Ogni collezione di Haute Couture Dior disegnata da Maria Grazia Chiuri è l’esplorazione della complessità immaginativa di un abito costruito per un corpo.
Il manifesto di questo corpo, come omaggio e ispirazione, è stavolta Josephine Baker, la prima e inimitabile “Venere Nera”: cantante, ballerina e attrice afroamericana, evoca ancora oggi la mitica età del jazz e le trasgressive notti parigine degli anni’20 con la sua esotica “danse sauvage”, pura espressione del lato vitale dell’erotismo e della musica che sembrava sgorgare dal suo corpo.
Un oggetto del desiderio per molti uomini. Basta rammentare i duelli illegali affrontati per contendersela, il suicidio di un pretendente respinto e le quasi 1.500 proposte di matrimonio da lei ricevute.
Pablo Picasso la ritrae per un quadro, Ernest Hemingway la definisce «la donna più sensazionale che si sia mai vista», mentre Jean Cocteau è tanto amico, da aiutarla nella sua scalata al successo.
Una vita al limite del romanzesco, quella di Josephine Baker, sempre ammirata per le sue scelte sia nel campo della moda, con l’uso della brillantina per le acconciature, le unghie laccate d’oro, la scelta dei suoi animali da portare in scena – tra cui il ghepardo Chiquita -, sia nel campo del sociale. Diventata agente del controspionaggio francese durante la seconda guerra mondiale, l’artista fu sostenitrice di Martin Luther King e sempre impegnata nella difesa dei diritti della sua gente.
Una vera femminista nel senso più nobile del termine, che ha catturato l’attenzione di Maria Grazia Chiuri nel creare una sorta di biografia vestimentaria, tradotta in una serie di cappotti che ricalcano la famosa vestaglia indossata spesso da Josephine nel suo camerino per ricevere gli innumerevoli ammiratori.
Cappotti in velluto leggero, stropicciato, oppure foderato in matelassé fanno intravedere sottovesti leggere o un underwear in raso dai colori cipriati o nel seducente nero, interpretazione contemporanea dei costumi degli anni 50.
In pedana anche abiti che scivolano sul corpo, in seta o velluto, ma anche molti modelli con quell’effetto appunto stropicciato, che rende il tessuto vitale e ricorda le movenze sincopate della Baker al ritmo della musica jazz.
Per esaltare ancora di più il corpo compaiono frange digradanti nell’argento e nell’oro, in grado di esaltare l’incedere a ogni passo, dando anche un controtempo per far entrare tailleur e cappotti nei tessuti maschili cari a Monsieur Dior.
Una collezione che cambia la prospettiva della Couture, diventando pura essenza della moda che può essere solo un gesto radicale di consapevolezza del proprio valore e del proprio punto di forza: proprio come l’icona glamour che Josephine Baker ha desiderato di essere ed è diventata, moderna e oltre ogni stereotipo e pregiudizio.
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Alessandro Sicuro Comunication
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