Il mercato non ci sorprende più. Ormai abbiamo imparato a conoscerlo. Sembra quindi incomprensibile il motivo del rialzo di ieri. In effetti la pubblicazione del cosiddetto “Minute FED”, ovvero i verbali del meeting del 27 e 28 ottobre scorsi hanno evidenziato nulla oltre quanto era già noto.
Viene infatti riportata l’apertura ad un possibile aumento di tassi a dicembre. Una notizia che dovrebbe essere “bearish” e che invece fa volare i mercati. Come mai?
Leggendo qua è là i giornalisti ovviamente si sbizzarriscono nel cercare motivazioni. Secondo molti il rialzo è dovuto all’evidente miglioramento dell’economia USA che, secondo molti, non patirebbe per nulla dalla partenza della manovra restrittiva. Può anche darsi che sia così.
Secondo me invece è più una questione di “fiducia”: ricordate? Oggi la banca centrale considerata più affidabile è quella europea (BCE) mentre la FED, la più potente, è stata vista in “crisi di identità”.
Quando comunicato nel “Minute FED” va invece a confermare i discorsi della Yellen. “evviva, la FED è tornata affidabile”!
Nel marasma generale poi, però, notiamo che qualcosa di strano sta invece muovendosi. Innanzitutto la percentuale registrata sul sentiment di un possibile rialzo a dicembre. Addirittura è….scesa leggermente. Oggi 2 operatori su 3 credono in un rialzo a dicembre (66%). Strano? Neanche tanto visto che la nostra cartina tornasole ha reagito proprio in questa direzione. Infatti il Dollaro USA si è indebolito.
E allora ecco il contrordine: la borsa sale perché nel Minute FED NON è certo e garantito il rialzo a dicembre. Inoltre le news in arrivo dal settore immobiliare deludono. I nuovi cantieri, il mese scorso, registrano un -11% su scala mensile. E allora nemmeno i dati sono sempre così entusiasmanti.
Ma se il dollaro USA riprende leggermente quota, le materie prime avranno ripreso un po’ di tono? In realtà no, anzi ni, perché se il rame è collassato nuovamente, controbilancia il rimbalzo del petrolio e non influenza l’andamento dei preziosi.
Ed ecco che senza volerlo abbiamo dipinto il quadro intermarket del mercato. E come sempre a comandare la situazione è il Dollaro USA, soprattutto per quanto riguarda tassi, commodity, correlazioni forex e obbligazionario. E l’azionario? Si vive di speranze, di QE, di liquidità, di tendenze. Si nutrono forti aspettative soprattutto su quanto farà la Bce. Ma oggi…quanto sconta già il mercato? E soprattutto non potrebbe già essere tutto ampiamente prezzato? E la FED quanto potrebbe accettare un ulteriore e violento apprezzamento del Dollaro USA?
Chiara ad oggila correlazione tra borse, USD e anche Bund. E le commodity, con un Dollaro USA così forte non possono che essre deboli. Quindi INTERMARKET assolutamente coerente.
Un quadro che quindi denota una chiara positività, e ci mancherebbe, ma anche un forte rischio di già aver dato “tutto”. Quindi liquidare? No, non dico questo. Però permettetemi di allertare: un “sell on news” potrebbe essere , in questo frangente, più che giustificabile.
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