Nuove batterie piccolissime e potenti
batterie dalle dimensioni contenutissime ma in grado di produrre una grande quantità di energia: presto potrebbe essere possibile.
Una nuova tecnologia tridimensionale sviluppata in un’università degli Stati Uniti consentirebbe di creare batterie di piccole dimensioni ma di enorme potenza, la soluzione perfetta, dal mondo mobile alle auto elettriche, per avere grandi autonomie con piccoli ingombri.
Tornate al parcheggio e scoprite con grande disappunto che la vostra auto non parte. Batteria scarica. E’ tardi e non si vede nessuno che possa farvi il favore di riavviarvi l’auto con un paio di morsetti connessi alla sua batteria. Nessun problema. Scendete, collegate il vostro smartphone alla batteria dell’auto tramite uno speciale cavetto et voilà, l’auto è in moto.
Fantascienza? Presto potrebbe non esserlo più. Alcuni ricercatori dell’University of Illinois hanno infatti messo a punto una nuova tecnologia che consente di creare batterie minuscole ma dall’altissima potenza, tali che appunto, una piccola batteria da smartphone potrebbe avviare un’auto.
Il team è partito dalla constatazione empirica che mentre tutta la tecnologia si evolve costantemente quella per le batterie non ha mantenuto il passo. Si è dunque preso in considerazione il funzionamento della batteria, ripensandolo per capire quali aspetti migliorare al fine di avere prestazioni molto migliori delle attuali.
In pratica come sappiamo l’energia viene fuori da una reazione chimica interna alla batteria, che consente agli elettroni di spostarsi da un anodo a un catodo. Il team universitario dunque è intervenuto su due aspetti fondamentali: la lunghezza del percorso che devono compiere gli elettroni per andare da una parte all’altra, che influisce sulla velocità con cui si può rilasciare energia, e le dimensioni degli elettrodi, che invece determinano quanta energia può essere prodotta.
Con le tecnologie attuali però aumentare le dimensioni di questi ultimi significava aumentare spropositatamente anche quelle della batteria, facendo crescere al contempo la distanza da percorrere per gli elettroni. Questo era dunque l’aspetto da ripensare e così i ricercatori hanno creato strutture tridimensionali, come una sorta di nido d’ape.
Depositando particelle degli elementi metallici su un substrato in polistirene, si è riusciti infatti a creare una struttura compattissima ma che al tempo stesso consente di accumulare una quantità di energia molto maggiore a parità di dimensioni rispetto a una batteria classica, mantenendo al contempo le piste cortissime in modo da rilasciare l’energia molto più velocemente.
In questo modo una batteria di dimensioni pari a una attuale avrebbe una potenza elevatissima o, al contrario, una batteria che misurasse meno della metà di una attuale ne avrebbe però la stessa potenza.
Potremmo dunque avere, per capirci, smartphone, tablet e notebook in grado di rimanere accesi per giorni tra una ricarica e l’altra e automobili elettriche con autonomie molto superiori a quelle attuali.
Ora ovviamente ci sono da superare i problemi di standardizzazione del processo produttivo, per diminuirne il più possibile i costi, e risolvere eventuali problemi di sicurezza, oltre a trovare un’azienda interessata a produrle, ma secondo il docente americano che guida il team di sviluppo ci sono buone possibilità che già entro la fine dell’anno arrivi sul mercato una versione commerciale di tale tecnologia.
Questo è interessante leggere e imparare, soprattutto per uno che è all’oscuro su alcune cose scientifiche che riguardano la batteria. Grazie per una tale pezzo informativo voi.
Grazie a te per la cortese partecipazione. di dove sei?
United States