Il recente crollo della Silicon Valley Bank e l’immediata intervenzione delle autorità americane per fermare la diffusione e prevenire che il caso diventi un nuovo Lehman Brothers ha violentemente scosso i mercati azionari globali, che hanno bruciato 291 miliardi di euro ieri con un impatto particolarmente forte sulle azioni bancarie. Ma le conseguenze hanno anche colpito l’industria della moda, specialmente negli Stati Uniti. La lunga scia rossa ha visto alcune delle azioni più colpite, tra cui Allbirds in calo del 8%, Under Armour in calo del 7,5%, Nordstrom Inc in calo del 7,5%, G-III Apparel Group in calo del 5,2%, Abercrombie & Fitch Co in calo del 5% e Capri Holdings in calo del 4,4%. Anche le azioni italiane hanno subito un calo, seppur più contenuto, e hanno aperto oggi con un recupero, ma il trend è ancora estremamente volatile, mentre Prada a Hong Kong ha chiuso ieri a -1,4%.
Il nervosismo sui listini azionari rappresenta il termometro di una situazione che sta mettendo all’erta anche il sistema nordamericano. Secondo quanto riporta Wwd, si tratta di una “crisi bancaria che ha il potenziale per danneggiare entrambi i lati del business della moda, con le aziende che si attivano subito per controllare le proprie finanze e i consumatori che potenzialmente diventano più cauti”. Come aggiunge la testata, anche il retail “si trova davanti una platea di clienti preoccupata, stanca delle crisi e già messa a dura prova dall’inflazione elevata” e, secondo quanto dichiarato da David Bassuk, esperto di retail presso AlixPartners, “quando c’è una crisi di questa natura, i consumatori si tirano davvero indietro, sono estremamente reattivi a questo. Le contrazioni intorno alla spesa sono reali e significative e il consumatore, la sua psiche prende il sopravvento”.
Al momento non si parla di specifiche ricadute per il lusso e il fashion italiano. Il Ftse Italia Servizi e Prodotti di Consumo, l’indice settoriale nell’ultimo mese ha segnato un progresso dell’1,07 per cento.
Secondo Alessio Candi, responsabile delle divisioni Consulting ed M&A in Pambianco, “i fondamentali delle aziende del lusso sono solidi e che ci aspettiamo per il 2023 un anno ancora buono dove l’Asia e la Cina in particolare, si dovrebbe riaprire al mondo a cavallo dell’estate”. “Detto ciò – aggiunge – una crisi bancaria (qualora dovesse accadere) ovviamente ha un impatto sui consumi. Sicuramente sulle fasce basse ma anche, psicologicamente, sulle fasce alte”.
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Alessandro Sicuro Comunication
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