QUESTO DIVORZIO NON SI PUO’ FARE
Lo scontro ITALIA – UE è un conflitto senza senso, i due elementi sono complementari l’un l’altro. Il Sistema Europa, rischia di imboccare una strada senza via d’uscita.
Qualora il braccio di ferro Italia UE si facesse ancora più pesante le prospettive non sarebbero rosee.
Vero che sono in atto tentativi di mediazione ma il rischio è che entrambe le parti si trovino, qualora arretrassero, in una posizione politica non vantaggiosa. Uno stallo controproducente ed estremamente proficuo per la speculazione internazionale.
In realtà Italia ed Europa hanno tutto l’interesse a raggiungere un accordo. Lo stivale è fondamentale in una ergonomia comunitaria già zoppa del Regno Unito.
Per questo le strade di una possibile soluzione sono principalmente due.
La prima ipotesi è un intervento dei mercati per “ammorbidire” la posizione di Roma con un ulteriore incremento dello Spread. Il che vuol dire intervento di chi ha la possibilità di muovere grossi volumi speculativi in difesa dell’attuale establishment europeo e delle sue convinzioni in materia di controllo monetario e dei conti pubblici.
La seconda, più ragionevole, è un accordo tra i contendenti. Ragionevole politicamente per conservare una parvenza unitaria nella UE e ragionevole economicamente perché l’aumento del rapporto deficit Pil è l’unica misura che possa muovere la stagnante economia dell’euro zona. Senza considerare che se questa vicenda dovesse portare ad una Italexit, il rischio per l’Euro diventerebbe estremo e finirebbe per affossarlo definitivamente, trasformando le prossime elezioni di maggio in una dichiarazione di fallimento di Eurolandia.
Una soluzione di questo problema è assolutamente necessaria e nell’interesse di tutti i Paesi membri in quanto l’Unione Europea non può più permettersi parametri troppo rigidi e tantomeno veder prevalere al suo interno i singoli interessi nazionali. La attendono sfide molto pesanti e difficili da affrontare, sfide che chiedono unità e sviluppo, cioè tutto il contrario di quello che sta avvenendo.
Il confronto con un mondo economico globalizzato ed in crescita con il sempre maggiore dinamismo dei Paesi emergenti, la loro crescente importanza ed impatto nell’assetto finanziario mondiale. Temi come il controllo ambientale, che si traduce anche in maggiori o minori spese per sanità, territorio, risorse umane. Assetti politici che si vanno delineando e sviluppando in modalità estremamente veloci e dove l’Unione ha praticamente nessuna voce in capitolo.
Sono problematiche fondamentali di sviluppo, creazione di basi per un futuro più stabile, sostenibilità e peso politico nelle scelte che verranno fatte.
In questo senso il vecchio continente è assolutamente impreparato ad affrontare la situazione al contrario di quanto lo siano, anche per la loro stessa essenza strutturale, Stati Uniti, Russia e Cina. Non ci si può quindi presentare divisi e litigiosi come in questi giorni. Non è solo inutile e controproducente, il rischio è di ritrovarsi esattamente, e con poche carte in mano da giocare, nel posto sbagliato della storia mondiale.
Alessandro Sicuro Comunication
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