DRAGHI PRONTO A ENTRARE IN GUERRA CONTRO LA CRISI
AVRA’ MUNIZIONI SUFFICIENTI A SBLOCCARE EUROZONA?
-SALE L’ATTESA PER UNA MOSSA DELLA BCE “ALL’AMERICANA” CON L’ACQUISTO DI TITOLI DI STATO.
-LA GERMANIA GIÀ PRONTA A VIGILARE CHE NON SIANO PRIVILEGIATI TITOLI FRANCESI, ITALIANI E SPAGNOLI, (COME SE NEGLI ULTIMI ANNI AVESSERO PRIVILEGIATO SOLO LORO)…
allego qui un flash da Jackson Hole:
” in questo momento, 22 Agosto 2014, I banchieri centrali a Jackson Hole. Yellen e Draghi protagonisti ( rispettivamente gov di Federal Reserve e BCE). Dalle prime notizie trapelate in diretta: nell’incontro ospitato dalla Fed , il momento centrale, il discorso del numero uno della Banca centrale Usa, che cercherà appigli nelle pieghe del mercato del lavoro per continuare la politica espansiva. Così darà una mano al governatore Bce, che cerca di indebolire l’euro. La ripresa economica americana, che stupisce per intensità ma non lascia del tutto tranquilla la Federal Reserve: da parte della Banca centrale potrebbe arrivare un sostegno ancora prolungato con una politica monetaria espansiva per buona parte del 2015. E ancora, lo stallo dell’Eurozona che non riesce a uscire dalla palude della recessione. Ma il governatore della Bce, Mario Draghi, tirato per la giacchetta in continuazione affinché faccia di più per riportare il Vecchio Continente in linea di galleggiamento, ha un nuovo alleato: il dollaro che sta correndo – sulla scorta della ripresa Usa e dell’afflusso di capitali verso gli States – e dà una mano alle aziende esportatrici Ue. Sullo sfondo, i timori per la situazione in Ucraina e il braccio di ferro con la Russia, la grana Isis che ha toccato allo stomaco gli americani con la decapitazione di un loro reporter, il caos di Gaza ben lungi dall’essere risolto. E’ il menu della tre giorni di incontri di Jackson Hole, nel Wyoming, dove la Federal Reserve di Kansas City ospita come da tradizione i banchieri centrali Usa e le principali personalità del mondo finanziario internazionale alla ripresa dell’attività dopo la pausa estiva. “Ripensare le dinamiche del mercato del lavoro” è il tema dell’anno.
Intanto dal 18 settembre partono i prestiti straordinari di Francoforte destinati alle banche. Si tratta di prestiti a 4 anni con interessi minimi allo 0,5% il cui scopo è che vengano poi finanziate imprese e famiglie. L’obiettivo è pompare mille miliardi di euro freschi nel sistema…
da un articolo di Stefania Tamburello per “Il Corriere della Sera”
MARIO DRAGHI
Cosa farà Mario Draghi per salvare l’economia europea?, si chiedeva ieri il Financial Times dopo aver sottolineato che il problema da affrontare non è più solo quello di salvare l’euro. Il dibattito delle ultime settimane, al di qua e al di là dell’Oceano, ha spostato l’attenzione dall’interrogativo sul futuro della moneta unica a quello sulla tenuta della stessa costruzione europea. Mantenendo però un punto fermo, l’attesa per le mosse della Bce e del suo presidente, Draghi appunto, anche se l’interessato ad ogni suo intervento insiste sul fatto che per uscire dalla crisi la politica economica deve essere attiva almeno quanto la politica monetaria.
DRAGHI RENZI
Ma tant’è, gli occhi sono tutti puntati su Francoforte e sulla prossima riunione del consiglio direttivo della Banca centrale europea del 4 settembre e le attese sono per un’iniziativa decisa, straordinaria, sulla base di uno scenario congiunturale più critico di quello previsto dagli economisti della stessa Bce. In particolare la discesa dell’inflazione, significativamente più rapida di quella immaginata a Francoforte anche solo un mese fa ed il peggioramento dell’economia che è in arretramento pure in Germania, con buona pace delle più rosee stime della Bundesbank.
DRAGHI PADOAN
Il più severo scenario congiunturale costituirà dunque l’elemento centrale nella discussione delle iniziative dell’Eurotower che hanno comunque un corollario. La politica monetaria «resterà molto accomodante per lungo tempo», ha detto e ribadito Draghi anche in questi giorni con l’obiettivo di assecondare l’indebolimento della moneta unica che non può peraltro prescindere dall’azione della Federal Reverse Usa, e che è prezioso per dare fiato alle esportazioni del Vecchio continente e per frenare la discesa dei prezzi.
LA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK
In cima alla lista c’è la decisione già annunciata di far partire, il 18 settembre, la prima operazione (ce ne saranno 8 nell’arco di un biennio) di prestiti alle banche, finalizzata alla concessione di finanziamenti alle imprese e alle famiglie (esclusi i mutui immobiliari). Si tratta di prestiti a 4 anni a tassi appena superiori a quelli minimi di riferimento (0,15%) che potranno ammontare, per l’intero periodo, anche a mille miliardi. C’è da vedere se le banche potranno contare su una domanda adeguata da parte delle imprese ma in ogni caso, a differenza delle immissioni di liquidità a cavallo tra il 2011 e il 2012, gli istituti di credito difficilmente saranno tentati dal dirottare i fondi ottenuti dalla Bce nell’acquisto di titoli di Stato, la cui convenienza da allora è molto diminuita.
FEDERAL RESERVE
Draghi tiene molto a questa iniziativa che potrebbe dare una spinta alla ripresa (per l’Italia il governatore Ignazio Visco ha ipotizzato un beneficio di un punto di Pil nell’intero periodo) come a quella, più lontana nel tempo, dell’acquisto di titoli bancari cartolarizzati (Abs) ed è difficile che la voglia depotenziare con altre concomitanti misure forti. Come potrebbero essere gli interventi non convenzionali, quali il quantitative easing , cioè l’acquisto sul mercato di titoli pubblici e privati, sollecitati in questi ultimi giorni da più parti (anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha esortato la Bce «a fare la sua parte»). Il banchiere centrale italiano ci tiene all’indipendenza delle decisioni della Bce, ma è anche un pragmatico e se, come ha detto più volte, l’analisi dei dati congiunturali globali ed europei facesse emergere, come sembra, l’urgenza dell’azione ed il dibattito nel consiglio direttivo dovesse confermare la necessità di misure più espansive, allora c’è «da scommettere» che le decisioni forti arriveranno senza indugio.
sure-com
It would be nice if while Minister and ECB director Draghi was at these meetings in Jackson Hole, that he was able bring back an ally that would be of guidance and some help in starting to straighten out the failing economic problem without making it worse for Italy and several of the other nations that are struggling.
The question remains and a response appropriate to what is being discussed would be helpful. THe question being Will Mr. Draghi be able to save the European Economy? and What about the Euro? Will the euro be lost and the nations that have been using the singular currency struggle with someother form of currency that is unknown or go back to what was being used prior to the start of the EUro? Is he really capable of helping restore stability to these nations, the ECB and the EUropean community as a whole.? I myself am not sure. It appears that the focus remains on Germany and Frankfort in particular. Yes, the inflation is down there significantly but the worsening economy is in question.
WHile the Federal REserve may be able to help with a high interest rate loan to help cover many of the outstanding debt, it would also add to the problem of paying it back over many years and causing more of a financial problem. What about the WOrld bank? Were they ever consulted?
All told I think this is a wonderful article and quite insightful. Many things remain to be seen on the improvement of this situation.