DIOR
Moda e architettura si danno appuntamento all’Hôtel particulier di Dior, quell’indirizzo speciale per Monsieur Dior, carico di magia e astrali coincidenze. Le riflessioni dell’architetto Bernard Rudofsky hanno spinto Maria Grazia Chiuri verso una nuova visione concettuale della haute couture.
Dior, un viaggio intimo tra moda e architettura. Il 30 di Avenue Montaigne è dove i Direttori Creativi hanno lavorato con gli atelier, dove il rigore delle strutture architettoniche che costruiscono un abito, vengono travolte dall’irrazionale e imprevedibile creatività.
Tanti gli spunti e le ispirazioni per questa collezione, una su tutte l’artista femminista Penny Slinger, autrice della scenografia della sfilata. Le sue opere raccontano l’impetuosa forza alchemica del fuoco, dell’aria e dell’acqua, al centro di una natura aspra e misteriosa abitata da creature femminili.
Un unico abito/tunica bianco in una collezione che esplora in ogni suo più misterioso e attraente angolo il nero. Protagonista affascinante e ammaliante. “I could write a book about black…” scrive Christian Dior in The Little Dictionary of Fashion.
Alessandro Sicuro
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