Olivier Rousteing, direttore creativo di Balmain, aveva concepito mesi fa una collezione da portare sulla passarella del prossimo inverno, scegliendo in maniera metaforica il tema della guerra: giubbotti antiproiettile, equipaggiamento tattico o protettivo, e cuscinetti di compressione.
Certamente non poteva pensare a tutto quello che sta succedendo in Ucraina, per questo prima dello show ha pubblicato sui social media una dichiarazione che diceva «Siamo ben consapevoli che ci sono cose più importanti che accadono nel mondo oggi. È difficile pensare di concentrarsi sulle passerelle e sui vestiti, mentre ascoltiamo con il cuore pesante le ultime notizie. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con gli ucraini. Siamo ispirati dalla loro dignità, resilienza e devozione alla libertà».
E nello stesso tempo Rousteing ha desiderato apporre nuove note al suo comunicato stampa introduttivo alla collezione: «Queste sfilate non sono state concepite come una risposta diretta alla recente orribile invasione dei nostri vicini e non oserei mai nemmeno pensare di confrontare la sofferenza che stanno attraversando in questo momento».
E il testo continua così: «mentre guardiamo le notizie, io e il mio team teniamo presente il messaggio di questa collezione: uniti nella solidarietà, possiamo fare affidamento sul potere della speranza e della verità per respingere l’odio, le bugie e l’aggressività».
L’immaginazione di uno show che si divide in tre atti, dall’apertura con una danza di due tribù, per poi passare alla collezione e concludersi con un gruppo di sette abiti che riprendono gli archivi del 1945 di Monsieur Balmain.
Una collezione basata sulla protezione, ispirata a quel momento che lo stesso Rousteing ha dovuto indossare dopo aver subito ustioni nell’incendio della sua casa: abiti corazza con imbottiture e rinforzi, giacche armaturate con placche metallizzate, mini-dress con spalle larghe e stivali da combattimento.
La palette colori parte dal bianco, simbolo di pace, per poi stemperarsi in tonalità sempre più semplici che accarezzano ed evidenziano i design complessi e architettonici di giacche e completi da motociclista, abbinati a denim decostruito.
Il senso dell’inquietudine regnava sovrano tradotto in abiti per uomini e donne che si riscoprono vulnerabili in un futuro incerto.
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