GIOTTO A MILANO
Giotto è, senza dubbio, il padre dell’arte “moderna” italiana. Nell’anno di Expo 2015, Milano gli dedica una mostra che espone 13 capolavori assoluti, mai riuniti tutti insieme. Dal 2 settembre 2015 al 16 gennaio 2016 a Palazzo Reale,
La foto in copertina ritrae il Polittico Stefaneschi è una tempera su tavola (78×89 cm pannello centrale, 168×83 pannelli laterali e 45×83 gli scomparti della predella) di Giotto e aiuti di bottega, realizzata nel 1320 circa; era destinato alla prestigiosissima collocazione dell’altare maggiore dell’antica basilica di San Pietro in Vaticano ed oggi è conservato nella Pinacoteca Vaticana (inv. 40120).
Sono 13 opere, compreso il Polittico Stefaneschi, che non aveva mai lasciato il Vaticano da quando il cardinale Jacopo Caetani Stefaneschi lo aveva donato per l’altare maggiore della Basilica di San Pietro. L’opera, in seguito trasferita nei Musei Vaticani, e la relativa donazione, sono menzionate nel Liber Anniversarium della Basilica, in occasione del necrologio per la morte del Cardinale, avvenuta nel 1341. Sulla fronte anteriore del polittico vi sono San Pietro con due coppie di santi a lato. Al centro è dipinto Cristo in trono e a fianco appaiono le raffigurazioni dei martiri di San Pietro e di San Paolo. Nella predella sono infine rappresentati la Madonna in trono e altri santi.
La rassegna vuole offrire una panoramica cronologica dell’ attività dell’artista fiorentino in diverse zone d’Italia. Il frammento della Maestà della Vergine da Borgo San Lorenzo e la Madonna di San Giorgio alla Costa documentano il periodo in cui Giotto si stava affermando ed era impegnato tra Firenze e Assisi. Vi è quindi il nucleo della Badia fiorentina, con il polittico dell’Altare Maggiore, attorno al quale sono ricomposti alcuni frammenti di decorazioni in affresco dello stesso Giotto.
L’attività a Padova è documentata dalla tavola con Dio Padre in trono, proveniente dalla Cappella degli Scrovegni. Seguono il polittico bifronte destinato alla cattedrale fiorentina di Santa Reparata.
Il percorso espositivo prosegue con due opere della parte finale della carriera di Giotto: il polittico di Bologna, che il maestro dipinse in questa città, al ritorno in Italia da Avignone, dove era stata trasferita la corte papale; il polittico Baroncelli, dall’omonima cappella della chiesa fiorentina di Santa Croce. Per l’occasione, a questa opera viene ricongiunta la cuspide raffigurante il Padre Eterno, conservata nel Museo di San Diego, in California.
L’impiego di particolari tecnologie fotografiche, usate in occasione di un recente restauro, permette infine una visione dei dipinti murali che Giotto realizzò in Santa Croce per la Cappella Peruzzi.
I am pleased to know that during the year of Expo 2015, Milan has dedicated an exhibition that presents 13 masterpieces, ever gathered together. From 2 September 2015 to 16 January 2016 the Royal Palace, These masterpieces are well represented, well preserved and has an integral place in the history of the Church.
I remember being able to see many of them in person when I was in Rome and at the Vatican.
The history of many pieces of the Triptych that you have presented in this wonderful article is just as important so that many readers who might have not had the opportunity to view them in person will gain a far better understanding of why they were created and the love and care that was put into them as well.
It’s a shame that this can’t be adequately replicated in this day and age. If they were, it would be at a much higher cost. Each panel tells a unique story in the life of the church or of a person in that time frame. such as the Madonna Enthroned or in The fragment of the Majesty of the Virgin from Borgo San Lorenzo and the Madonna of San Giorgio alla Costa document the period in which Giotto was emerging and was committed between Florence and Assisi,
I appreciate so very much and know that some of my words can’t adequately convey the majesty and beauty of these Triptychs and hope there will additional pieces like it.