PITTI IMMAGINE
Da anni si ventilava l’ipotesi di una unione tra le due realtà, che consentirebbe di gestire con una massa critica più rilevante il polo fieristico e congressuale fiorentino, a cui fanno capo Fortezza da Basso, Palazzo degli Affari e Palazzo dei Congressi, con un giro di affari di 18 milioni di euro.
Dal matrimonio tra i due player fiorentini nascerebbe una realtà da 60 milioni di euro, considerati i circa 40 di Pitti Immagine, realtà controllata per l’85% da Centro di Firenze per la Moda Italiana e per il 15% da Smi.
Come ha rivelato al Corriere della Sera Leonardo Bassilichi, Firenze Fiera ha valutato positivamente l’offerta dell’ente fieristico fiorentino e di conseguenza «decadono tutte le altre proposte, compresa quella di Bologna».
BolognaFiere aveva infatti formalmente fatto richiesta di interscambio di quote societarie con la società che gestisce il polo fiorentino. Anche Ieg di Rimini aveva puntato il radar su Firenze, ma la liaison con Pitti Immagine, che per le sue sfilate e convegni prende in affitto la Fortezza, è risultata più interessante per Firenze Fiera. Anche perché le due società condividono azionisti come Regione Toscana, Camera di commercio, Citta Metropolitana e Comune di Firenze.
Sembra dunque sventata l’ipotesi di lasciare libero il campo a enti fieristici più forti, fuori dalla Toscana. Emblematiche in proposito le parole del sindaco di Firenze, Dario Nardella, in un’intervista a Repubblica: «Sostengo l’ipotesi dell’unione Pitti-Firenze, perché solo dando vita a un soggetto più forte potremo dialogare con le altri grandi realtà fieristiche alla pari. Non è un mistero che oggi Firenze Fiera sia troppo piccola».
La trattativa è riservata e nulla trapela dagli headquarters di Pitti Immagine. Anche perché bisognerà trovare una soluzione per far confluire una società di diritto pubblico come Firenze Fiera in una privata come Pitti.
Alessandro Sicuro
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