L’EX SINDACO DI SIENA, PIERLUIGI PICCINI, DISTRUGGE LA FAVOLA DELL’INDIPENDENZA POLITICA DI MPS – “IL PD HA SEMPRE GOVERNATO IL MONTE DEI PASCHI. L’INGERENZA È STATA ED È NOTEVOLE” – “HO SUBITO PRESSIONI DA D’ALEMA PER FAR SPOSARE MPS CON BNL. LUI, FAZIO, AMATO E LUIGI BERLINGUER MI CACCIARONO DAL PARTITO” – “ANCHE RENZI HA USUFRUITO DELL’ACCORDO FRA MUSSARI E CECCUZZI PER ALCUNE NOMINE IN SOCIETÀ CONTROLLATE DA MPS”…
Camilla Conti per “Il Fatto Quotidiano
“Il Pd ha sempre governato il Monte dei Paschi. L’ingerenza è stata ed è notevole. L’indipendenza della banca dalla politica è una barzelletta che purtroppo non fa più ridere”. L’ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, fa nomi e cognomi. “Giuliano Amato, Luigi Berlinguer, Massimo D’Alema che voleva far sposare il Monte con la Bnl”. Ma anche Matteo Renzi, “perché anche lui ne ha approfittato”.

Falso. Io fui bloccato perché ero troppo autonomo rispetto alla linea del partito che ha sempre pesato, sia a livello locale sia nazionale, sulla gestione del Monte dei Paschi. E poi nella sua versione della storia Visco non ricorda un elemento importante: Bnl.Che c’entrava Bnl con la nomina della Fondazione Mps?
C’entrava eccome. Bisogna fare un salto indietro all’estate del Duemila quando il sottoscritto subisce pressioni da D’Alema per sponsorizzare il progetto di mandare a nozze Mps con la romana Bnl. Ipotesi che mi ha subito lasciato molto perplesso. In queste pressioni vedevo un palese conflitto di interessi con il mio ruolo di amministratore.
Nel 2001 arriva una lettera del ministero del Tesoro, firmata dall’allora direttore generale Mario Draghi, che solleva una incompatibilità fittizia: come sindaco avrei potuto nominare una parte della deputazione amministratrice della Fondazione che a sua volta avrebbe dovuto decidere sulla mia nomina, innescando così un potenziale conflitto di interessi. Io non sarei stato più sindaco e ci sarebbe comunque stata una nuova deputazione. Nel 2003 la Corte di Cassazione annulla quella lettera come atto illegittimo. Bisogna chiedersi allora cosa, e chi, ci fosse dietro quella lettera.

La mia risposta è che D’Alema ma anche l’allora governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, così come Giuliano Amato e Luigi Berlinguer fossero convinti che io non ero più affidabile. Che ero diventato difficile da governare, non avevo dato garanzie sufficienti alla fattibilità del progetto con Bnl. Nell’ottobre 2003, durante un colloquio nei corridoi della Camera, alla presenza di testimoni, Pier Luigi Bersani e Visco mi rimproverarono perché ero stato troppo tiepido sull’ipotesi di fusione con Bnl e non avevo detto pubblicamente che sarei stato d’accordo.E come è finita?
Nel 2004 sono stato espulso dal partito.
PIERLUIGI PICCINI
Ora cosa accadrà al Pd locale?
A livello nazionale il Pd sta facendo quadrato e aspetta che passi la tempesta, altrimenti D’Alema non avrebbe mai preso la parola come ha fatto in questi giorni. A Siena, si aspetta di conoscere il verdetto elettorale delle politiche. Poi si apriranno i giochi sul rinnovo della giunta, ora commissariata, in primavera. Secondo me il Pd si sbarazzerà di Ceccuzzi (l’ex sindaco di Siena che si ripresenta dopo aver vinto le primarie nelle scorse settimane, ndr) e troverà una terza soluzione. Magari una donna o un candidato giovane.
E Matteo Renzi e i renziani?
Penso che Renzi non abbia più un ruolo autonomo, che le sue scelte siano subalterne al gruppo dirigente del partito. E Renzi non è credibile perché alle Invasioni Barbariche, su La7, commentando il caso Mps, ha citato Banca 121 dimenticandosi che i problemi del Montepaschi nascono nel 2007 con l’acquisto di Antonveneta, con il bond Fresh lanciato nel 2008 per finanziare l’operazione e poi con i derivati. Se vuole essere credibile Renzi deve entrare nel merito. Ma non può farlo.
CECCUZZI
Perchè? Non ci dica che anche Renzi…
Anche Renzi ha usufruito dell’accordo fra Mussari e Ceccuzzi per alcune nomine nella Firenze Parcheggi e in alcune società controllate da Mps.
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