INDUSTRIA TESSILE DEL DISTRETTO PRATESE
Dall’inizio della pandemia il tessile del distretto pratese ha registrato un calo del -21,4% risp. al 2019.
La flessione dell’abbigliamento della provincia di Prato è stata del -22,9%
Il calzaturiero del distretto di Pistoia-Lucca ha registrato un -30,5%
Dati rilevati da Confindustria Toscana Nord nella realizzazione del bilancio della produzione industriale sul territorio
«La situazione della moda nelle tre province – commenta Maurizio Sarti, presidente della sezione Sistema moda – è complessa. Alla ridotta socialità si sommano le restrizioni imposte al commercio, che limitano le occasioni di acquisto di abbigliamento e calzature, con la compensazione solo parziale delle vendite on line. Siamo in linea con i dati nazionali, in qualche caso andiamo anche meglio, ma non è certo un motivo di conforto».
«Le limitazioni allo spostamento delle persone – prosegue – rendono ardue anche le attività promozionali, fiere e missioni commerciali in primis. L’intenso lavoro che stiamo facendo su digitalizzazione e sostenibilità e lo studio di possibilità di riorganizzare la filiera mirano a gestire questo momento critico e a prepararsi per la ripresa. Tuttavia, senza socializzazione ogni sforzo delle imprese sarà vano: il nodo rimane quello».
«Fin dall’inizio della pandemia – osserva il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord, Francesco Marini – la moda, che a Prato costituisce gran parte delle attività industriali, risulta il settore manifatturiero in maggior sofferenza. Lo stesso vale anche a livello nazionale, dove nella media dei quattro trimestri 2020 il comparto segna un -27,7% rispetto al 2019, mentre quasi tutto il restante manifatturiero italiano perde in misura inferiore al 12%-15%».
«Quindi nella pandemia esiste un caso-moda – prosegue – che la distingue dagli altri settori manifatturieri e che riguarda i mercati internazionali, non meno che quello interno. Vanno lette in questa chiave anche le prestazioni del meccano-tessile pratese, la cui chiusura del 2020 è a -14,4% e che è molto penalizzato anche dalla cancellazione delle fiere. Le imprese utilizzano questi tempi di stasi per capire come ripartire al meglio, appena ci saranno le condizioni, facendo leva sulle specificità delle produzioni pratesi e investendo in innovazione e riorganizzazione. Ma per il nostro settore occorre un piano di sostegno ad hoc, con misure eccezionali come eccezionale è la crisi che stiamo vivendo».
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