– E’ LA GERMANIA IL PROBLEMA DELL’EURO –
PER GEORGE SOROS IL DIVORZIO CONSENSUALE TRA BERLINO E L’EUROPA PORTEREBBE ALLA NASCITA DI UNA “ZONA EUROLATINA” GUIDATA DA PARIGI.
CON UNA VALUTA PIU’ COMPETITIVA PER L’EXPORT E PIANI DI RIENTRO SENZA LACRIME E SANGUE – L’ALTERNATIVA SONO 10 ANNI DI RECESSIONE E UNA SPACCATURA SEMPRE PIU’ TRAGICA TRA PAESI CREDITORI E DEBITORI, A MENO CHE I TEDESCHI NON CAMBINO POLITICA… –
Senza una simile svolta l’Europa entrerà in una fase di depressione economica che potrebbe durare “dai cinque ai dieci anni”, ha aggiunto l’autore della celebre scommessa contro la sterlina del 1992, tracciando un parallelo con il “decennio perduto” dell’America Latina, con la Germania a giocare il controproducente ruolo di guardiano dell’austerity che fu ricoperto all’epoca dal Fondo Monetario Internazionale.
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LA TOMBA DELL EURO
Per scampare questo pericolo, secondo il finanziere, l’Europa ha bisogno di una forma di condivisione del debito, ovvero gli Eurobond ai quali Berlino è fortemente contraria, e di “un programma per la crescita, che non è quello che la Germania sta imponendo all’Europa”. Quanto al piano anti-spread della Bce, Soros lo ha definito come un semplice modo di “guadagnare tempo”, pur prevedendo che Italia e Spagna non avranno bisogno di ricorrervi.
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A detta del finanziere americano la crisi dell’euro è entrata in una nuova fase. Con il sostegno di Angela Merkel alla linea di Mario Draghi e con il via libera all’acquisto di bond, ”la sopravvivenza dell’euro è assicurata, ma la forma futura dell’Unione europea sarà determinata dalle decisioni politiche che i Paesi membri dovranno prendere il prossimo anno”.
A suo avviso gli Stati membri sono divisi in due categorie, creditori e debitori, e i creditori sono al comando, con la Germania in testa. L’uscita di quest’ultima dall’Eurozona sarebbe un evento dannoso ma gestibile, al contrario dell’effetto domino che sarebbe causato dall’abbandono forzoso di un Paese dopo l’altro a causa della speculazione e della fuga dei capitali.
Soros si è detto da tempo favorevole alla moneta unica europea. “Sono sempre stato un fervido sostenitore dell’Unione europea quale incarnazione ideale di una società aperta, associazione volontaria di stati membri paritari che hanno rinunciato a parte della loro sovranità per il bene comune. Ma oggi la crisi dell’euro sta trasformando l’Unione europea in qualcosa di profondamente diverso”, ha avvertito.
A.S.
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