Il calo (-2,9%) dei consumi di novembre riflette una diminuzione del 3,6% della domanda di servizi e del 2,7% della spesa per i beni. Per quasi tutti i beni e servizi si registra una “una pesante” riduzione delle quantità acquistate dalle famiglie, rispetto a novembre 2011.
In controtendenza servizi e beni per le comunicazioni
Mentre, l’unico segmento che resta positivo è quello relativo ai beni e servizi per le comunicazioni, con un +4% annuo (ma un -0,8% su mese). Stabili i beni e servizi per la cura della persona, dovuti alla spese per la salute, servizi e prodotti, un consumo obbligato da parte delle famiglie. Tutte le altre risultano ancora in calo: dal -15,2% annuo dei beni e servizi per la mobilità (-2% su mese) al -2,6% sempre annuo per alimentari, bevande e tabacchi(+0,6% su mese).
Deficit pubblico cala grazie all’Imu
Intanto, migliora il deficit pubblico: nei primi 9 mesi del 2012 il rapporto tra indebitamento netto e Pil è stato pari al 3,7%, in miglioramento dello 0,5% rispetto al 2011. A determinare il miglioramento, secondo l’Istat, è stata soprattutto l’Imu, che ha trainato l’incremento delle entrate tributarie. Nello stesso periodo, registra l’Istat, è migliorato anche il saldo primario, pari a 11.548 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil del 3%.
Aumenta la pressione fiscale
Sale però, contemporaneamente, la pressione fiscale: nei primi 9 mesi del 2012 l’incidenza sul Pil è passata al 44,8% dal 43,2% dell’anno precedente.
Crolla il potere d’acquisto delle famiglie
Per le famiglie, sempre nei 9 mesi presi in esame dall’Istat, crolla il potere di acquisto che, rispetto allo stesso periodo del 2011, registra una flessione del 4,1%. Mentre è in lieve aumento (all’8,9%, in aumento di 0,8 punti) la propensione al risparmio.
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