-Un’annata eccezionale, secondo la Fnati
-Federazione nazionale associazioni tartufai
– spinta dalle piogge abbondanti che hanno caratterizzato l’estate
ROMA. Sarà l’anno del tartufo low cost e di ottima qualità. Un’annata eccezionale, secondo le stime della Fnati-Federazione nazionale associazioni tartufai, spinta dalle piogge abbondanti che hanno caratterizzato l’estate e che
consentiranno una raccolta abbondante nel segno della qualità.
Per i buongustai il tartufo sarà veramente a portata, sottolinea Coldiretti, con prezzi “popolari” che vanno da meno di 200 euro/etto per il bianco in Piemonte a 10 euro/etto per il nero nel centro Italia. La raccolta del tartufo è già partita per il bianco, mentre a novembre prenderà il via quella del nero pregiato. Ad Alba si scaldano i motori per la Fiera internazionale che quest’anno prenderà il via l’11 ottobre (e fino al 16 novembre), la stagione è partita con il piede giusto, osserva Isabella Gianicolo, responsabile organizzativo del Centro Studi d’Alba.
«Ma il meglio – aggiunge – deve ancora arrivare. Da parte nostra abbiamo arricchito il cartello dei talk show e degli show cooking organizzati durante la Fiera, nell’obiettivo di superare le 100mila presenze dello scorso anno.Intanto già si va verso il tutto esaurito nelle prenotazioni alberghiere».
«Il prezzo del tartufo è sicuramente molto ragionevole – sottolinea Bruno Sabella, presidente della Fnati -; andando avanti nella raccolta e in prossimità di Natale sicuramente le quotazioni saliranno ma non dovrebbero comunque andare oltre i mille euro al chilo». «Manca un calendario nazionale delle fiere e mercati del tartufo – osserva Sabella – Mi sono impegnato io a farlo guardando su internet e ho riscontrato che ce ne sono più di 300 in tutta Italia. Ritengo che questi eventi andrebbero più valorizzati e comunicati».
Dal Piemonte all’Umbria, Toscana e Marche, sottolinea Coldiretti, si attende tartufo in buona quantità, con un 10% in più di raccolto sul 2013, e di ottima quantità«. Attenzione però al pericolo contraffazione – avvisa l’organizzazione agricola – con i tartufi magari cinesi d’importazione spacciati magari per
italiani. “È l’Italia il vero Paese dei tartufi – sottolinea Sabella -, perchè solo da noi ci sono tutte le tipologie del pregiato tubero. E poi si trova veramente dappertutto, persino in Sicilia e Sardegna”.
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