«L’edizione 101 è la più significativa, la più magica. Non per una questione di business, ma per il suo significato: 101 è un numero palindromo e come tale un portafortuna per la ripartenza»: così il presidente di Pitti Immagine, Claudio Marenzi, che si è battuto per confermare Pitti Uomo in presenza, nonostante alcuni forfait dell’ultima ora.
«Era più facile non esserci che esserci, ma il settore ha bisogno di avere una bussola», ha commentato l’imprenditore aprendo la conferenza di apertura della manifestazione, in corso di svolgimento fino al 13 gennaio.
L’inaugurazione di oggi in Fortezza da Basso ha avuto davvero il sapore della rinascita. «La presenza al salone è una sfida – ha proseguito Marenzi -. Questi due anni di pandemia hanno pesato tantissimo sulle imprese e sui lavoratori del settore, ma la ripartenza c’è. Lo scorso giugno in fiera eravamo 250 e fino a Natale erano confermate 620 aziende. Ne sono arrivate 580 e ne siamo soddisfatti».
All’evento hanno partecipato anche il neo presidente di Smi, Sergio Tamborini, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il governatore della Toscana Eugenio Giani, oltre agli interventi video del presidente dell’Ice, Carlo Ferro, e della presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana, Antonella Mansi, costretta a casa dal Covid. «Chi mi conosce – ha detto – sa che sto rosicando e che vorrei essere lì più di ogni altra cosa al mondo».
E mentre i padiglioni della Fortezza da Basso, dove anche stavolta si svolge in contemporanea con la rassegna del menswear quella del bimbo, si ripopolano di compratori italiani e europei (americani e asiatici sono assenti in massa, a causa del colpo di coda del Covid), la sensazione del primo cittadino di Firenze Dario Nardella è che questo sia un traguardo, ma anche una ripartenza.
«La realizzazione di questa edizione di Pitti – ha affermato – trasmette un grande messaggio di forza e fiducia, per consolidare e proiettare in avanti la ripresa in corso».
Per il sindaco l’inizio della kermesse è stato l’occasione per fare il punto sui lavori di riqualificazione della Fortezza: «Dopo il restauro delle mura, è stata approvato dalla giunta il progetto definitivo per il nuovo padiglione Bellavista, con uno spazio espositivo di circa 5mila metri quadrati, costato 20 milioni di euro».
«Avvieremo i lavori dopo Pitti di gennaio 2023 – ha proseguito il sindaco -. Sono poi in fase avanzata anche le progettazioni degli altri due lotti il padiglione Cavaniglia, affidato all’architetto Stefano Boeri, e il padiglione Machiavelli. L’inizio dei lavori di questi padiglioni è previsto sempre nel 2023, dopo Pitti di giugno. Si procederà poi con la riqualificazione del padiglione Spadolini. Siamo quindi un cantiere aperto, che comunque ci permette di organizzare le manifestazioni».
Un progetto di riqualificazione da 68 milioni di euro complessivi, «che ci permetteranno di consegnare a Pitti una struttura all’avanguardia», ha concluso Nardella.
Anche Sergio Tamborini ha voluto sottolineare che i nuvoloni neri si stanno allontanando dal settore moda. «La pandemia ha lasciato sicuramente il segno, ma in parte ci siamo ripresi – ha sottolineato -. La moda maschile in Italia è ancora sotto rispetto al 2019, ci mancano ancora una decina di miliardi circa per arrivare a completare nel suo insieme una ripartenza che però è più a macchia di leopardo che uniforme».
«Ci sono segmenti, come quello del vestiario formale maschile – ha spiegato il numero uno di Smi – che sicuramente soffrono ancora, altri come la camiceria che soffrono relativamente e altri ancora, vedi la maglieria e tutte le aree dello sportswear, che invece sono cresciuti già nell’anno passato e crescono ancora benissimo».
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