Prada è sempre più interattivo. Ieri, subito dopo la sfilata digitale dedicata alla collezione maschile autunno/inverno 2021-22, i co-direttori creativi Miuccia Prada e Raf Simons hanno conversato con una selezione di studenti di college e università di tutto il mondo collegati in video-chat. L’iniziativa è l’evoluzione di quanto avvenuto a settembre, in concomitanza con il défilé donna primavera/estate 2021 quando era stato proposto ai follower online l’invito a porre delle domande per animare il talk a seguito dello show digitale.
Per l’appuntamento con la prima collezione maschile firmata dal duo, per i ragazzi è stato possibile interloquire in un botta e risposta che ha dato vita a confronti, riflessioni sullo stato attuale della moda, idee per il futuro.
I giovani interlocutori sono iscritti a corsi di studi della moda, dell’arte, del design, dell’architettura e della filosofia. Sono stati coinvolti gli atenei di tre continenti: Tsinghua University, School of Architecture di Pechino, Bunka Fashion College di Tokyo, Hongik University, International Design School for Advanced Studies di Seoul, Università Vita-Salute San Raffaele, Facoltà di Filosofia di Milano, Central Saint Martins di Londra, Harvard University Graduate School of Design di Cambridge e Fashion Institute of Technology, School of Graduate Studies, MFA Fashion Design di New York.
Sulla scia del dialogo online, questo mese Prada ha lanciato anche una nuova campagna pubblicitaria interattiva sul proprio sito web. L’utente può rispondere alle domande presenti sulle foto dedicate alla collezione primavera/estate 2021. La campagna è presentata sotto forma di un dialogo aperto a molteplici prospettive: le risposte selezionate saranno pubblicate in un libro dedicato, il cui scopo è, tra gli altri, presentare la collezione in modo inedito.
In una recente intervista al New York Times Miuccia Prada ha riflettuto sui cambiamenti del sistema moda e sul ruolo dei creativi: “Il lavoro del designer non è solo creare abiti, ci sono molti altri temi. Ci troviamo davanti a un punto si svolta, saremo del tutto commerciali o andremo maggiormente verso principi morali”, “Cosa sta andando la moda? Dove pensiamo dovrebbe andare? Cos’è nuovo – si interroga invece Simons – È la discussione più complicata nella moda in questo momento. Prima erano i vestiti a parlane ma ora non importa quanto a entrambi piaccia l’idea che i vestiti si esprimano per sé , non è abbastanza”.
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