Sono un inguaribile romantico ma come direbbe qualcuno, dall’anima rock. Sì, la musica, ormai lo avrete capito, è la mia seconda passione dopo la moda anche se quando avevo 15/18 anni era forse al primo posto nella mia classifica personale.
Cerco di non mancare mai un concerto dei miei artisti preferiti e così il 5 novembre scorso non ho potuto resistere, sono andato al concerto dei Deep Purple, uno dei gruppi più importanti dell’heavy metal di tutti i tempi.
Sono già passati circa 20 giorni ma la carica adrenalinica, la forza ritmica, travolgente e rockettara di quelle ore ancora mi batte nel cuore… ed in testa.
Li ho sempre amati, per quel ring continuo con i Led Zeppelin, per quella miscela esplosiva e martellante di fragore legata ad una eleganza esecutiva che ha sempre rappresentato la loro innovazione più grande.
E così dopo essermi catapultato da Roma verso Firenze, al rientro dall’ennesimo viaggio di lavoro, finalmente sono arrivato al Mandela Forum in tempo per il concerto.
È stata una serata pazzesca scandita dal RITMOFORSENNATO della loro musica (diciamo che la firma si vede ancora, dopo tutti questi anni), mi sono lasciato travolgere dall’Emozione prodotta da 5 uomini ancora pieni di ENERGIAMUSICALE.
Ero lì accanto a 4 amici che come me adorano la loro musica, mi guardavo intorno e vedevo 7/8mila persone che presto sarebbero state trascinate da un’onda di sonorità graffianti alternate ad assoli pazzeschi, è stato bello ed emozionante, non solo per il concerto ma anche per l’occasione che mi ha fatto ritrovare, davanti al chiosco vicino al palazzetto, i miei 4 amici.
Ci siamo fermati, prima di entrare, a mangiare un panino e bere una birra, sparando le classiche cavolate RIDARECCE (scusate lo slang è l’unico modo per rendere bene il senso di quello che stavamo dicendo!) per poi addentrarci nel palasport come dei RAGAZZI DI UNA CERTA ETA’ insieme alla scia di persone come noi e di ragazzini, tutti accomunati dall’ANSIAPIACEVOLE dell’attesa per un Concerto epico, di un GRUPPOSTORICO della musica mondiale.
E’ stata una notte unica, una serata da raccontare, che mi ha riempito il cuore di sensazioni piacevoli che aiutano a consolidare le amicizie e rigenerano la mente. Alla fine quando rientravo a casa mi sono detto: “dobbiamo farlo più spesso”!
Quando ero lì, ho provato una sensazione strana, quasi impossibile da descrivere, dopo 40 anni realizzavo un SOGNOMUSICALE che avevo fatto nel 1972/73… vedere dal vivo uno dei gruppi storici, insieme ai LED ZEPPELIN ed ai GRAND FUNK, dell’hard rock.
Ci sono riuscito, mancavano solo loro per realizzare il mio sogno, ascoltare un’esplosione di note e di parole, percepire l’incandescente follia di Fireball e l’attacco insuperabile di Smoke on the water.
È stato incredibile, il tempo trasforma l’immagine esteriore delle persone, arrivano le rughe, i capelli bianchi, i malesseri inevitabili ma non CAMBIAL’ANIMA.
È stato impressionante vedere sul palco persone di quasi 70 Anni trasmettere così tanta Energia, Passione, Sentimento, Generosità ad un pubblico in Delirio composto da Giovanissimi, Giovani e naturalmente RAGAZZIDIUNACERTAETA’.
Ma vi rendete conto che quei RAGAZZONI quasi settantenni stavano sul Palcoscenico ancora a scatenarsi? Ogni tanto chiudevo gli occhi per non guardarli, la musica e la voce che sentivo era esattamente quella di 40ANNI fa.
Che Spettacolo avere 70ANNI e fare ancora quello che ti Piace! Mandare in delirio 8000 persone, fare ancora spettacoli dal vivo, mettere a punto un live del genere.
La passione tiene alta la tensione e non ti fa sentire Vecchio, la passione non procede di pari passo alla cosiddetta ORRENDAPAROLA Pensione, una parola di altri tempi che andrebbe trasformata in “fine del lavoro dell’obbligo” e inizio della vita in cui puoi fare quello che vuoi.
la penso proprio così, a 70 anni puoi riprendere in mano qualsiasi tuo vecchio e riposto interesse, pensate a chi di un interesse Giovanile ne ha fatto il proprio LAVOROVITA.
Chiudere gli occhi e sentire Ian Gillan con quella voce stritolante uguale a 40anni fa, sentire e vedere SBACCHETTARE tamburi e piatti nell’assolo di batteria di Ian Paice ancora un batterista grandissimo, sentire Steve Morse suonare e distorcere quella chitarra con degli assoli pazzeschi, sembrava di avere davanti un’orchestra di chitarre, UNOSPETTACOLOSONORO di pulizia Rockettara e di Esperienza Musicale.
Proprio l’anno scorso avevo comprato una CD raccolta che contiene vecchi e nuovi pezzi dei Deep Purple, dal giorno dopo l’ho consumato a tal punto che la mia auto è diventata il PALAMANDELACAR con musica a tutto Fuoco!
Insomma una serata straordinaria perché oltre al piacere di un concerto, ho sentito e vissuto la bellezza creata da un MIXGENERAZIONALE che mi ha dato un senso di Gioia, mi ha sensibilizzato e confermato quanto la Musica possa unire… e fermare il tempo.
UNIRE è una PAROLAFORTE, una parola importante da tenere bene in testa -SPECIALMENTE IN QUESTI GIORNI – una parola da condividere e da trasmettere ai nostri figli.
Di
– 29 novembre 2015
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