Dicembre 11, 2023

ALESSANDRO SICURO COMUNICATION

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Influencer basta un post per generare milioni di interazioni

Influencer alle fashion week: basta un post per generare milioni di interazioni

A New York come a Milano, Parigi e Londra gli influencer rappresentano una presenza insostituibile per generare engagement: lo ribadisce uno studio pubblicato da Launchmetrics, che ha monitorato oltre 400 tra sfilate e presentazioni e più di 2 milioni di articoli e post sui social media in occasione degli appuntamenti moda dello scorso settembre. Il dato eclatante? A fronte di meno del 7% dei contenuti, l’engagement online sfiora il 60%.

Come spiega Alison Levy, chief marketing officer di Launchmetrics, «abbiamo condiviso la nostra analisi su come le fashion week si siano trasformate da eventi dedicati agli addetti ai lavori a piattaforme di marketing globale, indirizzate soprattutto ai consumatori finali. Influencer, celebrity e social network hanno trasformato le sfilate in strumenti unici di comunicazione per i brand di ogni livello e grandezza, offrendo loro un filo diretto con il proprio target».

Come risulta dai dati confrontati tramite il Media Impact Value (Miv) di Launchmetrics, gli influencer realizzano in occasione delle fashion week appena il 3-7% delle citazioni totali legate agli eventi. Ma questi contenuti sono in grado di generare il 57% dell’engagement online.

Solo per citare un esempio cantante Nicki Minaj, presente nei front row in occasione della kermesse newyorkese, è stata citata anche in post relativi a molti altri marchi inseriti nei calendari delle altre fashion week. Nel caso della collaborazione con Oscar de le Renta sono stati sufficienti 14 post per generare oltre sette milioni di interazioni, per un ritorno di oltre 5 milioni di dollari in termini di Miv.

Tra gli aspetti da sottolineare c’è anche l’importanza che i modelli assumono anche fuori dalle passerelle. Oggi Gigi e Bella Hadid non hanno bisogno di salire in pedana per creare animazione online. Sono bastati solo due post di Gigi dedicati ad Alberta Ferretti a Milano per generare oltre 960mila interazioni e un Miv di 447mila dollari.

E comunque non ci sono solo i top influencer a muovere il traffico sui social. Significativo il caso di Versus, che a Londra ha preferito optare per profili più di nicchia per raggiungere un target più specifico, riuscendo a posizionarsi tra i cinque più engaging della fashion week.

Tra i marchi alle classifiche in termini di engagement alle fashion week i top classificati sono stati Gucci, con 39,7 milioni di interazioni, Coach con 25,8 milioni, Chanel (23,7 milioni) e Tommy Hilfiger (21 milioni).

A Gucci, per la precisione, sono stati dedicati 113mila post che hanno generato 40 milioni di interazioni sui social media. Tommy Hilfiger, che ha presentato per la prima volta la collezione a Londra, ha conquistato il 22% dello share of value dell’intero mercato britannnico, seguito da Burberry (17,7%) e Topshop(12,7%).

L’animazione generata dalle fashion week non si è limitata ai soli fan dei relativi mercati ma l’impatto si è frammentato a livello globale, a dimostrazione della dimensione mondiale degli appuntamenti moda. Per esempio il 49% del Miv totale generato a Milano viene dagli Stati Uniti, il 14% dal Regno Unito, il 12% dalla Francia, l’11% dall’Italia e il 2% dalla Spagna.

Complessivamente, durante le quattro fashion week sono state registrate in totale oltre 530 milioni di interazioni sui social media, di cui 201 milioni a New York, 74 milioni a Londra, 115 a Milano e 138 a Parigi.

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