BALMAIN
Jennifer Lopez, Penelope Cruz, Milla Jovovich, Cindy Crawford e una serie di giornaliste di Vogue ed Elle si sono presentate a Parigi mercoledì sera – anche se solo virtualmente – all’ultima sfilata di Balmain.
Ognuna di loro è apparsa sul proprio schermo piatto, intenta a guardare il défilé dal comfort della propria casa o dei propri uffici – da Pechino e Milano a Londra e New York. Permettendo a loro, e a molti dei loro cani, di assistere in prima fila alla sfilata della collezione Primavera-Estate 2021 intrisa di loghi di Olivier Rousteing per Balmain.
Balmain – Primavera-Estate 2021 – Womenswear – Parigi
È stato bello tornare nella location dell’ultima opera di questo designer – messa in scena con grande entusiasmo in una frizzante serata autunnale all’interno del Jardin des Plantes, dove la scorsa estate Rousteing ha orgnizzato un mega show e un concerto durato fino a tarda notte.
Gli ospiti si sono riuniti su due enormi gradinate che rispettavano il distanziamento sociale, con 50 noti giornalisti e una manciata di VIP collegati (e visibili) dai propri schermi di computer. Durante la sfilata, certuni hanno risposto al telefono, altri hanno mandato un messaggio, alcuni hanno ammirato il proprio riflesso, nessuno ha sbadigliato.
Principalmente perché Rousteing ha mostrato una potente dichiarazione di moda, dove ogni secondo look presentava una densa stampa di loghi d’archivio. Vista su smoking con spalle a pagoda, vestaglie birichine e cocktail dress da femme fatale per le ragazze, o su blazer rock da dandy, tailleur e giacche da smoking adatte a vincitori di awards per i ragazzi.
Olivier è un tale showman che ha aperto lui stesso il suo show, percorrendo la passerella di 80 metri per poi posare su uno sgabello da bar di night club mentre sei modelli francesi veterani gli giravano intorno, tutti in outfit logati.
“Per tutta la mia carriera ho cercato di mantenere la prevalenza del buon gusto e dell’eleganza francesi. E credo di avere la chiave per l’eleganza francese, un’eleganza misurata e cartesiana”, ha spiegato il fondatore Pierre Balmain in un’intervista vintage diffusa dagli altoparlanti, mescolata a “My Way” di Frank Sinatra.
Lo stesso completo indossato da Rousteing anticipava l’idea di silhouette della linea di quest’anno – un blazer allungato, con revers a goccia, indossato su pantaloni a zampa d’elefante elasticizzati. Uno stile indossato in vari materiali sia dai ragazzi che dalle ragazze nella sua sfilata co-ed. Un outfit seguito da alcuni abbaglianti abiti da cocktail fosforescenti da vamp, e da brillanti mini abiti asimmetrici e davvero molto corti. I modelli uscivano da un bosco di platani giganti tra enormi nuvole di ghiaccio secco.
“C’è un tocco di sesso nella moda odierna”, ha aggiunto Pierre, che non ha mai detto una parola più vera, mentre il numeroso cast avanzava impettito su classici inni rock degli anni ’80, dai Tears for Fears ai Depeche Mode.
“Balmain è stata fondata nel 1945 subito dopo una terribile guerra, e oggi stiamo vivendo una guerra di tipo diverso. E forse la risposta a quel trauma è la libertà, come ha suggerito Pierre Balmain, e oggi libertà spesso significa anche libertà sessuale”, ha concluso Rousteing.
In poche parole, abbiamo assistito a quella che si chiama una vera sfilata di moda. E una celebrazione e dichiarazione d’intenti dell’intero mestiere.
THE SHOW
Alessandro Sicuro
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