L’ITALIA NON E’ IN GRADO DI DOTARSI DI UNA CLASSE DIRIGENTE STABILE CHE FACCIA LE AZIONI GIUSTE PER RILANCIARE L’ECONOMIA DELLA SECONDA POTENZA MANIFATTURIERA EUROPEA QUALE E’. QUESTO AI MERCATI NON PIACE E INIZIANO (COME AVEVO ANNUNCIATO), A NON CREDERCI PIU’, SEGNO EVIDENTE: LA FIBRILLAZIONE DELLO SPREAD. DRAGHI RITORNA AD AGITARE LO SPAURACCHIO DELLO SCUDO ANTI-SPREAD MA, ANCHE QUESTO STRUMENTO CON UN INCURSIONE PESANTE DELLA SPECULAZIONE INTERNAZIONALE CHE CIRCOLA DURANTE I VERI ATTACCHI BORSISTICI POTREBBE DIFENDERE LA ZONA EURO SOLO PER POCHE SETTIMANE. C’E’ BISOGNO DI UN PIANO STRUTTURALE E STRUTTURATO DEL NOSTRO GOVERNO IN CONCERTAZIONE CON LA BCE, GLI STATI MEMBRI E I GOVERNI SENSIBILI. LETTA IERI HA ANNUNCIATO LE SUE INTENZIONI PROGRAMMATICHE DA PORTARE SUL TAVOLO DELLA RIUNIONE DEI MEMBRI UE, MA DOVRA’ FARE I CONTI CON LA GERMANIA SOTTO ELEZIONI QUINDI ANCORA PIU’ INGESSATA E RIGIDA SULLE PROPRIE OPINIONI DI RIGIDITA’. IL MIO PARERE PERSONALE E’ CHE TORNERA’ A ROMA CON LA SOLITA PACCA SULLA SPALLA E TANTI AUGURI.
Alessandro Sicuro
pubblico questo articolo di Stefania Tamburello per “Il Corriere della Sera“
DOVE ERAVAMO RIMASTI? TORNA L’INCUBO DELLO SPREAD E DRAGHI RISPOLVERA LO SCUDO
Draghi insiste sulla imminente ripresina e rispolvera lo scudo anti-Spread – Il differenziale torna a salire dopo un’asta di titoli con buona domanda ma rendimenti in crescita (Ctz a 2,50%) – L’Asia teme ancora un credit crunch in Cina
MARIO DRAGHI
L’equilibrio di bilancio è necessario ma non si può ottenere facendo debiti. Non è questo che aiuta la crescita bensì «il taglio delle spese improduttive» e «l’abbassamento del peso fiscale se sta danneggiando l’attività economica e la creazione dei posti del lavoro»: il presidente della Bce, Mario Draghi parla a Berlino, al consiglio economico del Cdu, e rilancia la sua ricetta anticrisi. Cerca anche di essere rassicurante, ripetendo, ed ormai è uno dei pochi a farlo, che la ripresa potrebbe ancora farcela a spuntare entro la fine dell’anno.
«Ci aspettiamo che lo stimolo monetario e i miglioramenti dei mercati finanziari permetteranno di sostenere una ripresa più avanti nell’anno» dice anche se subito dopo si affretta ad assicurare che la Bce continuerà a mantenere in piedi tutte le misure straordinarie adottate, e fra queste soprattutto l’Omt, lo scudo anti-spread ,cioè l’acquisto dei titoli pubblici dei Paesi in difficoltà, condizionato all’assunzione di impegni vincolanti da parte degli interessati, che non serve certo «a comprimere artificialmente lo spread di alcuni Paesi» e che «è stato essenziale per fare dell’Eurozona un luogo più stabile e sicuro su cui investire». In ogni caso la Bce continuerà a mantenere una politica monetaria accomodante.
Un’exit strategy per Eurotower «è ancora distante» afferma Draghi, in contrasto con quanto giorni fa ha annunciato il presidente della Federal Reserve Usa, Ben Bernanke, prevedendo la fine graduale delle politiche di stimolo all’economia e provocando tensioni a catena sui mercati.
L’affermazione di Draghi, che era stata preceduta da una uguale assicurazione di Benoit Coeuré,componente del comitato esecutivo della Bce, ha influito sull’andamento dei mercati stemperando i timori sui possibili cambiamenti di rotta di tutte le banche centrali. Di tale alleggerimento di clima però non ha beneficiato l’Italia, dove ha tenuto banco la prima tornata di aste di fine mese che, pur avendo fatto registrare il pieno di domande, ha dato luogo ad un deciso rialzo dei rendimenti.
I tassi dunque hanno proseguito la salita e lo spread fra i rendimenti dei Btp decennali, al 4,86%, e dei Bund tedeschi di uguale durata ha sfondato i 311 punti per poi ripiegare e chiudere a 306 punti, sei più di lunedì. Stabile invece il differenziale della Spagna che è rimasto attorno ai 325 punti base col rendimento dei Bonos al 5,05%.
La nuova spinta al rialzo della forbice tra Roma e Berlino ieri è stata data, come si è detto, dall’esito della prima delle tre giornate delle aste di fine mese. I Ctz e i Btp indicizzati infatti sono stati collocati a tassi in sensibile aumento. In particolare per i Ctz, offerti in prima tranche e assegnati per il massimo di 3,5 miliardi, la domanda è stata buona, pari a 5,2 miliardi, ma il rendimento di aggiudicazione è stato pari al 2,40%, ben l’1,29% in più dell’asta di maggio.
«I rendimenti sono allo stesso livello della fine di marzo. Abbiamo perso i guadagni sul decennale in termini di tassi più bassi tra aprile e maggio ma i rendimenti restano alla nostra portata» ha commentato il direttore del dipartimento del Debito pubblico Maria Cannata, mettendo in luce la nota positiva dell’afflusso di investitori internazionali in particolare statunitensi. Oggi tocca ai Bot semestrali.
Le aste del Tesoro ieri hanno condizionato anche Piazza Affari che ha chiuso in perdita dello 0,37%, in controtendenza col resto delle Borse europee trascinate dal buon avvio di Wall Street sull’onda dei dati sulla fiducia dei consumatori e sulle vendite di nuove abitazioni migliori del previsto, che ha contrastato gli effetti ancora negativi dei timori per un credit crunch in Cina influente sulle piazze asiatiche. In particolare Francoforte ha segnato un guadagno dell’1,55%, Parigi dell’1,51%, Londra dell’1,21% e Madrid dello 0,72%.
Una nave alla deriva ecco cosa sembra questa Italia in mano a pseudo guaritori, senza raggiungere nessun risultato anzi imbarcando sempre più acqua che porterà all’affondamento senza via alternativa.Possibile che nessuno si muova per amore della nostra terra con valori e patrimoni ineguagliabili al mondo?La cosa che mi fa più paura è il no-patrimonio che lasciamo ai nostri figli…bella eredità vero?Ma secondo te ci può essere un operativo efficace di guarigione?
Gentile Simona,
Ti sono grato della domanda, molto articolata ed in chiave con le situazioni attuali. In realtà il momento non è semplice. Ciò che paralizza i politici da noi delegati a governare è la complessità delle problematiche in gioco. Nessuno infatti ha il coraggio di prendere le decisioni drastiche che sarebbero necessarie. Prima tra tutte capire se l’euro è veramente un bene per noi o no e di conseguenza decidere con referendum se uscirne. La cosa spaventa molto perché implica una serie di possibilità irreversibili mai sperimentate che solo a pensarci fa’ accapponare la pelle. C’è da dire che i trascorsi fanno capire che c’è qualcosa che non va. I grafici che analizzano la vita economica del nostro paese e degli altri paesi europei escluso la Germania parlano chiaro, (c’è un articolo nel mio blog). La curva dei nostri fatturati industriali rispetto alla Germania mostra una impressionante differenza dopo l’euro. La Germania è salita in vetta mentre il resto dei paesi area euro sono scesi in basso, noi addirittura quasi ultimi prima della Grecia e Spagna, anche per i nostri problemi interni legati al debito pubblico, classe politica e costi politica.
Per rispondere all’ultima parte del tuo quesito ecco la mia ricetta iniziale:
1. Taglio drastico alla fornitura di F35 (una nazione che soffre la fame non compra questi velivoli) oltretutto le guerre adesso le fanno con lo spread e l’informatica.
2. Taglio del 50% iniziale ai costi della pubblica amministrazione (costo attuale 800 miliardi di€), con conseguente taglio del 20% nei prossimi tre anni.
3. Taglio drastico delle missioni di “pace”.
4. investimento in settori performanti: Turismo, apertura credito e incentivazione, abolizione burocrazia
5. investimento in settori performanti: Made in Italy, apertura credito, incentivazione, agevolazioni…
6. Utilizzo delle riserve auree come garanzia per ottenere un mega-prestito finalizzato alla ripresa italiana
7. Stampare moneta, e pompare liquidita’ iniziando una politica monetaria simile a quella americana e giapponese.
8.Rimodulazione dei debiti e delle imposte in base a piani di recupero di medio e lungo periodo.
Un piano folle? no..! un piano per cercare di lasciare un futuro nelle mani dei nostri figli i quali ci osservano e ci giudicano incapaci di riprodurre il sogno lucido dei padri fondatori che hanno reso grande questo paese nei tempi passati.
Penso veramente che sia un ottima ricetta…aggiungerei rendere la possibilità di aquisto con denaro contante reso praticamente invisibile, a beneficio delle carte di credito che hanno uno scopo solo di controllo..,con le ultime leggi!!possibile sia così difficile per loro metterla in pratica?complimenti e condivido a pieno le tue proposte.