Dicembre 11, 2023

ALESSANDRO SICURO COMUNICATION

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QUESTA, E’ LA FINE DEL MONDO! LA CRISI DELLE CRISI

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LA CRISI DELLE CRISI
ECCO L’EFFETTO CONSEGUENTE  AI SEGUENTI EVENTI:
TORRI GEMELLE TITOLI TOSSICI GLOBALIZZAZIONE IMPOSTAZIONE SBAGLIATA EURO + GOVERNI INEFFICACI + PROFESSORI AL GOVERNO  = TOTALE RISULTANTE, QUELLO CHE VEDETE:                             PAURA, STAGNAZIONE, DISORIENTAMENTO.
A novembre l’indicatore dei consumi di Confcommercio ha registrato una nuova flessione, risultando in calo del 2,9% sull’anno e dello 0,1% rispetto al mese precedente. Prosegue così il trend in atto dalla fine del 2011, ed emerge “con una certa evidenza come il 2012 si avvii ad essere ricordato come l’anno più difficile per i consumi del secondo dopoguerra”, sottolinea l’associazione dei commercianti.
L’Ufficio studi di Confcommercio segnala come “la crisi sia ancora ben presente all’interno del sistema economico”. E, quindi, “difficilmente la nostra economia, ed i consumi in particolare, potranno cominciare a mostrare, nel breve periodo, segnali di un significativo miglioramento”.Pesante taglio degli acquisti delle famiglie
Il calo (-2,9%) dei consumi di novembre riflette una diminuzione del 3,6% della domanda di servizi e del 2,7% della spesa per i beni. Per quasi tutti i beni e servizi si registra una “una pesante” riduzione delle quantità acquistate dalle famiglie, rispetto a novembre 2011.

In controtendenza servizi e beni per le comunicazioni
Mentre, l’unico segmento che resta positivo è quello relativo ai beni e servizi per le comunicazioni, con un +4% annuo (ma un -0,8% su mese). Stabili i beni e servizi per la cura della persona, dovuti alla spese per la salute, servizi e prodotti, un consumo obbligato da parte delle famiglie. Tutte le altre risultano ancora in calo: dal -15,2% annuo dei beni e servizi per la mobilità (-2% su mese) al -2,6% sempre annuo per alimentari, bevande e tabacchi(+0,6% su mese).

Deficit pubblico cala grazie all’Imu
Intanto, migliora il deficit pubblico: nei primi 9 mesi del 2012 il rapporto tra indebitamento netto e Pil è stato pari al 3,7%, in miglioramento dello 0,5% rispetto al 2011. A determinare il miglioramento, secondo l’Istat, è stata soprattutto l’Imu, che ha trainato l’incremento delle entrate tributarie. Nello stesso periodo, registra l’Istat, è migliorato anche il saldo primario, pari a 11.548 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil del 3%.

Aumenta la pressione fiscale
Sale però, contemporaneamente, la pressione fiscale: nei primi 9 mesi del 2012 l’incidenza sul Pil è passata al 44,8% dal 43,2% dell’anno precedente.

Crolla il potere d’acquisto delle famiglie
Per le famiglie, sempre nei 9 mesi presi in esame dall’Istat, crolla il potere di acquisto che, rispetto allo stesso periodo del 2011, registra una flessione del 4,1%. Mentre è in lieve aumento (all’8,9%, in aumento di 0,8 punti) la propensione al risparmio.

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