Aprile 24, 2024

ALESSANDRO SICURO COMUNICATION

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☛ La sindrome Kramer contro Kramer. Figli di genitori separati, contesi, vittime di rivalse personali.

Camminare in una stanza  di cristallo con i piedi da elefante

Niente da dire se ogni tanto il giudice decide di accogliere le motivazioni di un padre il quale in buona fede richiede di poter esercitare il diritto/dovere di essere la guida ed il conforto del proprio figlio e spesso, per motivi di rivalsa dell’ ex moglie gli viene negato abusando  della propria posizione dominante nei confronti del minore. Non voglio scrivere niente di più di quello che è stato scritto o che si scriverà nel merito del fatto avvenuto del bambino prelevato da scuola dai poliziotti e dal padre.

Non voglio nemmeno giudicare l’operato dei giudici, i quali per come sono costretti a operare, osservano i fatti cosi’ come gli vengono presentati sulle carte dagli avvocati e dai testimoni, nemmeno dei poliziotti i quali sono costretti a eseguire l’ordine, ne tantomeno dalla stampa, molto spesso più impegnata a fare audiance piuttosto che preoccuparsi di cosa può accadere al cuore del piccolo e i danni permanenti che quel bambino potrà avere per il resto della vita. Voglio solo soffermarmi a riflettere quanto male possiamo fare in certi momenti alle persone più indifese e delicate per il loro particolare periodo di vita e di età.

Conosco fin troppo bene la sofferenza di migliaia di padri separati, i quali vorrebbero continuare ad esserlo ma ne sono impediti per il rancore delle ex mogli che usano le classiche leve psicologiche per evitarlo. Nel 2006, con l’arrivo della legge sull’affidamento condiviso pareva si fosse arrivati ad una soluzione di questo problema. Fino ad allora infatti,  solo il dieci per cento dei bambini veniva gestito in comune dai separati, il resto era vittima delle contese e ostaggio dell’odio adulto, ma i giudici affidavano ben il 90% dei casi alle madri. Oggi fortunatamente l’affido condiviso viene autorizzato a tre bambini su quattro, quasi un quarto resta affidato alle madri, meno del due per cento ai padri.

Il grande problema è che l’affido condiviso spesso fallisce,  per problemi di attrito residuo tra gli ex coniugi, per vendette trasversali con le quali si cerca di far pagare l’onta dell’abbandono usando i minori come ostaggio. Violenze allo stato puro usate impropriamente nei confronti dei piccoli per raccogliere una soddisfazione per la rivincita sul padre senza considerare che a pagarne il prezzo maggiore è il figlio, il quale ama i genitori in egual misura e questi scenari di guerriglia contribuiscono semplicemente ad indebolire la sua autostima e a perdere entusiasmo verso la sua esistenza già malinconica  per la perdita del nucleo familiare e la sicurezza di una famiglia unita. I minorenni figli di separati sono un milione, più della popolazione di una grande metropoli italiana, un esercito di adolescenti che  domani, crescendo,  ci presenterà il conto indubbiamente, mettiamoci in regola già da adesso, perché quel conto potrebbe essere molto salato.

Andiamo spesso in tribunale per la separazione con la volontà di vantare i nostri diritti, che quasi sempre rappresentano fattori economici dimenticandosi di garantire l’incolumità emozionale dei nostri piccoli. Oggi, dopo la separazione, si cerca di ritrovare la felicità incontrando, spesso frettolosamente, un’altra persona, dimenticandosi di elaborare profondamente i meccanismi che si sono deteriorati  dentro il nostro animo per l’effetto della separazione, istigando oltretutto la vendetta del coniuge abbandonato.

Non si segue quasi mai, vinti dalla giustificata reazione emotiva,  il percorso terapeutico necessario alla comprensione, accettazione e superamento delle cause di uno dei più grossi traumi dell’uomo, la separazione sentimentale e familiare. Quindi se è vero come ho scritto qui sopra che si stanno creando eserciti di bambini infelici, figli di genitori separati. E’ altrettanto vero che sono e saranno sempre di piu’ (decine di migliaia), i genitori separati con turbe sintomatiche che peseranno sul bilancio funzionale della società.

Tornando al problema centrale, sappiamo tutti che è fin troppo difficile garantire l’incolumità emozionale dei nostri piccoli in casi simili, sopratutto quando siamo assorbiti da problemi che stravolgono la nostra stabilità. Vedere i propri genitori che litigano, si picchiano o si insultano è davvero insopportabile per i bambini. Fermo restando che il disagio principale di questo triste epilogo familiare è per le donne, quando avviene la separazione, i padri sono largamente penalizzati sul piano affettivo, ( perché separati dai figli oltre che dalle mogli). Esiste anche il problema economico, la cronaca, è piena di notizie di padri che hanno dovuto lasciare la casa alla famiglia, ma non hanno danaro sufficiente per ricomprarne un’altra, oppure addirittura nemmeno per prenderla in affitto, poiché nel frattempo, a causa della loro “inefficienza” per le sofferenze correlate,  hanno perso anche il lavoro.

I danni affettivi collaterali sono devastanti, esistono certo genitori snaturati, alcuni padri per esempio, tendono di più a rifuggire il problema (separazione) quasi per volerlo seppellire, anche se è impossibile rimuoverlo,  visto il legame  sta scritto nella natura. La cronaca si è dovuta occupare spesso di madri che hanno inventato storie impossibili per allontanare i padri dai propri figli.  Un altro elemento negativo è la creazione del mito del padre “mostro” che vive lontano e se ne “frega dei figli”, insensibile ai bisogni dei propri  cari, al quale viene attribuita tutta la colpa della separazione e delle disattenzioni . Questo elemento fa crescere nei figli  un risentimento che spesso sfocia nell’odio nei confronti del padre, che diventa distacco definitivo. Questo atteggiamento lo rifinisce spesso la famiglia della madre che per naturale coinvolgimento emotivo, completa l’opera di polarizzazione mentale del bambino.

Il ruolo delle istituzioni. Si  aggiunge spesso  il ruolo delle istituzioni a queste situazioni umane,  le quali nella loro veste di coadiuvanti sociali, sono costrette loro malgrado, ad usare maniere che ricordano piu’ un elefante in una stanza di cristalli  per esercitare le ordinanze dei giudici.  Questi ultimi,  cercando di fare il bene dei minori e sempre loro malgrado,  si trovano a maneggiare un materiale cosi fragile come il Cervello umano infantile.

N.B.  Per motivi di rispetto nei confronti dei genitori e di quel bambino sfortunato al quale la sorte, non molto benevola, ha sottratto il bene più grande, il calore e l’affetto dei propri genitori, ho deciso di non pubblicare le foto e nemmeno il filmato di questa trista storia. Chi volesse vederlo può farlo attraverso la rete, ma non per opera mia.

Alessandro Sicuro

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