DAZIO ZERO AI TUNISINI. ANCORA UNA LEGGE TARGATA UE CONTRO I PAESI EUROPEI, COME L’ITALIA
L’EUROPA DOVREBBE GARANTIRE I PAESI DELL’UE INVECE GLI DA ADDOSSO PER FAVORIRE GLI AFRICANI
CON QUESTA STRATEGIA FALLIRANNO DUE AZIENDE SU TRE E IL GOVERNO CHE DICE?
DAL WTO DI MARRAKECH QUANDO SI DECISE DI ACCORDARE UN DAZIO ZERO AI PAESI IN VIA DI SVILUPPO AD OGGI… COSA E’ CAMBIATO.
Import a dazio zero è il vero problema di questo esercizio autodistruttivo autorizzato dall’Europarlamento fino al 2017 mette a rischio un’azienda italiana su tre. Lo afferma la Coldiretti all’ANSA, sottolineando i problemi della concorrenza sleale causati dall’extra-quantitativo, pari a un terzo della produzione nazionale.
Una ‘tegola’ per il settore olivicolo nazionale, che suscita la reazione anche del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che osserva come il voto dell’assemblea di Strasburgo sia “solo l’ultimo degli attentati al nostro olio”. In precedenza, ricorda il ministro, c’era stata la questione dei bollini sui prodotti alimentari decisi dalla Gran Bretagna: “In quel caso – rileva Lorenzin – era stato deciso un ‘bollino rosso’ per il nostro olio di oliva, ma un ‘bollino verde’, ad esempio, per la coca cola”.
Per il leader della Lega, Matteo Salvini, quello degli europarlamentari è stato addirittura “un voto criminale, ma non me la prendo solo col Pd e il governo, ma anche con i sindacati”.
Indignato anche il governatore pugliese, Michele Emiliano, “È inaccettabile – il commento su twitter – che deputati Eu non si siano opposti a questo modo ridicolo di aiutare l’economia tunisina, danneggiando la nostra olivicultura”.
Da parte loro i deputati pugliesi del Pd Colomba Mongiello, Dario Ginefra, Ludovico Vico, Liliana Ventricelli e Gero Grassi sollecitano un’approvazione immediata del Piano Olivicolo Nazionale: “Governo e Regioni – dicono – devono trovare subito l’accordo che garantisca agli olivicoltori fondi e opportunità di sviluppo”.
Dalla Tunisia sono già arrivati nel 2015 novanta milioni di chili di olio di oliva, in confronto a una produzione tricolore che si attesta sui 300 milioni di chili. Con il via libera finale da Strasburgo, si prevede una quota aggiuntiva di import dalla Tunisia senza dazi nella Unione Europea di 35.000 tonnellate in più all’anno di olio d’oliva, che vanno ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia.
Cifre che – sottolinea la Coldiretti – hanno fatto della Tunisia nel 2015 il terzo esportatore, dopo la Spagna e la Grecia, con il totale degli arrivi che è stato pari a 538 milioni di litri.
Parallelamente all’aumento delle importazioni extracomunitarie dalla Tunisia, in Italia nel 2015 sono quadruplicate le frodi nel settore degli oli e dei grassi, con un incremento record del 278 per cento rispetto all’anno precedente. Nel 2015 sono stati effettuati dai Nas sequestri nel settore degli oli e grassi per 29,5 milioni di euro, con 58 persone segnalate all’autorità giudiziaria e 345 segnalate all’autorità amministrativa, a fronte di 2.691 controlli.
Il rischio concreto in un anno importante per la ripresa dell’olivicoltura nazionale – commenta Coldiretti – è dunque il moltiplicarsi di frodi, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali, per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati, a danno dei produttori italiani e dei consumatori.
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