MARNI
Un’esplorazione metamorfica della nuova gioventù, condotta sul filo della tridimensionalità.
Il punto di partenza è un substrato classico, fatto di cappotti in tessuto bouclé, giacche e pantaloni in fustagno, camicie Oxford rivisitate e corrette, ma in proporzioni esagerate. Via via che lo show prosegue è la psichedelia a prendersi la scena, «animale e pansessuale», come recita una nota, con un bestiario ribelle che cambia i connotati a camicie, parka e anorak.
Maglie in mohair a macrorighe colorate si alternano a gessati “disallineati” e alle stampe riprese da Allegro non troppo, il film d’animazione del 1976 firmato da Bruno Bozzetto.
Il risultato è un’esplosione di creatività liberatoria, che si esprime anche negli accessori come i mocassini graffettati e assemblati e i Banana Sock boot, oltre a lucchetti, fiaschette e catene.
Risso associa a questa collezione una “filastrocca allegra non troppo”, che recita: «Accipicchia sono arrivati. Li abbiamo scatenati. Viluppo di neuroni, antifone, emozioni. Protestano per tutto, indossano tenzoni. Uno diventa l’altro, l’altro diventa uno, solo non è mai nessuno». Una tribù di ragazzi (definiti la “spietata gioventù”), che «mandano ai pazzi, so’ terribili, ma incredibili. Mai sull’onda, voglion la baraonda».
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