Effetto Ucraina: a rischio il settore moda marchigiano
“Con la guerra in Ucraina si profila uno scenario drammatico per le piccole aziende artigiane, è rischio la sopravvivenza del settore moda marchigiano, in particolare il distretto calzaturiero”: a sostenerlo è la Cna Marche.

“L’export delle Marche verso la Russia vale 273,8 milioni di euro di cui 111,9 in calzature, tessile e abbigliamento. L’export delle imprese marchigiane in Ucraina vale 86,4 milioni di euro di cui 36,7 in prodotti della moda”, viene evidenziato dall’organizzazione artigiana, che ricorda che “l’export verso la Russia e l’Ucraina è bloccato e a questo si aggiunge anche il costo dell’energia fuori controllo e il fatto che i compratori russi non verranno al Micam e alle altre rassegne fieristiche italiane ed europee”: Lineapelle, Mosca, Kiev, Almaty in Kazakistan in programma tra marzo e aprile.
Secondo la Cna le imprese marchigiane “vantano crediti da incassare da acquirenti russi e altre hanno merce prodotta da spedire in Russia, ma che resterà in magazzino”. “Il mercato russo e quello ucraino”, ricorda Alessandro Migliore, responsabile settore moda Cna Fermo e Macerata, “per il nostro distretto rappresentano l’80% del fatturato. Il sistema incide per il 40,5% di tutto l’export marchigiano verso la Russia, di cui il 33% in calzature. Questo malgrado il fatto che le sanzioni del 2014 abbiano provocato una riduzione di oltre il 60% del valore delle esportazioni marchigiane verso la Russia”.
La Cna Marche ha predisposto un pacchetto di proposte con le misure utili a mitigare l’impatto delle sanzioni per il settore: “ristori economici e incentivi economici per diversificare i mercati di vendita” dice Paolo Silenzi, presidente di Cna Marche. E anche “l’estensione dell’Area di crisi a tutte le Marche, regione in cui si sommano gli effetti negativi del sisma, della pandemia e della guerra in Ucraina”.
Sono 5.387 le imprese marchigiane del tessile, abbigliamento e calzature con 36.111 addetti, quelle del settore calzaturiero sono 3.214 con 22.690 addetti, quasi il 90% dei quali occupati nel distretto Fermano-Maceratese. “Abbiamo esternato le nostre preoccupazioni”, dice Doriana Marini, presidente Federmoda Cna Marche, “alla Regione e alla Camera di Commercio per individuare azioni comuni con le imprese e le associazioni di categoria”.
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