nazionale dello Stelvio. Ma la sensazione mentre si risale la vallata è diversa. Il verde lussureggiante e profumato, l’assenza di montagne imponenti che svettano all’orizzonte, la mancanza di impianti di risalita. La val di Rabbi invita alla contemplazione, quasi al silenzio tanto è intimo il suo paesaggio.
Per goderne le atmosfere ci sono moltissime escursioni possibili. Complice una giornata di maltempo, abbiamo scelto di accordarci al clima e seguire una parte del “Percorso dell’acqua” con l’aiuto di una guida di Media montagna della valle. Il torrente che scroscia in valle si chiama Rabbies, aggettivo dialettale che si traduce in arrabbiato. E in effetti l’acqua del Rabbies scorre veloce, a tratti impetuosa e si concede anche qualche salto funambolico.
Una facile passeggiata conduce proprio alla veduta spettacolare delle cascate del Saent.Si parte e si ritorna a Malga Stabiasolo (l’auto si lascia al parcheggio Coler, e si arriva in navetta o con una passeggiata di 20 minuti). Un percorso facile e senza dislivelli importanti conduce in mezz’ora di cammino al primo dei due salti del Saent. Le foto sono di rito, anche perché c’è una terrazza panoramica che invita a godere del fresco, degli spruzzi e a farsi qualche selfie.
Altri 45 minuti conducono al secondo salto, e il ritorno in malga e tanto agevole quanto desiderato, visto che si gustano i veri sapori del territorio: dai canederlotti, al casolet, la selvaggina e la polenta: tutto a chilometro “zerissimo” (tutti i sabati estivi fino al 3 settembre c’è anche una guida alla produzione artigianale di latte e formaggi in malga: 8 euro degustazione compresa).

Il pomeriggio si può allargare l’anello portandosi nei pressi del campeggio del “Plan” lungo il torrente Rabbies, per salire verso la cascata del Ragaiolo e raggiungere l’imbocco del ponte sospeso. Sul ponte sospeso della val di Rabbi si cammina per più di 100 metri sospesi nel vuoto a un’altezza che raggiunge i 57 metri. L’esperienza è da provare e le emozioni sono concesse a tutti, montanari barbuti, ragazzi in gita, famiglie con bambini.Per chiudere in salute, in località Valors, vicino alla località San Bernardo, si può godere di un’area parco di 500 metri quadri. E tra aiuole e aree relax si può approfittare di un vero e proprio percorso Kneipp, che sfrutta le acque del rio Valorz.



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