Hong Kong, crocevia per la moda e il lusso in Asia, è un importante interlocutore per le strategie di penetrazione del mercato cinese. La città stato infatti rappresenta sicuramente un segmento fondamentale dello scacchiere orientale”. “Oltre ad essere riconosciuta come trend-setter per il fashion e lifestyle orientale, Hong Kong è uno dei principali centri economici della regione, e con la sua politica di dazi agevolata è una porta di accesso “privilegiata”, verso la Cina e i paesi del sud est asiatico”.
Il segretario generale della Camera di Commercio italiana a Hong Kong e Macao, è una donna e ha meno di trent’anni. Si chiama Anna Romagnoli e la sua carriera dall’altra parte del mondo è iniziata ancora prima di conseguire la laurea (in Economia e Management, alla Bocconi di Milano).
La storia di Anna Romagnoli Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana di Hong Kong e Macao.
ecco il pezzo di Silvia Pagliuca
Il segretario generale della Camera di Commercio italiana a Hong Kong e Macao è una donna e ha meno di trent’anni. Si chiama Anna Romagnoli e la sua carriera dall’altra parte del mondo è iniziata ancora prima di conseguire la laurea (in Economia e Management, alla Bocconi di Milano).
«Sono partita per uno stage nell’area eventi della Camera di Commercio a Hong Kong quando avevo meno di 23 anni: un’esperienza che sarebbe dovuta durare tre mesi soltanto e invece è diventata la mia vita»- racconta Anna che oggi si trova a gestire un team da 12 persone. Prima che tornasse in Italia per discutere la tesi, infatti, le è stato offerto un posto di lavoro come Responsabile Eventi per la CCIE. «Un’offerta impossibile da rifiutare» – ammette.
Era il novembre 2014, da lì la sua carriera ha preso a correre: nel gennaio del 2016 è diventata Vice Segretario Generale e quattro mesi dopo Segretario Generale. «Ho molte responsabilità – spiega – organizziamo oltre cento eventi promozionali all’anno, curo incontri di business matching pressoché quotidiani, partecipo e organizzo presentazioni, conferenze e fiere, ma è un lavoro che amo e che faccio con passione».
Fondamentali, infatti, sono state non solo le competenze apprese all’Università – «specie quelle di management, utilissime per gestire un team in cui sono tutti più grandi di me» -, ma anche l’attitudine e l’impegno dimostrato durante il periodo di stage. «Il fatto che avessi alle spalle un’altra esperienza lavorativa (nell’organizzazione di eventi e raccolta fondi di Project For People, a Milano, ndr), mi ha dato una grande mano. Per questo ai ragazzi consiglio sempre di affiancare il percorso di studi al lavoro. L’esperienza fa la differenza». E poi, continua: «viaggiate, andate a vedere cosa accade fuori dall’Italia, conoscere culture diverse vi arricchirà».
Anche se, neanche per lei i primi tempi sono stati facilissimi: «ho dovuto ricrearmi un giro di amici, che oggi sono un po’ la mia famiglia, e ho dovuto capire come funzionava questa nuova città, tanto efficiente e “comoda” quanto cara. È vero che le tasse sono minime e che il ritardo storico della metropolitana è stato di 8 minuti, ma per un monolocale da 30mq si possono spendere anche 2.500 euro al mese» – avverte.
E la questione economica impatta anche sugli imprenditori italiani interessati ad avviare commerci con Hong Kong a cui la CCIE fa da consulente. «Se si vuole entrare in questo mercato, bisogna farlo in grande stile, investendo anche in Guandong, nel Sud della Cina, e in Sud Est asiatico. Ma questo vuol dire giocare pesante, economicamente parlando, bisogna essere consapevoli e preparati» – chiarisce Anna. Quanto ai settori di maggiore appeal per il commercio italiano, sicuramente consiglia il Food & Beverage, seguito da design, fashion e luxury experience. Ovvero, l’essenza stessa del made in Italy.
E lei, tornerebbe in Italia? «Per lo stile di vita, sicuramente. Mi manca molto il mio paese, ma a livello lavorativo – riconosce – farei difficoltà. Dopotutto, sono una under 30, donna, con un ruolo da senior».
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