Novembre 30, 2023

ALESSANDRO SICURO COMUNICATION

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L’export di filati italiani si avvia in gran spolvero nei primi tre mesi dell’anno, il settore realizza un +5,5% a 225 milioni di euro, dopo il 2017 statico.

TESSILE IL RECUPERO DELL’EXPORT NEI PRIMI TRE MESI

Avvio d’anno positivo per l’export di filati italiani: nei primi tre mesi il settore realizza un +5,5% a 225 milioni di euro, dopo il 2017 statico.

In base a un report di Confindustria Moda divulgato alla vigilia di Pitti Filati 83 a trainare le vendite all’estero è stato soprattutto il segmento dei fili pettinati in lana con un +15% (il primo mercato di sbocco è Hong Kong), mentre i cardati (primo buyer la Croazia) hanno registrato un +1%. Nel trimestre le importazioni sono diminuite solo dello 0,5% (a 241 milioni), mantenendo il saldo commerciale negativo per 16,1 milioni. Per quanto riguarda la produzione delle aziende italiane (in alto, uno scatto del lanificio Botto Giuseppe di Valle Mosso, nel biellese), fra gennaio e marzo ha registrato un tendenziale -0,8% (come nello stesso periodo del 2017) in base all’indice Istat. Il settore viene da un 2017 in cui il fatturato è rimasto stabile a 2,8 miliardi euro, dove l’82% del totale si deve alla filatura laniera, mentre il cotone rappresenta il 14,8% e il lino il 2,5%.

L’export a 12 mesi, che pesa ancora meno di un terzo dei ricavi totali, è diminuito dello 0,4% a 824 milioni. La domanda estera ha riguardato soprattutto le proposte laniere pettinate (+1,9%) e cardate (+2,7%) e quelle in cotone (+1,5%). Con importazioni pari a 886 milioni (+0,6%), il saldo commerciale annuale è risultato negativo per 62 milioni (dai -54 milioni del 2016).

Alessandro Sicuro

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