L’OPINIONE:
Il premier italiano, Mario Monti, a Cernobbio, con molta franchezza, ha dichiarato: «La Spagna è una fonte di preoccupazione per l’Europa».
In effetti c’è di che essere preoccupati se si considera che la disoccupazione spagnola è arrivata al 23% e quella giovanile al 49,9%, mentre il Pil nel 2012, asfissiato dalla cura lacrime e sangue imposta da Fmi e Ue, calerà a -1,7%.
Intanto i primi mesi del 2012 stanno portando la penisola iberica verso il baratro finanziario, lo spread tra i bonos spagnoli e i bond tedeschi è arrivato a quota 340 punti, 32 in più dei BTP, con un rendimento del 5,34%.
La strada è in salita e la speculazione dei mercati è in agguato. Da ciò si evince che la situazione finanziaria in cui la Spagna è venuta a trovarsi è tanto seria che la cancelliera Angela Merkel ha deciso di venire in soccorso a Madrid, annunciando che la Germania è disposta ad aumentare il Fondo Salva stati. Al punto in cui la Spagna è arrivata, c’è chi si chiede se si avrà un’altra Grecia.
Quali prospettive, ci sono? i numeri per la crescita.
In Europa c’è troppo debito e poco lavoro e la situazione andrà peggiorando, la Banca centrale europea lancia l’allarme: “Nel 2012 l’Europa non va”.
“Le condizioni nei mercati del lavoro dell’area dell’euro continuano a deteriorarsi” e “le indagini congiunturali anticipano un ulteriore peggioramento nel breve termine”. Lo scrive la Banca centrale europea nel suo bollettino mensile sottolineando come l’aumento degli spread di Italia e Spagna nelle ultime settimane “si è verificato sullo sfondo di una riconsiderazione delle prospettive per la crescita nell’area dell’euro” e spiegando che “nel complesso la fiducia dei mercati obbligazionari non ha recuperato completamente”.
L’Italia, ma anche la Francia, il Belgio, la Grecia, l’Olanda, il Portogallo e la Spagna, presentano per il 2012 un fabbisogno di rifinanziamento pubblico “particolarmente rilevante” e superiore al 20% del Pil.
Viviamo il paradosso della rilocalizzazione della produzione dall’Asia all’europa. dagli anni ottanta in poi la tendenza dei grandi gruppi industriali internazionali era quella di inviare, delocalizzando, la produzione in asia. Adesso sta avvenendo l’inverso e se la crisi continuerà sarà sempre di più così.
E’ notizia di questi giorni infatti, che Ikea abbia dirottato gran parte della sua produzione in Italia, in Piemonte, adducendo a tale iniziativa la giustificazione della qualità del made in italy e il prezzo. Di questo passo non solo vedremo rientrare in Italia la gran parte dei gruppi produttivi ma potremmo anche vedere in linea teorica, alcuni gruppi asiatici delocalizzare le proprie produzioni in Italia (un paradosso in termini direi ma possibile, elaborando uno scenario dinamico evolutivo delle loro economie in prospettiva).
Tutto ciò’ potrebbe essere enormemente agevolato da una buona politica fiscale, sociale-sindacale, e infrastrutturale del governo Italiano. Questo board di politici-tecnici è in grado di pensare a questo?! Non lo sappiamo, noi Italiani però non possiamo permetterci il lusso di attendere per vedere i risultati.
Come possiamo fare allora? ci vuole più contatto con la politica, con la vita sociale, tutto ciò’ deve avvenire attraverso uno strumento di accesso alle informazioni in tempo reale e senza intermediari, questo accesso lo otteniamo attraverso la rete.
Il cittadino deve interagire in maniera dinamica con la pubblica amministrazioni.
I pubblici amministratori devono essere considerati nostri dipendenti, quindi il loro operato deve essere seguito e approvato passo dopo passo da noi cittadini.
Alessandro Sicuro
English version
OPINION:
The Italian premier, Mario Monti, at Cernobbio, quite frankly, said: “Spain is a source of concern for Europe.”
In fact, there is something to be worried when you consider that the Spanish unemployment has reached 23% and youth unemployment to 49.9%, while the GDP in 2012, asphyxiated by the tears and blood set by the IMF and EU, will drop to -1.7%.
Meanwhile the first months of 2012 are leading the Iberian Peninsula to the brink financial bonos the spread between Spanish and German bonds is now up to 340 points, 32 more than the BTP, with a yield of 5.34%.
The road is uphill and market speculation is lurking. This shows that the financial situation in which Spain has come to be is so serious that Chancellor Angela Merkel has decided to come to the rescue in Madrid, announcing that Germany is willing to increase the Fund Save states. At the point where the Spanish arrived, someone asks if you have another Greece.
What prospects are there? numbers for growth.
In Europe there is too much debt and little work and the situation to get worse, the European Central Bank warns: “In 2012, Europe should not be.”
“The conditions in the euro area labor markets continue to deteriorate” and “the survey anticipate a further deterioration in the short term.” The European Central Bank says in its monthly bulletin emphasizing the increase in spreads of Italy and Spain in recent weeks “occurred against the backdrop of a reassessment of the prospects for growth in the euro area” and explaining that “in Overall confidence in the bond markets did not recover completely. ”
Italy but also France, Belgium, Greece, Holland, Portugal and Spain, have for the 2012 refinancing needs a public “particularly important” and more than 20% of GDP.
We live the paradox of the relocation of production from Asia to Europe. eighties onwards the tendency of large international industrial groups was to send, outsourcing, production in Asia. Now the reverse is happening and whether the crisis will continue to be even more so.
And ‘news these days, in fact, that Ikea has diverted much of its production in Italy, in Piedmont, arguing that the justification of the initiative made in Italy quality and price. At this rate we will not only return to Italy the most productive groups but we also see in theory, some Asian groups relocate their production in Italy (a paradox in terms, but can say, developing a dynamic scenario in the evolution of their economies perspective).
All this’ could be greatly facilitated by good tax policy, social-labor, and infrastructure of the Italian government. This board of political-technical can think of this?! We do not know, we Italians, however, we can not afford to wait to see the results.
How do we do then? we need more contact with politics, social life, everything ‘must be through a means of access to information in real time and without intermediaries, this access we get it through the network.
The citizen must interact dynamically with the public administrations.
Public administrators must be considered our employees, so their work must be followed step by step and approved by us citizens.
Alessandro Sicuro
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